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Venerdì, 2 Giugno 2023
L'alluvione

Esondazione del Canale Emiliano Romagnolo, il Consorzio: "Aprire le paratoie avrebbe aggravato le condizioni"

"Il Canale Emiliano Romagnolo, per via della sua stessa altimetria, ha incamerato acqua da tutti i fiumi esondati con volumi enormemente superiori (100 volte) rispetto la sua massima capacità di contenimento"

"inondazioni devastanti nella parte più a nord della città". Nel mirino del sindaco Gian Luca Zattini, intervenendo mercoledì sera nel corso della trasmissione "Contro Corrente" su Rete 4 condotta da Veronica Gentili, è finito il Canale Emiliano Romagnolo. "La gestione poteva essere differente - ha afferma il primo cittadino -. In una situazione del genere, il Canale non solo non doveva essere un attentato alla nostra terra, ma doveva potenzialmente essere potenzialmente una valvola di sfogo per le acque in eccesso che gravavano sul nostro territorio".

Dopo le affermazioni del sindaco arriva la nota del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo,"affinché non si diffondano fake news sulla propria attività che le maestranze stanno peraltro svolgendo a tempo pieno e da alcuni giorni lungo il corso del canale artificiale di irrigazione più lungo d’Italia a servizio del territorio e dell’agricoltura. Spiace dover fare precisazioni sul funzionamento dell’opera durante un periodo di crisi malauguratamente lontano dalla sua conclusione, ma è essenziale ribadire con fermezza e per informazione di chi ne ignorasse la funzione che il Canale Emiliano Romagnolo è una infrastruttura nata e vocata esclusivamente all’attività irrigua e in parte residuale, ma non meno importante, per un impiego potabile grazie al potabilizzatore di Ravenna".

"Il Canale Emiliano Romagnolo - viene ricordato - attraversa da ovest verso est la pianura Romagnola e soggiace altimetricamente tutti i fiumi incrociati ed in particolare quelli esondati, nessuno escluso, dall’Idice al Savio. Per la sua stessa funzione, dunque, non ha scarichi (mare o fiumi) se non uno, di portata limitata, per lo svuotamento in caso di manutenzioni, sul fiume Savio (corso d’acqua tra i primi ad andare in piena)". Il Settore tecnico del Consorzio evidenzia al contempo che "la funzionalità del canale è stata messa fuori esercizio a partire dal 2 maggio scorso e da allora non ha quindi pompato acqua verso la Romagna e tale decisione è stata presa proprio in relazione ai primi eventi alluvionali che avevano allora colpito il fiume Sillaro; e che l’invaso residuo, ancora presente lunedì scorso, 15 maggio, in Romagna era esclusivamente destinato all’uso potabile ed è stato attivo fino a tale data".

"Dunque il Canale Emiliano Romagnolo, per via della sua stessa altimetria, ha incamerato acqua da tutti i fiumi esondati con volumi enormemente superiori (100 volte) rispetto la sua massima capacità di contenimento e avendo argini via via più bassi man mano che si procede da Ovest verso Est: l’unica operazione possibile per non aggravare l’emergenza era il sezionamento del canale tra fiume e fiume. Di conseguenza, “l’apertura delle paratoie – auspicata da chi non ha approfondito la funzione del canale – non solo non avrebbe avuto significativi alleggerimenti localmente in termini quantitativi, ma avrebbe per di più maggiormente aggravato le condizioni delle zone poste più a valle, con seri rischi di ulteriori allagamenti” avendo l’infrastruttura, lo ricordiamo, argini più bassi lungo quel tratto potenzialmente anche in zone non interessate dalle esondazioni", conclude la nota.

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