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Cronaca

Il figlio è "troppo vivace": il padre lo punisce a cinghiate in faccia

Il caso, segnalato dagli insegnanti del piccolo, è finito sulla scrivania del personale della Squadra Mobile di Forlì, che, al termine di una rapida indagine, hanno denunciato il violento

Li definiva "buchini". Ma quelli sul volto non erano altro che colpi di cintura che il genitore gli rifilava per "tenerlo calmo perchè troppo vivace". Vittima dei maltrattamenti un bimbo cinese di 7 anni. Il caso, segnalato dagli insegnanti del piccolo, è finito sulla scrivania del personale della Squadra Mobile di Forlì, che, al termine di una rapida indagine, hanno denunciato il violento: un operaio cinese di 35 anni, in Italia con la famiglia da circa un anno. L'accusa è di maltrattamenti ai danni di un minore.

Il lavoro degli inquirenti della sezione Reati contro la persona è iniziato lo scorso febbraio, quando i docenti del bambino hanno segnalato vistose ecchimosi sul volto dell'alunno. Un bimbo definito dagli insegnanti "intelligente, sveglio, e con ottimi voti in inglese e matematica", che ha ricostruito nei dettagli le violenze subìte da parte del padre: "Quando beve la birra diventa nervoso ed è meglio che vada a letto".

Al mattino a scuola, al pomeriggio a casa tra libri e computer in attesa del rientro dei genitori dal lavoro. Il delicato operato della Squadra Mobile ha permesso di accertare che veniva picchiato con un bastone di legno o con la fibbia di una cintura, causando "buchini" sulle guance. "Lo fa solo con me. Con mia mamma e il mio fratellino no". La consulenza tecnica, effettuata da uno specialista psicologo, ha stabilito l'attendibilità del racconto.

Il padre, hanno verificato gli investigatori, alzava le mani contro il bimbo perchè lo considerava "troppo vivace, ritenendo i suoi metodi educativi consoni per tenerlo calmo". Alla luce degli elementi raccolti, il giudice per le indagini preliminari Monica Galassi (sostituto procuratore Vincenzo Antonio Bartolozzi) ha firmato una misura di allontanamento cautelare del 35enne, con divieto di avvicinamento al figlio e ai luoghi dai lui frequentati. Un provvedimento, eseguito lunedì scorso, che il giudice ha definito nell'ordinanza "idoneo a neutralizzare le condotte dell'uomo".

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