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Cronaca

Benessere equo e sostenibile in provincia: redditi bassi nel confronto regionale. In calo la criminalità predatoria

La Camera di commercio della Romagna contribuisce a valorizzare la sintesi degli ultimi dati ufficiali, sul benessere equo e sostenibile (Bes), in provincia di Forlì-Cesena

La Camera di commercio della Romagna contribuisce a valorizzare la sintesi degli ultimi dati ufficiali, sul benessere equo e sostenibile (Bes), in provincia di Forlì-Cesena. Il Bes viene declinato attraverso un insieme organico di indicatori, suddivisi in 11 dimensioni: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi.

Gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) 2022 delle province italiane, sono da poco usciti ad opera dell’Istituto nazionale di statistica, e hanno la finalità di misurare e confrontare, ricorrendo a dati quantitativi e qualitativi, i diversi modelli di sviluppo territoriale, evidenziando esiti e ritardi. Gli indicatori sono riuniti per argomento e la possibilità di metterli a confronto offre l’occasione, per le province, di comprendere e valutare il proprio posizionamento in ciascuna area.

SALUTE 

Nell’ambito della dimensione salute è evidente come la pandemia da Covid-19 abbia influenzato in negativo, anche per l’anno 2021, gli indicatori legati al tema dell’aspettativa di vita. In provincia di Forlì-Cesena i valori del 2020 relativi alla speranza di vita alla nascita per maschi, femmine e totale erano tutti superiori sia al dato regionale che a quello nazionale; tale tendenza si conferma anche nelle stime del 2021, nonostante il confronto con il dato regionale esprima una differenza in negativo dello 0,1-0,2%. Spicca comunque il dato sulla speranza di vita femminile nel territorio provinciale che si attesta nel 2021 a 85,1 anni con un dato superiore alla media nazionale.

Migliori rispetto ai territori di confronto i tassi standardizzati di mortalità totale e 65 anni e più (dati riferiti all’anno 2019); il tasso standardizzato di mortalità totale si attesta a 77,1 morti per diecimila abitanti, rispetto ai 78,8 del dato regionale e agli 82,5 del dato nazionale; il tasso standardizzato di mortalità dai 65 anni e più è in provincia di Forlì-Cesena di circa 386 morti per diecimila residenti, rispetto ai circa 396 del dato regionale e ai 416 del dato nazionale.

La speranza di vita, cioè il numero medio di anni che una persona di 65 anni può aspettarsi ancora di vivere in base ai tassi di mortalità registrati nell’anno di riferimento, è di 20,6, perfettamente in linea con l’aspettativa regionale e lievemente superiore a quella nazionale (20,3).

ISTRUZIONE E FORMAZIONE 

il profilo di benessere legato alla dimensione istruzione e formazione, con dati aggiornati in prevalenza al 2021, si presenta variegato nel nostro territorio provinciale. Il primo indicatore che riguarda i giovani che non lavorano e non studiano, appare particolarmente basso rispetto al dato nazionale (13,8%, quasi dieci punti in meno) e inferiore anche al dato regionale, che testimonia un’attenzione particolare per contrastare il fenomeno dei cosiddetti ”Neet”. Dato confortante che invita tutti i soggetti interessati a perseguire politiche che consolidino questo trend, e se possibile, di migliorarlo.

La percentuale di persone tra i 25 e 64 anni con almeno un diploma (il 63 %) risulta più bassa della media regionale di oltre cinque punti seppur superiore alla media nazionale; dato che va approfondito per rilevarne cause e problematiche e migliorarne la percentuale.

Il dato dei laureati ed altri titoli terziari nella fascia d’età 25-39 è in aumento rispetto alla rilevazione precedente; con lo sviluppo continuo dell’Università degli studi di Bologna sul versante forlivese-cesenate, si ritiene che questa percentuale debba avere una crescita costante nell’immediato futuro, viste le opportunità sempre crescenti di corsi di laurea. Il recente accordo per la strutturazione di un corso di laurea di medicina e chirurgia a Forlì va in questa direzione.

