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Il caso

Capra uccisa e sbranata dai lupi vicino all'ospedale: "Serve una presa di posizione delle autorità"

Acri evidenzia come "il pericolo per l’incolumità dei cani che a centinaia con i loro proprietari e spesso bambini circolano nel grande polmone verde cittadino è stato paventato da un professionista"

Occorre una "presa di posizione delle autorità competenti sia sanitarie che di sicurezza generale". Così Raffaele Acri, vice Coordinatore Quartiere Resistenza, dopo l'episodio della capra uccisa e sbranata da due lupi affamati a pochi passi dall'ospedale di Vecchiazzano, nel recinto del veterinario Claudio Ravaioli che si trova all'interno di un'area verde proprio dietro il "Morgagni-Pierantoni". 

VIDEO - Capra sbranata, la testimonianza

Dopo aver appreso del fatto riportato su ForlìToday, Acri evidenzia come "il pericolo per l’incolumità dei cani che a centinaia con i loro proprietari e spesso bambini circolano nel grande polmone verde cittadino è stato paventato da un professionista della cura degli animali che conta nei suoi studi anche quelli di etologia, quindi con solide competenze anche in tema di comportamento degli animali in generale".

"Peraltro la disamina del dottor Ravaioli dovrebbe essere implementata anche da due ulteriori elementi, ovvero che laddove i lupi presidino il territorio potrebbero avvicinare un cane femmina in calore oppure diffondere malattie tipiche della fauna silvestre trasmissibili anche all’uomo - prosegue -. Si aggiunga che solo ad un chilometro dallo studio del dottor Ravaioli oltre ad altri allevamenti di animali si accede all’abitato di Vecchiazzano, attraverso un parco pubblico frequentato dai bambini e gli spazi della locale Parrocchia, per non parlare del vicino ospedale "Morgagni Pierantoni" e dell’area ortiva frequentata giornalmente da anziani curatori".

"Speriamo quindi che le Autorità come la Ausl competente, le Guardie Zoofile, l’Ordine dei Veterinari ed il Carabinieri Forestali vaglino la pubblica denuncia fatta dal dottor Ravaioli ed emettano un comunicato ufficiale sullo stato di sicurezza sanitaria e generale della grande area verde, magari utilizzando delle trappole fotografiche per verificare e certificare la presenza dei lupi nella zona, tanto da diffondere delle eventuali direttive di limitazione dell’utilizzo del parco urbano", conclude Acri.

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