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Cronaca

Qualche lacrima e tanti sorrisi al campo formativo per bambini diabetici

Il campo è uno dei progetti finanziati, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna e grazie ai fondi raccolti dall'associazione Diabete Romagna nel grande evento sul Diabete dello scorso aprile, Diabetes Marathon

Tantissime le emozioni al campo formativo per bambini con diabete organizzato dall’associazione Diabete Romagna, che si è concluso domenica. Genitori, bambini, medici, psicologi, nutrizionisti si sono ritrovati per condividere quello che è il percorso estremamente impegnativo di una famiglia costretta a convivere tutti i giorni con questa patologia.  Per un genitore la diagnosi di diabete fatta al proprio figlio fa crollare il mondo addosso, da quel momento niente sarà più come prima. L

a vita del bambino e quella della famiglia sarà scandita dalle misurazioni della glicemia e dalle punture di insulina necessarie, tutto per evitare scompensi glicemici che potrebbero provocare nell’immediato, e nel tempo, gravi conseguenze per la vita di questi piccoli. Per questa malattia cronica, infatti, non è prevista una cura e deve essere gestita nel tempo con la terapia insulinica e con il costante controllo delle reazioni che il proprio corpo ha di fronte ai pasti, ai momenti di svago, e alle emozioni più diverse. La tensione per una verifica in classe, una corsa al parco con gli amichetti, anche solo un frutto in più, se per tutti i bambini sono cose che fanno parte della quotidianità e di poco conto, per un bambino con diabete vogliono dire reazioni del proprio corpo che vanno controllate costantemente, misurando il livello di glicemia nel sangue, e corrette con l’adeguata dose di insulina.

Per un bambino con diabete per fare anche solo una corsa servirà mangiare un determinato quantitativo di carboidrati, né troppi, né troppo pochi e l’impegno che tutti i giorni richiede questa malattia è tanto sia per i bambini che per i loro genitori. La frase di molti bambini ‘non ne ho voglia’ a questi bambini non è permessa. Ecco che occasioni come il campo formativo organizzato da Diabete Romagna permettono alle famiglie di confrontarsi con medici, psicologi, nutrizionisti per capire come meglio gestire la malattia, e ai bambini di imparare a farlo in autonomia con altri amichetti che vivono la stessa loro situazione.

Questi bimbi, infatti, devono fare i conti spesso con il fatto di essere gli unici tra i propri amici ad avere questa patologia e vivono spesso un senso di solitudine e di diversità. I ricordi che i bambini portano a casa da questi campi sono di festa e gioia, tanto da far dimenticare loro di avere il diabete. ‘Una cosa brutta del diabete è andare in ipoglicemia, una cosa bella è che posso fare questi campi e conoscere tanti amici’: queste la frase di Paolo, un bambino di 7 anni che non ha conosciuto una vita senza diabete, perché gli è stato diagnosticato a sei mesi. Le lacrime di Beatrice nel momento dei saluti dicono molto del clima che si è respirato in questi giorni tra bambini che si sono divertiti, anche grazie al prezioso supporto delle animatrici della Tartaruga, e che non si sono sentiti per qualche giorno gli unici a dover misurare la glicemia. 

‘In questi giorni mi avete fatto sentire meno solo, grazie per quello che fate perché ho capito che è possibile vivere una parola che avevo dimenticato, la normalità, e sorridere anche se tuo figlio ha il diabete. Sentire le storie di genitori che hanno i figli più grandi e vedere questi bimbi cresciuti belli e forti nonostante la malattia mi ha fatto tornare la speranza. Dopo questo campo posso dire che mio figlio da grande sarà più consapevole e saprà superare le sfide che questa patologia comporta. Quando gli hanno diagnosticato il diabete per noi è tutto è cambiato e non pensavo che saremmo tornati a sorridere in maniera spensierata. In questo campo è successa questa magia e ho capito che mio figlio potrà comunque vivere bene nonostante Mister D.’ Queste le parole di Claudio, padre di un bambino di tre anni. Paola invece: ’Io sono ancora nella fase che maledico me stessa perché mi sento colpevole di avergli dato questa croce, eppure di cosa potrei accusarmi, ma sono sua madre e vorrei portarla io la sua croce. Con voi però tutto mi sembra più facile.’

Il campo è uno dei progetti finanziati, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna e grazie ai fondi raccolti dall'associazione Diabete Romagna nel grande evento sul Diabete dello scorso aprile, Diabetes Marathon, un importante esempio di solidarietà e attenzione che rende onore alla Romagna e che si prepara ad essere per l'edizione 2016 ancora più ricco e coinvolgente. Per approfondimenti sul lavoro dell’associazione è possibile consultare il sito www.diabeteromagna.it e seguire la pagina Facebook dell’associazione. 

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