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA 

Riguardo al settore lavoro e conciliazione dei tempi di vita, occorre premettere che analizzare i dati sui livelli della mancata partecipazione al mondo del lavoro (tasso di inattività) presenta spesso problematiche complesse.

Il tasso di inattività (15-74 anni) preso in esame in questa rilevazione considera come dato statistico la percentuale di disoccupati della fascia d’età più le forze di lavoro potenziali della fascia d’età che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma sono disponibili a lavorare sul totale delle forze di lavoro. Fatta questa premessa, il dato che emerge riferito al territorio provinciale (37,2%) è pressoché in linea con quello regionale (36,8%) e distante da quello nazionale (44,1%); ancora meglio il tasso di inattività giovanile (15-29 anni) al 50,7% in provincia di Forlì-Cesena, rispetto al 55,9% regionale e al 60% nazionale. Analizzando però la differenza di genere nel tasso di inattività nella popolazione 15-74 anni (F - M), il nostro territorio evidenzia una percentuale del 14,8 rispetto a quella regionale del 12,5 (dati 2021).

Per quanto riguarda l’occupazione, assai positivi i dati sia sul lavoro giovanile (11 punti in percentuale superiore alla media nazionale e oltre 4 punti di quella regionale), come pure il tasso di occupazione complessivo 20-64 anni (73,9%), nettamente superiore alla media nazionale e leggermente sopra a quella regionale; permane invece preoccupante il gap tra il tasso di occupazione femminile e maschile (20-64 anni), che si attesta a -16,4 p.p., praticamente in linea con il dato del 2020.

Il tasso di disoccupazione generale 2021 (5,5%) risulta in linea alla media regionale, ma nettamente più basso del dato nazionale mentre quello giovanile (10,2%) è migliorativo rispetto alla precedente rilevazione, proseguendo un trend positivo che si evidenzia da alcuni anni; confrontando i dati sulla occupazione/disoccupazione totale/giovanile è possibile affermare la buona occupazione del territorio provinciale di Forlì-Cesena. Permane elevato il dato sugli infortuni sul lavoro e inabilità permanente (dato 2020), che si attesta al 12,0 (per 10mila occupati), superiore sia al dato regionale sia al dato nazionale, seppure in calo di oltre 6 p.p. rispetto alla rilevazione precedente..

BENESSERE ECONOMICO 

Riguardo al benessere economico, la situazione reddituale dei cittadini del territorio provinciale presenta aspetti non propriamente positivi, soprattutto nel confronto regionale: il reddito medio per contribuente (19.595 euro): -2.000 euro circa, la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (19.671 euro): -3.000 euro circa. Anche nel confronto nazionale entrambi i dati presentano un segno negativo, sebbene con differenze molto meno marcate. Il confronto si basa sulle ultime rilevazioni statistiche dell’anno 2020.

Pure l'importo medio annuo delle pensioni (12.162 euro) risulta inferiore alla media regionale, ed allineato alla media nazionale; migliore il dato sulle pensioni di basso importo, che è maggiore di 1,9 p.p. al dato regionale ma inferiore di 1,2 punti rispetto al dato nazionale. (rilevazione dati anno 2021).

La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti si attesta praticamente sugli stessi valori nazionali, ma in controtendenza rispetto a quelli regionali, con una marcata differenza in senso positivo, a testimonianza di un minore utilizzo nel nostro territorio di contratti flessibili, part-time, stagionali da parte delle donne.

RELAZIONI SOCIALI 

La dimensione relazioni sociali evidenzia le seguenti tendenze, riguardo ai temi sulla disabilità, l’immigrazione e la società civile. Inferiore il dato sulla presenza di alunni disabili rispetto agli altri contesti territoriali, sia rispetto alla percentuale di alunni disabili nel complesso, sia rispetto all’indicatore riguardante le scuole di II grado.

