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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Dovadola

A 49 anni dalla morte il ricordo non s'affievolisce: messa per Benedetta

Sarà una santa messa in programma domenica 20 gennaio, alle 10.30, nella Badia di Sant'Andrea, il momento culminante delle celebrazioni per i 49 anni dalla morte di Benedetta Bianchi Porro. La liturgia eucaristica in suffragio della venerabile

Sarà una santa messa in programma domenica 20 gennaio, alle 10.30, nella Badia di Sant’Andrea, il momento culminante delle celebrazioni per i 49 anni dalla morte di Benedetta Bianchi Porro. La liturgia eucaristica in suffragio della venerabile sarà presieduta dal cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, con l’assistenza del vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi. Le spoglie terrene di Benedetta, volata in cielo all’età di 28 anni la mattina del 23 gennaio 1964 a Sirmione del Garda, giacciono dal 22 marzo 1969 nella Badia di Dovadola, meta incessante di devoti da tutto il mondo.

L’iter diocesano della sua canonizzazione, partito ufficialmente l’8 dicembre 1973, è approdato, per ora, al riconoscimento di venerabile: merito del decreto di “virtù eroiche” emesso da papa Giovanni Paolo II nel 1993. Questo significa che, nell’attesa della prova certa di un miracolo che la innalzi al rango di beata, anticamera della santità vera e propria, ci si può già rivolgere a lei in preghiera. “Gli anniversari di Benedetta – dichiara il sindaco di Dovadola Gabriele Zelli – costituiscono un appuntamento importante per il nostro piccolo comune, che ha il privilegio di averle dato i natali e di conservarne le spoglie mortali”.

La testimonianza offerta dalla martire, dall’alto della sua breve vita irta di sofferenze inenarrabili, induce a riflettere con attenzione sul senso dell’esistenza, a partire proprio dall’esperienza umana. “E' sufficiente pensare – continua Zelli – al modo in cui la venerabile affrontò nel 1963 la cecità. Si tratta della menomazione più atroce per un essere umano”. Benedetta, che già aveva patito il progressivo deteriorarsi delle funzioni motorie e la sordità, si ritrovò praticamente isolata dal mondo. “La giovane – continua Zelli – riuscì a superare tutto ciò quando, sempre in quell’anno, si recò a Lourdes con l’Unitalsi”. “Vado dalla Mamma (la Madonna, n.d.r.) - scrisse a sua madre - per trovare forza di accettare il mio stato”.

Basta leggere quanto riuscì a comunicare, al ritorno, ad un’amica: “Cara Paola, io mi sono accorta, tornando da Lourdes, più che mai della ricchezza del mio stato, e non desidero altro che conservarlo, e questo è il miracolo”. Il sogno della dovadolese, icona mondiale dell’accettazione cristiana della sofferenza, era diventare missionaria. C’è riuscita, ma dal letto di dolore determinato dal morbo di Recklinghausen, terribile malattia autodiagnosticata, che ha già proiettato Benedetta sul gradino più alto della devozione popolare. “Questa donna straordinaria - conclude il sindaco - aveva perso la vista degli occhi, scoprendo però quella dei contemplativi puri, capaci di intravedere la realtà con gli occhi del cuore”.

Quest’anno Benedetta sarà commemorata il 20 gennaio, trattandosi della prima domenica utile concessa dal calendario. Don Alfeo Costa, parroco di Dovadola e vice postulatore della causa di beatificazione, ha però indetto una santa messa anche per il 23 gennaio, giorno effettivo del “dies natalis” della venerabile. “Invito tutti i sacerdoti e religiosi diocesani – scrive don Costa - alla concelebrazione prevista per mercoledì prossimo, alle 20.30, in Badia, presieduta dal nostro vescovo monsignor Lino Pizzi”. Il memoriale corale del sacrificio di Cristo, nel giorno della salita al cielo di Benedetta, è sacrosanto: “Penso che la Venerabile Benedetta Bianchi Porro possa essere un modello meraviglioso in questo Anno della Fede. Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti”.

La venerabile è un tesoro spirituale non solo per Dovadola e Sirmione, i luoghi della sua esistenza terrena, ma per l’intera diocesi, e, in prospettiva più ampia, per la Chiesa universale, nella quale la sua santità dovrà risplendere.

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