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Polizia Provinciale / Dovadola

Traditi dal colpo esploso: bracconieri nei guai, sorpresi nel bosco con carabina a visore notturno e rilevatore termico

I due ora rischiano il ritiro del porto d’armi ad uso caccia e pesanti ammende per il reato penale commesso, più varie sanzioni amministrative in relazione alle violazioni  sulle norme dell’esercizio venatorio

Un pick up posteggiato lungo una mulattiera e debitamente occultato nella boscaglia, che aveva allertato gli agenti della Polizia Provinciale, sentendo un colpo d’arma da fuoco in piena oscurità. Si tratta di due bracconieri che a Dovadola, lunedi intorno le ore 24:00, erano in cerca di ungulati da abbattere. I due sono stati sorpresi in pieno bosco subito dopo aver esploso un colpo con una carabina calibro 308 munita di cannocchiale a infrarossi e rilevatore termico. Per questo motivo sono stati denunciati alla Procura di Forlì per esercizio venatorio con mezzi non consentiti, tanto che sono poi stati loro sequestrati, l’arma da fuoco munita di ottica termica, insieme ad altri due visori nutturni termici manuali.

I due ora rischiano il ritiro del porto d’armi ad uso caccia e pesanti ammende per il reato penale commesso, più varie sanzioni amministrative in relazione alle violazioni  sulle norme dell’esercizio venatorio. L’importanza di queste operazioni non si limita solo alla necessità di fermare chi va contro legge. Uno degli aspetti determinanti, infatti, riguarda l’ambito sanitario, perché gli esemplari di fauna selvatica prelevati abusivamente, soprattutto i cinghiali, non transitano per i controlli veterinari previsti dalla normativa. Alla luce dell’emergenza in corso per i casi di Peste Suina Africana in alcune Regioni d’Italia, il contrasto al bracconaggio diventa ancora più una prerogativa per garantire a tutta la cittadinanza maggiore sicurezza.

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