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Cronaca

"Sotto scacco di una baby gang da due anni, ho preso anche un pugno. Chiudo il bar"

Il gestore del bar cucina "Alcampo", Paolo Zattoni, attraverso una lettera, avanza l'ipotesi di chiudere l'attività

Una baby gang in azione al Campo Sportivo "G. Casadei" di San Martino in Strada. Il gestore del bar cucina "Alcampo", Paolo Zattoni, attraverso una lettera, avanza l'ipotesi di chiudere l'attività, tenendo aperto solo in occasione degli eventi programmati o per cene organizzate. "Sono una ventina - esordisce, contattato dalla redazione di ForlìToday -. Da due anni, in particolar modo nel periodo estivo, il gruppo compie atti vandalici. Ad esempio alcune settimane fa, per due giorni di seguito, hanno spaccato le fontanelle presenti nel campo sportivo. Ma non solo, esternando sfottò e minacce verso i frequentatori ed epiteti sessisti verso le ragazze della Union Sammartinese".

L'apice è avvenuto martedì sera: "I soliti sono entrati la prima volta per chiedere di cambiare soldi, e ho risposto negativamente. Poi uno del gruppo è entrato una seconda volta per chiedere una bottiglietta d'acqua, ma ho spiegato che a loro, come accade ormai da tempo, non vendo nulla e che c'è la fontanella. A quel punto mi ha ordinato di dargli l'acqua, alla presenza di altri cinque del gruppo che mi ostruivano la strada di uscita. Fortunatamente c'erano in un'altra sala tre avventori abituali nel bar, ai quali ho chiesto aiuto perchè non sapevo più come comportarmi, e la loro presenza li ha fatti desistere. Poi ho chiuso il locale".

Una sommatoria di azioni, che Zattoni ha annunciato denuncerà ai Carabinieri: "E segnalerò anche un episodio estivo, con tanto di passaggio al pronto soccorso e radiografia, durante il quale in un'analoga situazione, sono stato accerchiato e ho ricevuto un bel pugno in faccia. Episodio per il quale il mio avvocato aveva consigliato di soprassedere per dare un segnale benevolo a questi ragazzi. Ma non è servito". Inoltre organizzerò una manifestazione nella piazzetta della Piave "per denunciare anche alla opinione pubblica sammartinese quello che già sanno, ma che non vogliono vedere. Le famiglie vogliono usufruire degli spazi di cui hanno diritto".

La lettera

Zattoni gestisce l'attività da circa due anni e, spiega nella lettera, "anche per me non è stato semplice superare i due anni di pandemia, con due chiusure e un tempo di lavoro effettivo di 7-8 mesi. Ma con tenacia sono riuscito ad arrivare fino a qui, nonostante avessi appena aperto, e dovessi farmi conoscere, come barista ma soprattutto come cuoco; avendo un buon consenso". E' di venerdì scorso la notizia delle indagini della Polizia di Stato, che ha portato all'individuazione di una baby gang tra i 13 ed i 17 anni, con un elemento del gruppo arrestato. Ma pare che l'incubo non sia finito.

"Da noi a San Martino in Strada di solito appaiono verso sera quando le attività sportive stanno finendo, ma con le attività ludiche dei bambini del quartiere ancora in piedi - chiarisce Zattoni -. I genitori, con i loro figli stanno alla larga dalle zone che sanno occupate da questi delinquenti. Bambini, come mio figlio tredicenne e i suoi amici, sanno che per passare da un capo all’altro del parco (il campo sportivo ha anche una vasta zona dedicata ai giochi di chi non fa sport) devono ormai passare dalla pista ciclabile esterna, così da non incontrarli. Con gli animatori sportivi avevamo tirato un sospiro di sollievo sapendo che erano stati fermati, identificati e che a loro erano state attribuite tutte le cose che anche qui succedevano. Sospiro strozzato dagli eventi di queste ultime sere".

Prosegue il barista: "Sono due anni che cerco di contrastare questi episodi, ma con evidente poco successo. Questa marmaglia non ha alcun senso di responsabilità e senso civico, oltre che alcun freno inibitore. Una deriva che penso non porterà a loro altro che un clichè che si ripeterà anche quando saranno uomini maturi. Sono stupito del fatto che dopo due-tre giorni da quanto narrato siano ancora in giro a fare scorribande senza che i loro genitori, apparentemente, non intervengano o siano intervenuti. Di fatto sono passati alle minacce, seguendo lo stesso modus che ho letto: il capo branco che affronta il mal capitato con la banda scudiera pronta a intervenire".

Martedì, spiega Zattoni, "a stessa cosa è accaduta all’interno del locale, dove fortunatamente erano presenti avventori abituali che in qualche modo, li hanno fatti desistere. Come ci si comporta in queste occasioni? Si china la testa? Ci si gira dall’altra parte? E gli si lascia campo libero non frequentando quegli spazi colonizzati dai barbari? Fino ad ora la mia resistenza ha prevalso. Ma è affiorata la stanchezza nell’affrontare una situazione che, mi sono reso conto, non sono in grado di risolvere. E inizia a prevalere la paura. Abito in zona e inizio ad avere paura per mio figlio che frequenta abitualmente il centro sportivo, per sport e per gioco; inizio ad aver paura per la mia casa che sarebbe facilmente rintracciabile, se non già conosciuta; inizio ad aver paura per me quando chiudo il locale e solo, esco dal parco".

Conclude Zattoni: "Per questo, senza una sensibilizzazione del quartiere, della popolazione civile, e degli organi istituzionali, non mi resta che chiudere. Serve, io credo, uno scatto di orgoglio da parte di tutti; non si può essere arrendevoli nei confronti di questi bambini lasciati a se stessi e per questo pronti a tutto pur di prevaricare gli altri a loro vantaggio. Ringrazio tutti quei soggetti che hanno espresso la loro solidarietà, ma anche me stesso, che con pervicacia ha cercato di occupare tutti gli spazi che gli sono stati concessi, per la crescita culturale di San Martino in Strada. Perché sono convinto che solo occupando gli spazi con iniziative e cultura si possa relegare (mi ripeto) questi nuovi barbari dove non nuocciano alla società civile".

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