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Giovedì, 28 Marzo 2024
La manifestazione

"Basta morti lungo le frontiere": manifestanti davanti la Prefettura contro le tragedie nel Mediterraneo

Si tratta, spiegano dall'associazione Forlì Città Aperta, "di un episodio che si sarebbe potuto e dovuto evitare se si fosse intervenuti dopo l’avviso del giorno precedente ricevuto da Frontex

"Basta morti lungo le frontiere". Domenica si è svolta in Piazza Ordelaffi una manifestazione in solidarietà alle vittime del Mediterraneo, in particolare in seguito al naufragio di domenica 26 febbraio al largo delle coste calabresi che ha provocato 67 morti e decine di dispersi. Hanno aderito Abifor Aps, Aja – Union Fait La Force, Anpi Forlì-Cesena, Anpi Forlimpopoli, Ass. Barcobaleno Forlimpopoli, Ass. Voce Donna, Auser Forlì, Avvocato di Strada - Sportello di Forlì, Centro Per la Pace Forlì, Cgil Forlì, coordinamento di Libera Forlì-Cesena, Emergency Forlì-Cesena, Federconsumatori Forlì-Cesena, Forlì Città Aperta, Fridays For Future Forlì, Life Onlus, Messaggeri del mondo, presidi territoriali di Libera “Giuseppe Letizia” di Forlimpopoli e “Placido Rizzotto” di Forlì, Res – Collettivo di genere Forlì, Spazio 2030, Udu Forlì e Un Secco No Alle Discriminazioni.

Manifestazione contro le stragi nel Mediterraneo

Si tratta, spiegano dall'associazione Forlì Città Aperta, "di un episodio che si sarebbe potuto e dovuto evitare se si fosse intervenuti dopo l’avviso del giorno precedente ricevuto da Frontex. L’ennesimo evitabile episodio di una lunga e costante serie di tragedie che ogni anno provocano la morte di migliaia di persone nel Mediterraneo e sui confini europei lungo la rotta balcanica. In questi giorni abbiamo ascoltato affermazioni inaccettabili da parte di una classe politica incapace di assumersi le responsabilità di quanto accade ripetutamente nei nostri mari e non solo. Inascoltabili sono state le dichiarazioni del ministro dell’Interno Piantedosi il quale ha assolto l’Italia e l’Unione Europea, addossando la responsabilità sulle vittime e sugli “scafisti”. Affermare che “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli” significa ignorare deliberatamente che per una parte del mondo non esistono vie legali per emigrare in sicurezza verso l’Europa. Ciò è espressione di un sistema in cui ad alcuni individui sono concessi privilegi che ad altri vengono negati, impedendo loro la scelta di spostarsi liberamente che agli occidentali è garantita".

"Occorre domandarsi chi sia imputabile di questa ennesima tragedia in mare, così come di tutte le altre - viene aggiunto -. Chi sono i responsabili se non quei partiti che hanno portato avanti politiche migratorie respingenti e che hanno criminalizzato e trattato come emergenza un fenomeno sistemico che è sempre esistito. Ricordiamo fra tutte gli accordi Italia-Libia recentemente rinconfermati dal governo Meloni che finanziano la Guardia costiera libica e contribuiscono alle violazioni dei diritti umani all’interno dei lager. Si tratta dello stesso governo che sta portando avanti politiche volte a ostacolare i soccorsi in mare da parte delle navi delle Ong, politiche dichiarate illegittime anche dal tribunale di Catania e stigmatizzate dal Consiglio d’Europa. Non basta la solidarietà d’immagine verso popolazioni a cui poi viene impedita la possibilità di muoversi in sicurezza, portando a tragedie quali il naufragio di Cutro"

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