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Cronaca

Le benedizioni pasquali nell'era del covid: le parrocchie raccolgono le prenotazioni

Il neo vicario generale diocesano, don Enrico Casadei Garofani, ha diramato ai sacerdoti le indicazioni del vescovo mons. Livio Corazza per le benedizioni pasquali nelle parrocchie di Forlì-Bertinoro

“Non vogliamo perdere la speranza e restiamo pronti nell’attesa di condizioni più favorevoli”. Il neo vicario generale diocesano, don Enrico Casadei Garofani, ha diramato ai sacerdoti le indicazioni del vescovo mons. Livio Corazza per le benedizioni pasquali nelle parrocchie di Forlì-Bertinoro. “La visita alle famiglie e la preghiera fatta insieme – scrive il vicario - dovranno essere, pur con la cautela e la sobrietà necessarie, un’occasione di vicinanza umana e spirituale alle persone, un segno di speranza, un invito vivere questa situazione così sofferta e difficile, lasciandosi guidare dalla luce della fede nel Cristo risorto”.

Per quanto riguarda i tempi, “non si inizino le benedizioni fino a quando la Regione Emilia-Romagna non sia dichiarata in “fascia gialla”. E questa è una condizione che si è avverata e persiste dal 1° febbraio scorso. “Quando sarà possibile – continua la nota - nel rispetto di tutte le norme, le visite e le benedizioni alle famiglie riprenderanno”. Molti parroci hanno già iniziato, all’insegna della massima cautela. Un esempio su tutti è quello di don Felice Brognoli, curato di S. Maria Assunta della Pianta. Nel 2020 iniziò il 16 gennaio e continuò sino alla fine del mese di maggio. Quest’anno, in linea con le indicazioni episcopali, chiede espressamente la prenotazione: “Chi vuole la benedizione pasquale, deve telefonare alla segreteria parrocchiale”. Non potendo aspergere negli ambienti che incontrerà, don Felice consegnerà delle boccette con l’acqua benedetta alle famiglie che la richiederanno.

Nel suo documento, il vicario don Enrico Casadei Garofani si premura anche di comunicare che “non dovranno sorprendersi se, in alcune parrocchie si sarà costretti a ricorrere non solo alle settimane del Tempo pasquale, ma anche a quelle successive. In ogni caso, è opportuno che, entro Pasqua, anche chi non ha ricevuto la benedizione possa ricevere nella buchetta della posta un messaggio, o un cartoncino di augurio e di speranza”. Due righe anche sullo stile da tenere: “Si tenga conto, con intelligenza e delicatezza, dei diversi stati d’animo delle persone. In particolare, chi dovesse mostrare titubanza o ritrosia nell’accogliere visite, non sia assolutamente forzato, ma salutato, anche solo attraverso il citofono, con comprensione e benevolenza”.

Don Enrico indica pure le modalità per la visita e la benedizione alle famiglie: “Chi effettua la visita dovrà essere sempre una singola persona: ministro ordinato, consacrato/a, laico/a. Visiterà esclusivamente le famiglie che ne hanno fatto richiesta, oppure quelle che hanno almeno ricevuto precisa comunicazione circa il giorno e la fascia oraria della visita, in modo che possano essere debitamente preparate”. Certamente non è possibile visitare le case in cui vive chi ha avuto sintomi influenzali o temperatura corporea superiore ai 37,5°C negli ultimi tre giorni; chi si trova in quarantena o in isolamento; chi ha avuto contatti con persone positive al Covid-19 negli ultimi 14 giorni; chi ha soggiornato o è transitato da Paesi stranieri o aree nazionali ritenute a rischio negli ultimi 14 giorni e non ha ricevuto esito negativo dall’esame diagnostico per il Covid-19. La nota vicariale si chiude con un auspicio: “Auguro a tutti di essere seminatori della Parola e portatori di speranza in ogni casa in cui andrete”. 

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