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Cronaca

Bimbi adottati, elaborato un percorso per evitare il disagio nelle scuole

L’inserimento a scuola dei bambini di recente adozione è una fase cruciale e delicata, sia per il formarsi della nuova famiglia, sia per il successo e la continuità scolastica del bambino

L’inserimento a scuola dei bambini di recente adozione è una fase cruciale e delicata, sia per il formarsi della nuova famiglia, sia per il successo e la continuità scolastica del bambino. Per questo è in fase di sottoscrizione un protocollo d’intesa tra Ufficio Scolastico Regionale – Ufficio Provinciale di Forlì-Cesena, Provincia di Forlì-Cesena, le Ausl di Forlì e di Cesena, i Comuni del territorio provinciale e gli enti autorizzati alla gestione delle adozioni.

Il testo dell’intesa, recentemente approvato dalla Giunta Provinciale, riconosce che la genitorialità adottiva è un’esperienza complessa con caratteristiche proprie che la differenziano dalla genitorialità biologica, che la grande maggioranza delle famiglie si trova a vivere. Per la sua specificità sono necessari un sostegno e un accompagnamento particolare. Accanto alle linee guida per i percorsi di adozione e quindi di inserimento in famiglia di minori, si rendono sempre più indispensabili modalità standard di ingresso nei servizi scolastici.

“Ogni anno nel territorio di Forlì-Cesena circa 20-30 bambini neo-adottati si trovano a vivere la doppia difficoltà di inserirsi nella famiglia affidataria e di lì a poco anche nel nuovo contesto scolastico - afferma il vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena Guglielmo Russo, con delega al Welfare -. Troppo spesso, infatti, l’inserimento a scuola avviene in tempi contigui o assai ravvicinati all’arrivo in famiglia, quando è ancora in fase di costituzione la famiglia stessa".

Chiosa Russo: "E’ inoltre fondamentale considerare che molto spesso i bambini adottati internazionalmente provengono da Paesi dove l’obbligo scolastico parte dai 7 anni (e non dai 6 come in Italia) e che nella maggioranza dei casi la loro frequenza scolastica nel paese d’origine è frammentaria e lacunosa. Non ultimo è importante ricordare che i bambini adottati sono spesso portatori di una storia fatta di abbandoni e a volte traumi e maltrattamenti, storia che può aver compromesso la loro autostima e intervenire anche significativamente nel loro processo di apprendimento, soprattutto nei primi anni di frequenza scolastica in Italia. A questi bambini dobbiamo garantire dei percorsi adatti alle loro esigenze che permetta loro la ripresa di uno sviluppo armonioso nonostante la separazione dai loro precedenti ambienti di vita”.

Il protocollo d’intesa mira a realizzare una positiva collaborazione tra i servizi sociali e sanitari locali, gli enti autorizzati alla gestione delle adozioni e le istituzioni scolastiche. Il testo prevede che, ognuno nei propri ruoli, al momento dell’iscrizione i genitori, i servizi socio-sanitari, la scuola gli enti autorizzati in caso di adozioni internazionali si confrontino per individuare un percorso personalizzato di inserimento a scuola, anche sulla scorta della “storia di vita” del minore, riconoscendo così la specificità dell’esperienza adottiva. Il progetto di accompagnamento del minore può prevedere tempi e modalità di inserimento graduali e flessibili.

Qualora se ne ravvisi la necessità, l’inserimento del bambino a scuola potrà avvenire in una classe non necessariamente corrispondente all’età anagrafica. Si prevedono, inoltre, monitoraggi del percorso e possibili aggiustamenti in itinere. Il testo diventerà presto pienamente operativo, dopo la sottoscrizione da parte dei soggetti istituzionali coinvolti (Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna – Ufficio territoriale di Forlì-Cesena; Provincia di Forlì-Cesena; Azienda Usl di Forlì; Azienda Usl di Cesena; istituzioni scolastiche del territorio; Comuni del territorio provinciale di Forlì-Cesena; enti autorizzati alla gestione delle adozioni).

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