rotate-mobile
Cronaca

Bonfiglioli paga il tampone ai dipendenti, protesta un vaccinato: "Non mi sento sicuro in fabbrica"

Con l'introduzione del green pass obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, a partire da venerdì, va di traverso ad alcuni lavoratori la scelta delle loro aziende di fornire tamponi gratuiti ai non vaccinati

Con l'introduzione del green pass obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, a partire da venerdì, va di traverso ad alcuni lavoratori la scelta delle loro aziende di fornire tamponi gratuiti ai non vaccinati. E' il caso della Bonfiglioli, che anche nello stabilimento di Forlì pagherà il tampone obbligatorio ogni due giorni ai lavoratori per essere in regola con le norme sul green pass. Lo sfogo arriva da un lavoratore vaccinato.

Se in molte aziende le proteste della maggioranza dei lavoratori vaccinati arrivano per quello che di fatto è un incremento di compenso elargito a chi ha rifiutato gli inviti ad aderire ad una misura di prevenzione a tutela anche della società stessa, come è qualsiasi campagna di vaccinazione di massa, il lavoratore della Bonfiglioli protesta invece la mancanza di sicurezza sul lavoro nei suoi confronti. 

Scrive l'addetto: “Sono sempre stato orgoglioso di essere un dipendente della Bonfiglioli. Ma sono venuto a conoscenza che l'azienda ha deciso di effettuare i tamponi gratuitamente e al proprio interno esclusivamente per motivi di produzione. Sono amareggiato, è dal molti anni che la Bonfiglioli si prodiga per la sicurezza ma alla fine la produzione ritorna al primo posto. A questo punto mi chiedo se in questa situazione di pandemia, una fabbrica realizzi condizioni migliori di sicurezza contro il rischio infezioni se ha solo una sola parte di persone vaccinate. Il green pass a seguito da tampone non garantisce la non cotagiosita del lavoratore e penso che il datore di lavoro sia responsabile per avermi messo a rischio contagio. Il tampone, ogni 48 o 72 ore, non rende pienamente sicuri i lavoratori è e non può essere utilizzato ai fini degli adempimenti e delle responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro”. Va anche detto, però, che neppure il vaccino garantisce totalmente la non contagiosità.

Il dipendente di Bonfiglioli vorrebbe quindi l'introduzione del vaccino obbligatorio, che però non può che avvenire per legge: “A mio parere il datore di lavoro "deve chiedere" ai propri dipendenti di vaccinarsi. Non farlo espone ad un rischio tutti soprattutto quelle persone che per motivi di salute non possono vaccinarsi. Il vaccino è la risposta al suo dovere di tutelare la salute dei propri dipendenti ed è evidente che il green pass da tampone non basta. Chiedo solo di ritornare ad essere fiero di fare parte della Bonfiglioli e non solo di fare parte di un processo produttivo”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bonfiglioli paga il tampone ai dipendenti, protesta un vaccinato: "Non mi sento sicuro in fabbrica"

ForlìToday è in caricamento