Nel tema immigrazione la percentuale dei permessi di soggiorno sul totale degli stranieri non comunitari residenti è dell’88,1%, pressoché in linea col dato regionale ed inferiore al dato nazionale di 1,5 p.p. (dati anno 2021). Rispetto alle acquisizioni di cittadinanza, che misura la percentuale di cittadini stranieri residenti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel corso dell’anno sul totale degli stranieri residenti (dato anno 2020), risulta inferiore di un punto rispetto al dato regionale e nazionale (1,6 rispetto al 2,6).

POLITICA ED ISTITUZIONI 

In merito a politica ed istituzioni, il problema della rappresentanza politica delle donne in italia rimane una situazione generalizzata, sia nelle amministrazioni centrali, sia nelle amministrazioni locali. Nonostante diversi interventi normativi specifici approvati negli anni (non ultima la legge “Del Rio”che prevede l'obbligo negli organismi decisionali degli Enti Locali di una presenza equilibrata dei due sessi),“le quote rosa” faticano nel nostro Paese a trovare una corrispondenza istituzionale. Nella nostra regione, comunque, il dato regionale e quello dei Comuni del territorio provinciale si attesta su una percentuale superiore al dato nazionale, che è attorno al 33%, mentre a livello comunale si attesta oltre il 37%, nel pieno rispetto delle ”quote rosa”, ma nell'ambito obbligatorio previsto da tale legge.

SICUREZZA 

In tema di sicurezza per quello che riguarda i dati sulla criminalità, le rilevazioni fanno riferimento all’anno 2020; quasi tutti gli indicatori della criminalità generale risultano molto inferiori alla media regionale e nazionale.

Nel dettaglio, il tasso di criminalità predatoria (rapine denunciate per 100mila abitanti) (20,5) è assai distante dal dato regionale (37,7) e da quello nazionale (33,6), come le truffe e frodi informatiche (296,1, contro il 400,5 regionale e 417,5 nazionale). Confrontando questi due indicatori con le rilevazioni degli anni precedenti, si nota come nel caso delle truffe e frodi informatiche ci sia un costante aumento dal 2015 (il dato di partenza era 247,7), mentre per la criminalità predatoria si osserva una costante diminuzione (il dato di partenza era 36,9). In calo il dato sulle violenze sessuali che si attesta intorno a circa 7 casi ogni 100.000 abitanti, in linea col dato nazionale e inferiore di 3,3 punti al dato regionale. Unico dato in linea con quelli regionali e nazionali è il tasso di omicidi volontari (0,5% per 100mila abitanti).

Il tema della sicurezza stradale è affrontato analizzando il numero di feriti rispetto agli incidenti e rispetto alla popolazione residente. I dati, riferiti all’anno 2020 evidenziano per il territorio di Forlì-Cesena un andamento migliore rispetto alla regione e all’Italia per quanto riguarda il rapporto percentuale tra i feriti e gli incidenti sia per ogni tipologia di strada, sia ristretto al solo ambito stradale extraurbano (escluse le autostrade). Va segnalato però che mentre risultano in forte calo la percentuale dei feriti per 100 incidenti su strade extraurbane (-7,5 p.p. rispetto all’anno 2019) quella dei feriti per 100 incidenti stradali è aumentata di 3 p.p.

L’analisi del tasso di feriti in incidenti stradali ogni 1.000 abitanti, evidenzia un dato peggiore (3,7) sia in raffronto al dato regionale sia al dato nazionale. La differenza è rispettivamente di 0,3 e di 1 punti percentuale, probabilmente a causa della vocazione turistica del territorio provinciale di Forlì-Cesena, con un consistente aumento del traffico nei periodi di vacanza.

PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE 

La percentuale relativa alla densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico si attesta sullo 0,1%, dato più basso rispetto al valore regionale (0,7%) e nazionale (1,7%). Va sottolineato che l'indicatore misura le sole aree verdi vincolate ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004 e s.m.): spazi a cui si riconosce un interesse pubblico come giardini, parchi annessi alle grandi proprietà nobiliari, orti e i giardini botanici, sempre se caratterizzati da rilevanza artistica o storica. Inoltre il dato si riferisce al comune capoluogo di Provincia e la rilevazione risale all’anno 2020.

Non del tutto soddisfacente per il territorio forlivese e cesenate l’indicatore sulla densità e rilevanza del patrimonio museale (anche a cielo aperto) che certifica il numero di strutture espositive permanenti per 100 kmq (musei, aree archeologiche e monumenti aperti al pubblico), ponderato per il numero dei visitatori, che si attesta su un dato inferiore sia a livello regionale che nazionale (0.5 a fronte di 1.0 regionale 1.3 nazionale), nonostante la presenza di musei rilevanti a livello nazionale ed internazionale (i musei del San Domenico a Forlì, il museo interreligioso a Bertinoro).

AMBIENTE 

Riguardo all’ambiente, l'analisi della situazione presenta nel nostro territorio una situazione non positiva; la disponibilità di verde urbano nella provincia Forlì-Cesena (24,1 mq per abitante nel capoluogo di provincia) presenta un valore assai inferiore a quello regionale (45,5 mq per abitante) e pure a quello nazionale (31 mq per abitante) (dato statistico riferito all’anno 2020).

Negativo il valore relativo alla concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria nel comune capoluogo di provincia (14 μg/m3), di 4 μg/m3 al di sopra del valore limite per la protezione della salute umana fissato a 10 μg/m3. Positivo invece il valore relativo alla concentrazione media annua di NO2 dove il valore relativo alla provincia di Forlì-Cesena (24 μg/m3), è di 16 μg/m3 al di sotto del valore limite per la protezione della salute umana fissato a 40 μg/m3.

L’indicatore energia elettrica da fonti rinnovabili, che misura il rapporto percentuale tra la produzione lorda annua di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili e l’energia elettrica lorda consumata nello stesso anno presenta un dato nel territorio provinciale del 24,8% rispetto al 24,3% regionale e lontanissimo dal 41,6% nazionale. Il dato è riferito all’anno 2020 e testimonia comunque un evidente ritardo da colmare.

RICERCA, INNOVAZIONE E CREATIVITÀ 

Il tema della ricerca, innovazione e creatività, con rilevazioni statistiche aggiornate al 2020, assume rilevanza sempre maggiore nel tessuto produttivo locale e nazionale, dove l’estrema concorrenzialità dei mercati spingerà sempre di più le imprese in questa direzione.

L’indicatore che analizza la specializzazione produttiva in settori ad alta intensità di conoscenza (percentuale di imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza sul totale delle imprese (esclusa PA) presenta sul territorio provinciale di Forlì-Cesena un gap negativo; -10,3% rispetto al dato regionale e -12% rispetto al dato nazionale.

QUALITÀ DEI SERVIZI 

 Gli indicatori socio-sanitari sono complessivamente positivi; seppur non eccelsa la percentuale di bambini (0-2 anni) che ha usufruito di servizi per l'infanzia (24,9%), risulta assai superiore al dato nazionale (3,7%), anche se inferiore al dato regionale (28,4%); così come è particolarmente basso l'indicatore dell’emigrazione ospedaliera in altra regione (2,9% rispetto al 4,8% regionale e al 7,3% nazionale). Rilevante la presenza di servizi per l’infanzia, lievemente superiore al dato regionale e di un terzo di quella nazionale. Si segnala comunque la crescita in percentuale dei bambini 0-2 anni che usufruiscono dei servizi per l’infanzia nel territorio provinciale di Forlì-Cesena; la rilevazione precedente, anno 2019, forniva una percentuale del 22,2%; l’attuale rilevazione, anno 2020, del 24,9%, quindi un aumento del 2,7 p.p.

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