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Cronaca

Duemila presenze per le aperture domenicali del Museo Romagnolo del Teatro e del Risorgimento

Attraverso quanto è conservato nei locali di Palazzo Gaddi, occupati dal Museo Romagnolo del Teatro, si può raccontare buona parte della storia della lirica dai primi decenni dell'Ottocento

Con l'incontro dedicato alla liuteria forlivese, che ha visto come protagonista Luigi Foscolo Lombardi impegnato ad illustrare alcuni strumenti in fase di realizzazione, si è concluso il service promosso dai Lions Club forlivesi e dal Leo Club che ha garantito l'apertura del Museo Romagnolo del Teatro nel corso dei pomeriggi delle domeniche di maggio. In precedenza i soci dei medesimi sodalizi, sempre in collaborazione con il personale del Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì, avevano svolto lo stesso servizio per sei domeniche al Museo del Risorgimento nell'anno in cui ricorrono: il 200° anniversario della nascita di Aurelio Saffi, il 170° della Repubblica Romana, della morte di Anita Garibaldi e della Trafila garibaldina. 

Durante il corso dei dieci pomeriggi sono stati organizzati, secondo un programma elaborato da Andrea Mariotti, Paolo Talamonti e Gabriele Zelli, quattro concerti di ottimo livello e molto partecipati, tre visite guidate che hanno riscosso una notevole adesione e altrettante interessanti conferenze seguite sempre da un discreto numero di persone. Tanto che oltre 2.000 cittadini forlivesi e non hanno avuto la possibilità di conoscere due musei molto importanti che raccontano una storia di valenza non solo locale, anzi di rilevanza nazionale e mondiale. Attraverso quanto conservato al Museo del Risorgimento si può mettere in evidenza il ruolo di primo piano svolto dai patrioti forlivesi per il raggiungimento dell'Unità d'Italia e per l'indipendenza da ingerenze straniere. Vi sono conservati documenti, oggetti, immagini, divise, appartenuti a: Piero Maroncelli, Aurelio Saffi, Giorgina Craufurd Saffi, Achille Cantoni, Carlo Matteucci, Giovita Lazzarini e Antonio Fratti, i massimi esponenti della Forlì che iniziò a credere alla necessità di riunire un paese che era diviso in più stati spesso sotto l'influenza di altre nazioni.

Attraverso quanto è conservato nei locali di Palazzo Gaddi, occupati dal Museo Romagnolo del Teatro, si può raccontare buona parte della storia della lirica dai primi decenni dell'Ottocento fino alla Prima guerra mondiale periodo in cui, solo per fare alcuni esempi, il compositore Gaetano Donizetti scriveva opere perché fossero interpretate dal soprano forlivese Eugenia Savorani Tadolini, così come in seguito fecero Giacomo Puccini e Pietro Mascagni per Maria Farneti, altra sublime interprete lirica cittadina. Si può anche rievocare il rapporto che si instaurò fra Giuseppe Verdi e il tenore Angelo Masini quando il compositore di Busseto decise di affidare a Masini la parte principale per il debutto della Messa da Requiem, riscuotendo entrambi un successo senza pari. Senza dimenticare Giuseppe Paganelli, Giuseppe Siboni, Carlo Zampighi, Giulietta Simionato, fino a Wilma Vernocchi che ancora oggi, con la passione di sempre, continua a dare lustro alla città di Forlì.  

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