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Cronaca

Campo solare a zero euro, dibattito in Consiglio: "Le perdite erano previste, rilanciare e non svalutare l'impianto"

Il caso del campo solare di Villa Selva, una struttura pubblica costata 3 milioni di euro e inaugurata appena 7 anni fa, il cui valore patrimoniale è stato abbattuto ora a zero euro

Il caso del campo solare di Villa Selva, una struttura pubblica costata 3 milioni di euro e inaugurata appena 7 anni fa, il cui valore patrimoniale è stato abbattuto ora a zero euro, stante la perdurante situazione di costi superiori ai ricavi, ha tenuto banco nel Consiglio Comunale di lunedì pomeriggio, nell'ambito del dibattito sul bilancio consolidato del Comune di Forlì, un bilancio che assomma quello del comune con quello delle sue società partecipate. “Dal punto di vista amministrativo è un assemblaggio di bilanci già approvati delle singole società pubbliche presenti nel perimetro del Comune di Forlì”, spiega l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani.

Ma il caso politico è proprio il campo solare di Villa Selva, che Fmi (la società comunale che ne detiene la proprietà) ha portato da 1,5 milioni di euro di valore patrimoniale a zero euro. Operazione contestata in primis da Giorgio Calderoni, consigliere di centro-sinistra di 'Forlì e Co': “La svalutazione di un patrimonio può avvenire per una perdita durevole del valore, deve essere una scelta oculata”. Ed ancora: “Tutte le scelte precedenti su Forlì Città Solare sono passate dal consiglio, quella della svalutazione non è passata da questo consiglio per lo meno in sede di indirizzi, il Consiglio non è stato informato prima per poterne discutere”. E attacca la maggioranza: “Non si vuole cercare di utilizzare quest'impianto”.

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Per Calderoni, la scelta di mettere a zero il valore di un impianto che occupa 20mila metri quadrati ad appena 7 anni dalla sua inaugurazione è sbagliata: “Lo stesso piano industriale dell'opera prevedeva perdite per 7 anni, con possibilità che durassero fino a 11 anni, il tutto però in una vita dell'impianto stimata in 40-45 anni”. Calderoni rileva poi che appena pochi mesi fa l'assessore all'Ambiente Giuseppe Petetta dichiarava che “il progetto avrebbe dovuto essere implementato, con l'allacciamento di nuovi insediamenti industriali di Villa Selva”. Ed "anche Hera scrive nel suo bilancio che dal 2021 è iniziato con il Comune un importante confronto per lo sviluppo del campo solare di Villa Selva”. E conclude: “Ci sono prospettive sull'impianto? Portare a zero il suo valore non è in contraddizione con i progetti di rilancio? Non sarebbe il caso di rimeditare questa scelta?” 

A rispondere è l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani che spiega che “il bilancio di Fmi (e quindi la scelta di azzerare il valore del campo solare) è stato già approvato dal socio Livia Tellus e dai collegi sindacali di Fmi e Livia Tellus che verificano la bontà delle decisioni prese”. E precisa: “La scelta è stata fatta dalle società competenti e non è mai stata sollecitata dalla nostra amministrazione”.

Ma poi rassicura: “Aver svalutato l'impianto solare non vuol dire averlo rottamato o spento. Era un atto era dovuto dal punto di vista tecnico amministrativo, senza creare danno alla società o perdite da ripianare, ma non è in contrapposizione con un suo rilancio perché se dovessero cambiare le condizioni nulla vieta di rivalutare il bene”. Il vantaggio della svalutazione è che Fmi potrà risparmiarsi ammortamenti per 40-50mila euro all'anno. Ammette Cicognani: “Nel frattempo stiamo cercando di ampliare l'utilizzo dell'impianto,  ma è molto faticoso. Il Comune non ha la forza di realizzare un impianto di teleriscaldamento, ci sono investimenti notevoli e c'è da garantirne la funzionalità, come fa Hera. Vendere calore non è un'attività strategica dell'amministrazione comunale”

Di diverso avviso il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani: “L'impianto continua a produrre e cedere calore in collegamento con una sottosezione di Hera del teleriscaldamento. All'epoca era un'operazione all'avanguardia, quella cedere alle aziende energia, e lo vediamo ora quanto questo è  strategico”. Per Alemani il progetto è precursore delle comunità energetiche. E per lo stesso partito interviene Jacopo Zanotti: “Sembra che si vada col criterio 'o vita o morte' contro le scelte politiche di chi precedeva. Ci chiediamo se questa svalutazione sia il frutto di un'inerzia della politica e di chi non crede nel progetto”.

Contro l'impianto è invece il consigliere leghista Albert Bentivogli: “Se fosse stato un impianto fotovoltaico allacciato alla rete elettrica avrebbe avuto un impatto positivo completamente differente, già nel 2015 quando venne inaugurato il fotovoltaico era una tecnologia molto avanzata, che aveva già sostituito da tempo il solare. Si doveva capire fin dall'inizio che era un progetto che avrebbe dato problematiche, perché sfruttare un impianto solare, per la produzione di calore, ha una complessità completamente differente dal fotovoltaico”. 

Posizioni più mediana quelle di Lauro Biondi, capogruppo di Forza Italia: “Abbiamo scelto la strada più facile”. Ed infine Elio Dogheria, capogruppo di 'Forlì cambia': “Dobbiamo farci carico tutti del tentativo - in questo momento in cui la questione energetica è la prima emergenza -  di  avere uno sfruttamento di quest'impianto a beneficio di tutti i cittadini forlivesi, portandolo a redditività. Prima di abbandonarlo dal punto di vista imprenditoriale guardiamoci bene, al di là dell'aspetto contabile. Se c'è una risorsa, questa non va sprecata”.

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