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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Programmano fallimento e 'spogliano' la società: fratelli imprenditori nei guai

Secondo gli inquirenti, il fallimento era stato programmato nei dettagli. L'indagine è scattata a Firenze, anche se l'attività produttiva dell'azienda, poi trasferita in Bosnia, si svolgeva a Teramo e nel forlivese

Per l'accusa avevano programmato il fallimento della loro società, "spogliandola" completamente di attrezzature, merci, dipendenti e finanziamenti per un valore complessivo di 13.356.000 di euro, trasferendo i beni in una società controllata bosniaca. Ma la Guardia di Finanza li ha scoperti. Le manette sono scattate per due fratelli imprenditori di 41 e 42 anni di Savignano, ex titolari di una nota ditta che produceva calzature antinfortunistiche.

Arrestato anche un imprenditore bosniaco di 57 anni. A vario titolo dovranno rispondere di bancarotta fraudolenta transnazionale, infedeltà patrimoniale, ricorso abusivo al credito e truffa. In fase di sequestro beni e immobili per un valore di oltre 13 milioni di euro. I militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza di Firenze hanno eseguito il provvedimento su richiesta del pubblico ministero fiorentino Paolo Barlucchi, nei confronti dei due fratelli e dell'industriale bosniaco. Al momento, solo uno dei due imprenditori del Rubicone, il più giovane, è stato rintracciato.

Prima dell'arresto, l'uomo avrebbe cercato di fuggire e di nascondere dei soldi, in parte nascondendoli nelle fioriere, in parte gettandoli, chiusi in un bauletto da moto, oltre il muro della villa, per una somma complessiva di 60mila euro. In corso varie perquisizioni in provincia di Roma, Milano, Forlì, Ravenna e Teramo. Il provvedimento nasce da una complessa attivita' investigativa, coordinata dalla procura di Firenze e svolta dalle fiamme gialle fiorentine, in seguito fallimento di una società operante nel campo della produzione di calzature e prodotti antinfortunistici, che "ha permesso - spiega la Finanza - di portare alla luce un sodalizio criminale che ha organizzato e materialmente eseguito la spoliazione di tutti i beni aziendali della predetta società, in danno dei creditori".

Secondo gli inquirenti, il fallimento era stato programmato nei dettagli. L'indagine è scattata a Firenze, anche se l'attività produttiva dell'azienda, poi trasferita in Bosnia, si svolgeva a Teramo e nella zona del Rubicone, perchè circa un anno prima del fallimento i due fratelli avevano spostato la sede legale a Firenze. Inoltre, anche le quote sociali della società bosniaca, inizialmente intestate ai due imprenditori, sono state poi cedute all'imprenditore bosniaco, gia' loro dipendente.

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