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Cronaca

Caccia nell'oasi protetta dei meandri del Ronco, l'associazione di tutela chiede lo stop

Presenza di cacciatori nella zona protetta dei meandri del fiume Ronco? A sollevare la questione è l'associazione “I meandri” di Forlimpopoli

Presenza di cacciatori nella zona protetta dei meandri del fiume Ronco? A sollevare la questione è l'associazione “I meandri” di Forlimpopoli, che cura la tutela di questa porzione di ambiente naturale tra Forlì e Forlimpopoli. Spiega una nota: “Giorni fa, alcuni dei volenterosi che si impegnano per la valorizzazione ambientale dei meandri del fiume Ronco, hanno trovato mucchi di mais nella zona dei vasconi dell'ex zuccherificio SFIR di Forlimpopoli. Questa è la classica pasturazione che precede la caccia agli ungulati, presumibilmente cinghiali. Questa avverrebbe in un'area che si sta rinaturalizzando, già ora all'interno dell'oasi faunistica di Magliano e nella costituenda area di riequilibrio ecologico, dove l'attività venatoria è proibita. La sua destinazione è quella di diventare un'area protetta, che solo la lenta burocrazia della Regione sta tenendo inspiegabilmente ferma”.

Attaccano gli ecologisti: “Come al solito tutto questo avviene nel silenzio e in piena mancanza di trasparenza degli enti competenti. Per il divertimento dei cacciatori, questi enti  neanche si preoccupano di conoscere quanti escursionisti, scuole, associazioni vivano 'I Meandri' in sintonia con gli animali e l'ambiente. Soprattutto, neanche si preoccupano di informare la cittadinanza delle pericolose attività che organizzano. È proprio di questi giorni il tragico incidente, in cui un ragazzo, scambiato per cinghiale, è stato ucciso da un incauto cacciatore. Anziché fare le cose di nascosto, sarebbe indispensabile che la  provincia provasse a domandarsi quale efficacia ha avuto la caccia di selezione nel contenimento del numero dei cinghiali. I risultati degli ultimi decenni confermano un solo dato: è completamente inefficace”.

“Già da diversi anni si svolgono queste battute al cinghiale nei Meandri del Fiume Ronco, da noi sempre contestate, in deroga all'Oasi Faunistica ed addirittura al SIC. Sembra per i troppi danni che subiva il campo da golf. Dopo il grande intervento dei cacciatori, adesso il campo da Golf è circondato da recinzioni elettrificate, visti i risultati ottenuti con la caccia. È evidente a chiunque abbia frequentato con continuità l'area, che in questi anni di caccia di selezione l'unico animale il cui numero non è diminuito è proprio il cinghiale. Tutte le altre specie sono drasticamente calate. Lo stagno in fondo a via Bruciata, che per anni sembrava un manuale di ornitologia, per i numerosi esemplari di numerose specie, è ora quasi un deserto. Stormi con centinaia di germani reali presenti nei vasconi della SFIR, talmente numerosi da causare un pretestuoso allarme da parte di Prefettura e autorità Aeroportuali, sono ormai ridotti a pochissimi esemplari”.

“Può darsi che la concomitanza di questi fatti sia solo casuale, che siano insorti in questi anni altre variabili a noi sconosciute, però da ambientalisti dobbiamo segnalare e proponiamo un confronto pubblico con gli enti competenti. Come associazione I Meandri contestiamo apertamente la caccia nei vasconi dell’ex SFIR e in tutta la zona dei Meandri del Fiume Ronco. Questo sia per il metodo seguito (la mancanza totale di trasparenza e di basi scientifiche a supporto della caccia di selezione), sia per il pericolo reale a cui sarebbero sottoposti i numerosissimi escursionisti che frequentano l'area”.

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