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Cronaca

Beatrice, vulcanica centista con la passione per lo sport: "Voglio diventare un protesista ortopedico"

Racconta di sè: "Apparentemente sembro molto timida ed introversa, ma quando arrivo a relazionarmi bene con una persona esplodo, divento molto socievole e non sto mai zitta"

Caratterialmente si paragona "ad un vulcano quiescente che si sta risvegliando". Beatrice Rossi è tra le studentesse dell'istituto tecnico "Saffi-Alberti" che chiuso il ciclo delle superiori col massimo dei voti. Racconta di sè: "Apparentemente sembro molto timida ed introversa, ma quando arrivo a relazionarmi bene con una persona esplodo, divento molto socievole e non sto mai zitta. Ma posso anche essere descritta come premurosa, sincera e gentile verso le persone a me care. Ma non mancano anche tratti negativi (d’altronde nessuno è perfetto) come l’orgoglio e la competitività, soprattutto dal punto di vista sportivo. Infatti una delle mie più grandi passioni è lo sport in generale, soprattutto la pallavolo, ma in questo periodo mi sto appassionando molto anche alla palestra e alla sala pesi. Ancora adoro molto il mondo nipponico. Altre mie passioni sono gli anime e i manga giapponesi. Ancora adoro le scalate in montagna che io le considero le mie “avventure”. Sono una persona che non vuole stare ferma".

Lei si è diplomata in Chimica, Materiali e Biotecnologie Sanitarie. Come mai ha scelto questo indirizzo?
Lo dice il nome stesso. Fin da piccola sono sempre stata interessata alle materie scientifiche e negli anni la mia curiosità e la voglia di studiarle non ha fatto altro che ampliarsi. Ero incuriosita nello scoprire come funzionasse la vita, il corpo umano, le reazioni chimiche, quindi questo indirizzo era perfetto per me. Anche se alle medie ero ancora indecisa sul mestiere da compiere in futuro, sapevo che sarebbe stato qualcosa che riguardasse l’ambito scientifico.

Come riassume i cinque anni trascorsi al Saffi Alberti e cosa rimpiangerà?
In parole povere direi che sono stati anni in continua discesa. Come ho detto in precedenza posso essere paragonata ad un vulcano inattivo, sempre pronto ad attivarsi ed eruttare. A mano a mano che trascorrevano gli anni mi relazionavo meglio con i miei compagni di classe ma anche sul piano scolastico tutto è stato in continua discesa. Ogni anno la mia voglia di studiare aumentava, anche perché si iniziò a studiare gli argomenti che più mi interessavano, rendendo il tutto più facile. Non c’è stato anno in cui non sono maturata almeno un po’. Per questo penso di non aver nulla da rimpiangere. Sono contenta di questo percorso.

La didattica a distanza ha prevalso nell'ultimo anno e mezzo. Come si è trovata con questa alternativa formativa?
Ritrovarsi improvvisamente a studiare davanti ad un computer mi ha messo abbastanza in difficoltà. Sia per noi studenti ma anche per i professori è stato tutto nuovo, confusionario ma soprattutto stancante. Arrivavo a fine giornata con la testa che esplodeva, sia a causa del lungo periodo passato al computer ma anche per la grande quantità di argomenti da studiare durante il resto della giornata. Mi è capitato a volte di passare tutto il giorno davanti ai libri e andare a dormire a tarda notte. Molte volte abbiamo avuto anche problemi tecnici: la connessione che saltava, la telecamera e il microfono che funzionavano a scatti, In più la didattica a distanza ti ha tolto tutto sul piano sociale con i compagni. Si, è un’ottima alternativa per continuare a studiare nelle situazioni di emergenza, ma non si può prendere in considerazione come la scuola del futuro

Che sensazioni ha provato prima e dopo l'esame di maturità? Era l'ultima volta per lei al Saffi-Alberti....
Prima dell’esame in casa regnava l’ansia, sia da parte mia ma anche dei miei genitori, ma sapevo già che l’emozione principale che avrei provato nel periodo precedente alla maturità sarebbe stata questa. L’ansia era maggiormente dettata dalle aspettative che si erano create sia da parte mia ma anche dai miei conoscenti ed io non le volevo deludere, ma questa è un’emozione che molti studenti vivono prima degli esami. Dopo la maturità ho provato un senso di liberazione per i primi giorni, ma poi ho iniziato a provare nostalgia e ancora ansia, perché appunto quella sarebbe stata l’ultima volta che entravo in quella scuola a cui mi sono molto affezionata. Ancora non ho metabolizzato il fatto che il 15 settembre non mi sveglierò più per andare a scuola.

Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
In futuro voglio diventare un protesista ortopedico specializzato nella costruzione di qualsiasi tipo di protesi, soprattutto quelle sportive e la triennale di tecniche ortopediche è la scelta più giusta. Nel mondo ci sono molte persone che sono impossibilitate a praticare sport perché non possiedono gli arti e posso anche capire il loro disagio, infatti a causa di un infortunio al ginocchio sono stata un anno ferma senza praticare alcun tipo di sport. Sapevo che le sensazioni che ho provato per un anno, molte persone le provano tutti i giorni e in un quantitativo maggiore e questo non fa altro che ampliare il mio senso di frustazione. Per questo ho deciso di intraprendere questo percorso e in un futuro ancora prossimo pensavo di ricominciare gli studi universitari nell’ambito di ingegneria biomedica così da progettare nuovi tipi di protesi che possano migliorare la loro vita.

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