La disperata corsa all'ospedale non le salva la vita: morte in culla, vittima un bimba di 8 mesi
Sull'episodio indagano i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Meldola, al comando del tenente Gino Lifrieri, in supporto ai colleghi di Santa Sofia
La disperata corsa all'ospedale. Minuti lunghissimi tra ansia e speranza. Poi il tragico annuncio. Dramma giovedì pomeriggio a Santa Sofia, dove è spirata una bimba di appena otto mesi, figlia di una coppia di giovani cittadini stranieri residenti nella località della vallata del Bidente. Sull'episodio indagano i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Meldola, al comando del tenente Gino Lifrieri, in supporto ai colleghi di Santa Sofia. La salma si trova all'ospedale "Morgagni-Pierantoni", a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il pubblico ministero di turno, Sara Posa, ha disposto infatti gli approfondimenti del caso per chiarire le cause del decesso. Dai primi riscontri non sarebbero emersi segni di morte violenta. Presumibilmente si tratta quindi di "morte bianca", di quelle che avvengono in culla per motivi misteriosi.
I fatti
Secondo quanto ricostruito dagli uomini dell'Arma, la coppia, dopo pranzo, si è intrattenuta con la bimba, per poi portarla in camera da letto e collocarla in culla. Dopo un po' di coccole, entrambi i genitori si sono spostati in un'altra stanza per faccende domestiche. Una decina di minuti più tardi il padre è tornato in camera per controllare la bimba, trovandola cianotica. La piccola non respirava. Immediata la disperata corsa al locale nosocomio. I medici hanno cercato di fare tutto il possibile per strapparla alla morte, con disperati tentativi di rianimazione, ma intorno alle 16 non hanno potuto fare altro che constarne il decesso.
Le indagini
Dall'ospedale "Nefetti" è partita la segnalazione agli uomini dell'Arma. I Carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nell'abitazione della coppia per trovare elementi utili ai fini delle indagini. Contemporaneamente hanno raccolto le prime informazioni dal personale medico per chiarire se potesse trattarsi di un caso di cosidetta "morte bianca". Il sostituto procuratore Sara Posa ha disposto il trasferimento della salma per accertamenti sanitari ed un possibile esame autotpico.
Dalle prime analisi non sarebbero emersi segni di traumi; quindi sarebbe escluso il decesso per morte violenta. Si tratterebbe, ma si attendono i risultati degli esami, di un caso di morte bianca o morte in culla, scientificamente chiamata sindrome della morte improvvisa del lattante. E' un fenomeno che colpisce i neonati sani nel primo anno di vita e che non trova nessuna spiegazione presso la comunità scientifica. Un dolore che non conosce confini ed una tragedia inimmaginabile quella che sta vivendo in queste ore la giovane famiglia.