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Cronaca

Ripulivano i registratori di cassa dei supermercati: una traccia di sangue inchioda la banda

Colpi che sono stati messi a segno dalla scorso ottobre e che hanno interessato il Forlivese, il Ravennate e la provincia di Rovigo

Una traccia di sangue ha dato il via all'attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Forlì, al comando del tenente Antonio Amato, e dei colleghi del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo di Ravenna, che ha permesso di assicurare alla giustizia una banda specializzata nei furti di supermercati. Colpi che sono stati messi a segno dalla scorso ottobre e che hanno interessato il Forlivese, il Ravennate e la provincia di Rovigo.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la banda, tra ottobre e gennaio, ha messo a segno oltre 20 furti ai danni di supermercati ad insegna "Conad", "Coop" e "Famila" con la tecnica della forzatura delle cassette di sicurezza contenenti il “fondo cassa”, totalizzando un bottino di circa 90mila euro. Nella rete sono finiti tre kosovari di 23, 29 e 34 anni, tutti già noti alle forze dell'ordine.

Le indagini

La banda ha imperversato tra il Forlivese e il Ravennate per circa due mesi, da ottobre a dicembre, fino a quando una sinergica azione di controllo del territorio, specie in orario notturno - in aggiunta ai servizi volti al contenimento della pandemia da Covid-19 - svolta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Forlì e del Nucleo Investigativo di Ravenna, ha consentito di mettere un freno all’ escalation” criminale e di raccogliere pregnanti elementi tali da far individuare il veicolo usato e i responsabili.

A muovere le indagini un furto commesso ad inizio ottobre al "Conad City" di Villafranca. Nella circostanza i malviventi avevano forzato una porta, per poi entrare nel punto vendita e prelevare i registratori di cassa. All'interno vi erano circa 3mila euro. I Carabinieri della Sezione Operativa, affiancati dai colleghi della Scientifica, hanno proceduto ai rilievi di legge, cercando elementi per inchiodare i banditi. A qualche chilometro di distanza è stata trovata abbandonata tra i campi una delle casse rubate. E la banda non si è accorta di aver commesso un passo falso. Sull'oggetto è stata trovata una traccia di sangue, che è stata inviata al Ris di Parma per le opportune analisi.

La banda nel mentre ha proseguito nelle razzie col consueto modus operandi: arrivavano a piedi al punto vendita, bloccavano le strade circostanti per ostacolare l'intervento delle forze dell'ordine ed oscuravano le telecamere di videosorveglianza. Una volta messo a segno il colpo si dileguavano per i campi col favore delle tenebre. Sono seguiti una serie di appostamenti, fino a quando dalla traccia di sangue è arrivato l'elemento che ha permesso di identificare un componente della banda: un insospettabile cuoco kosovaro di 34 anni, che lavorava a Punta Marina.

Intanto il 2 gennaio scorso, nel corso dell’ennesimo raid, segnatamente a Rovigo, i banditi sono stati arrestati in flagranza. Avevano appena rubato da un supermercato 5000 euro, sequestrati insieme a degli attrezzi da scasso utilizzati e di indumenti per il travisamento risultati particolarmente utili al prosieguo delle investigazioni. I preziosi elementi probatori raccolti sono stati messi a sistema nell'articolata indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica – denominata “Fondo cassa”- che ha consentito di ricondurre alla medesima “Banda dei tre Kosovari” l’esecuzione di oltre 20 furti a supermercati Conad, Coop e Famila perpetrati in questa Provincia e quelle limitrofe.  

I successivi certosini sviluppi investigativi hanno permesso di deferire alla locale Autorità Giudiziaria gli indagati per i reati di furto pluriaggravato continuato in concorso e di delineare un consistente quadro probatorio a loro carico. Al termine dell’attività d’indagine, il giudice per le indagini preliminare di Ravenna, Andrea Galanti (sostituto procuratore Daniele Barberini) ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i 3 malfattori, tutti associati alle carceri di Ravenna e Varese.

La fase esecutiva delle catture, a plastica dimostrazione della particolare indole criminale dei soggetti, è stata resa particolarmente difficoltosa a seguito del rocambolesco tentativo di fuga di uno degli stranieri da Ravenna a Bolzano e terminata rovinosamente a Varese, dove è stato definitivamente bloccato e tradotto in carcere con la fattiva e preziosa collaborazione dei Carabinieri bolzanini e varesini. Oltre al 34enne si sono aperte le porte del carcere per due connazionali di 23 e 29 anni, tutti già noti alle forze dell'ordine. Al termine dell'operazione gli esercenti e la società Intelligo Srd di Galeotti Andrea, relativo al supporto tecnico, hanno ringraziato gli uomini dell'Arma per l'importante risultato raggiunto.

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