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Cronaca

Bando da 50mila euro per gli eventi collegati. Brunelli: "Faremo dialogare arte e moda, la prima grande mostra concepita così"

Arriva un nuovo bando della Fondazione indirizzato alle associazioni e alle realtà culturali del territorio per valorizzare la prossima grande mostra “L’arte della Moda” anche attraverso eventi collegati

Arriva un nuovo bando della Fondazione indirizzato alle associazioni e alle realtà culturali del territorio per valorizzare la prossima grande mostra “L’arte della Moda” anche attraverso eventi collegati organizzati da soggetti terzi. E' il dodicesimo anno consecutivo che la Fondazione Cassa dei Risparmi accompagna alla grande mostra annuale un bando per finanziare le idee per iniziative sullo stesso tema della mostra, organizzate dalle realtà no-profit locali, dalle scuole, dalle cooperative che operano nelle arti e negli spettacoli e dagli enti ecclesiastici, favorendo così un “indotto culturale” intorno all'evento centrale.

Il bando è sostenuto con un fondo da 50mila euro. Le proposte dovranno essere presentate fino al 15 febbraio. La Fondazione potrà sostenere fino all'80% dei costi per le associazioni e, solo nel caso degli istituti scolastici, il 100%. “Dopo gli anni del Covid riapriamo appieno alle scuole”, spiega Gianfranco Brunelli, vice-presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e responsabile dell’organizzazione delle grandi mostre. 

Bando per gli eventi collegati alla grande mostra "L'arte della moda"

La sfida, quindi, è duplice: sia per la Fondazione, che si trova a cimentarsi con quella che Brunelli definisce “la più impegnativa tra le mostre fatte”, sia per il mondo culturale forlivese che – se intende proporre iniziative collaterali – dovrà anch'esso trovare un aggancio alla moda. E non sarà facile. “Arte e moda, pur appartenendosi, normalmente non dialogano tra loro”, aggiunge Brunelli.

Che poi spiega la genesi della mostra 2023: “Lo spunto è stato il mio e mi hanno guardato sbigottiti quando l'ho proposto l'anno dopo aver trattato il tema della Maddalena. Il tutto parte da un rapporto filosofico tra l'abito e il corpo: che cos'è l'abito e cosa è il corpo? Inoltre la moda è un grande processo economico del Made in Italy, è la realtà viva dell'Italia e se produciamo eleganza è perché abbiamo una storia a cui guardare”. Nel rapporto tra arte e moda, sempre per Brunelli, si ha l'occasione per analizzare il “presentismo, vale a dire l'idea di una contemporaneità che basta a sé stessa”. 

Brunelli spiega che “c'è una relazione profonda tra arte e moda, ne hanno scritto i grandi filosofi, a decine affrontano questo tema nella letteratura, grandi artisti sono stati anche disegnatori di moda. D'annunzio inventa il dannunzianesimo sulle grandi riviste di moda, De Chirico illustra per Vogue...”. La moda è anzi al centro del dibattito antropologico, è segnale di affermazione delle classi emergenti e strumento politico. La mostra analizzerà tutto questo in una serie di sezioni che coprono quasi due secoli dal 1789 al 1968, che per il sottotitolo della mostra rappresentano i due estremi dell' “età dei sogni e delle rivoluzioni”. 

Presentando la mostra, che si terrà al San Domenico tra il 18 marzo e il 2 luglio di quest'anno, Brunelli promette di colpire l'attenzione, sia per la quantità di opere in mostra, sia per i collegamenti: “In mostra ci saranno 80 abiti, sarà una delle mostre più grandi, la prima concepita così, occuperemo tutto lo spazio che è disponibile al San Domenico”. 

L'esposizione, infine, movimenterà una serie di altri soggetti, oltre alle associazioni locali: “Hanno avanzato proposte piccoli imprenditori, cooperative che si occupano di moda partendo dal riuso. Sono coinvolte scuole di moda e ben 16 case di moda”,  conclude Brunelli. Largo spazio anche ai privati, dal momento che molte delle opere, che provengono da tutt'Europa, sono detenute da privati. 

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