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Cronaca

Calano gli infortuni sul lavoro nel Forlivese: -29%

Negli ultimi sei anni l’incidentalità nei luogi di lavoro è scesa del 29%; il calo più sensibile si registra in agricoltura (-44%), mentre nel settore “Industria-Artigianato-Servizi” ci si attesta al -27%

Negli ultimi sei anni l’incidentalità nei luogi di lavoro è scesa del 29%; il calo più sensibile si registra in agricoltura (-44%), mentre nel settore “Industria-Artigianato-Servizi” ci si attesta al -27%. Da rimarcare che di tutti gli infortuni sul lavoro registrati, il 35% dei casi mortali e il 7% dei casi con esiti permanenti sono dovuti a incidenti stradali, i quali rappresentano la quasi totalità degli incidenti in itinere. Il trend in diminuzione viene confermato anche dall’andamento dell’indice di incidenza, cioè dal numero di infortuni ogni 100 addetti, indicatore di rischio più affidabile.

Nel settore “Industria, artigianato e servizi” (in agricoltura non è possibile calcolare l’indice di incidenza in quanto non si conosce il numero di addetti) l’indice fa segnare, infatti, un -28% rispetto al 2004. Il decremento più consistente si riscontra nel settore “materie plastiche” (-43,1%, corrispondente a - 8,6% all’anno); seguono il metalmeccanico (- 39,3%; -7,9% all’anno) e l’edilizia (-27,5%; - 5,5% all’anno).

Passando alle malattie professionali, va segnalato come, se il numero globale, nell’ultimo quinquennio, è più che raddoppiato rispetto al precedente, passando da 425 a 887, quello delle malattie da sovraccarico biomeccanico (muscolo-tendinee, articolari e neuropatie) è addirittura triplicato, balzando da 261 a 733. Tuttavia, tale aumento è da ascrivere, non tanto a una reale crescita dell’incidenza, quanto all’affinamento delle capacità diagnostiche ed all’allargamento dei criteri di riconoscimento da parte dell’Inail.

A fronte di questo quadro epidemiologico, l’U.O. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Forlì, diretta dal dott. Lamberto Veneri, sta attuando programmi di prevenzione attraverso piani mirati nei comparti a maggior rischio, in particolare “Edilizia”, “Metalmeccanica”, “Agricoltura”, e interventi sulle principali malattie professionali, quali le patologie da sovraccarico biomeccanico del rachide (mal di schiena, ernia del disco), le patologie da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore (tendiniti, sindrome del tunnel carpale, disturbi della spalla, ecc.), e i tumori professionali.  

Sul fronte dei compiti di vigilanza e controllo sulla corretta applicazione delle norme sulla sicurezza e salute nel lavoro, invece, nel 2010, sono state elevate sanzioni per più di 581.000 euro. Particolare attenzione è poi rivolta all’attività di informazione, formazione e  assistenza sia verso le aziende, specie piccole e medie, sia verso i lavoratori e  tutti gli altri soggetti, che hanno un ruolo importante nel sistema della prevenzione (associazioni, sindacati, consulenti, medici competenti, ecc.).

Un asse strategico riguarda la promozione della “cultura della sicurezza”,  cioè dell’insieme di valori, atteggiamenti, convinzioni, conoscenze che determinano i comportamenti sia individuali sia organizzativi, di coloro che operano nelle aziende, siano essi datori di lavoro, dirigenti o lavoratori. Nella convinzione che ciò sia fondamentale per ottenere risultati importanti e duraturi, sono in corso da alcuni anni  programmi per il miglioramento della formazione per la sicurezza e di  promozione di  un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL) semplificato per piccole aziende, strumento di facile ed economico per organizzare la sicurezza in modo efficace.

Da segnalare, infine, che, in questo ambito, è in fase di avvio un importante progetto, in  collaborazione con il Polo Scientifico Didattico di Forlì - Corso di Laurea Magistrale in Scienze Criminologiche per l’Investigazione e Sicurezza, presieduto dal prof. Costantino Cipolla, diretto ad  analizzare i fattori critici che intervengono a favorire o limitare la “cultura della sicurezza”  delle piccole e medie aziende, e individuare così gli strumenti e le modalità per modificare in senso positivo tali fattori.

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