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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Nuovo reparto "sex offender" in carcere, i sindacati: "Per gli agenti condizioni massacranti"

A pochi giorni dall'intervento del Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria, prendono la parola anche Daniela Avantaggiato e Domenico Maldarizzi

I sindacati lanciano l'allarme e chiedono un aumento del personale in carcere " per restituire dignità ai lavoratori della Polizia Penitenziaria e ruoli civili". A pochi giorni dall'intervento del Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria, prendono la parola anche Daniela Avantaggiato e Domenico Maldarizzi, rispettivamente segretario generale Fp Cgil Forlì e segretario regionale Uil Emilia Romagna. "Accade sempre più spesso che i vertici dell'amministrazione penitenziaria, sia regionale Prap che di Ministero, evitino di confrontarsi su temi importanti e fondamentali aventi inevitabili ripercussioni sotto l'aspetto organizzativo e elemento non secondario, la sicurezza, argomento quest'ultimo che riguarda la popolazione detenuta, ma anche degli operatori di Polizia Penitenziaria e dei ruoli civili del Ministero che operano internamente alle strutture detentive".

"Caso emblematico - proseguono Avantaggiato e Maldarizzi - è quello della Casa Circondariale di Forlì che, oltre a sopravvivere, sotto l'aspetto strutturale, in attesa della sempre rinviata fine lavori della nuova struttura carceraria, si trova ormai da anni in prima linea a causa della cronica carenza di personale a fronte di una popolazione detenuta costantemente in aumento. E' di questi giorni l'apertura di una nuova sezione “sex offender” avente capienza massima di 38 unità, in struttura già chiusa anni fa per cause strutturali, a cui si affiancherà a brevissimo, probabilmente già dal prossimo 8 ottobre, l'apertura di un ulteriore piano detentivo precedentemente chiuso per problemi strutturali e di agibilità quindi di sicurezza".

"Non ci sarebbe nulla da dire in merito se l'amministrazione penitenziaria avesse deciso, parimenti all'incremento dei numeri detentivi, anche l'incremento del personale penitenziario e ruoli civili - chiosa i sindacati -. Invece ci troviamo con un reparto in più da gestire con capienza di 36-38 detenuti a fronte di un organico complessivo di 113 di cui 81 agenti uomini e 32 agenti donne e con tre educatori complessivi che dovrebbero avere il compito di condurre a rieducazione il detenuto. A richiesta dei sindacati di sospendere la prossima apertura dell’8 ottobre, in attesa dell'incontro dell'undici ottobre a Bologna, ci veniva risposto dal Prap regionale di non preoccuparsi che i detenuti non sarebbero stati tutti mandati in capienza massima del piano detentivo (36-38 unità) ma gradualmente proprio in attesa del confronto. Peccato che in termini di sicurezza, rivolta a detenuti-operatori penitenziari e civili-operatori privati che operano all'interno della struttura carceraria, che vi sia 1 detenuto o 36 poco cambia. Serve la Polizia penitenziaria".

Comprendiamo, come organizzazioni sindacali, le difficoltà gestionali della popolazione detenuta in costante incremento sia sul piano nazionale che regionale, senza però condividere in alcun modo le scelte che l'amministrazione penitenziaria mette in atto a discapito dei propri lavoratori - continuano Avantaggiato e Maldarizzi -. Basterebbe poco per risolvere i problemi al fine di evitare agli operatori turni massacranti nelle sezioni detentive e a contatto diretto con la popolazione detenuta. Incrementare l'organico di Polizia Penitenziaria di almeno dieci maschili e di due educatori se si ritiene che questi possano lavorare con veri risultati di recupero".

"I poliziotti sono stanchi di dover lavorare in condizioni massacranti, già ora riscontriamo giornalmente, solo con l’apertura del nuovo reparto “sex offender”, accorpamenti di più posti di servizio, variazioni quotidiane dei turni di servizio per poter garantire la vigilanza nei reparti, con la conseguenza che chi svolge questo lavoro deve sacrificare la propria vita famigliare - continuano -. Come FP Cgil e Uil Pa penitenziari, non ci stiamo più a questo gioco al massacro degli operatori Penitenziari, perché se aumentano i carichi di lavoro a dismisura il rischio Burnout per lo stress da lavoro correlato è dietro l angolo. Il personale di Polizia Penitenziaria e dei ruoli civili del Ministero, non può scontare una pena così pesante senza colpa alcuna. E' ora che l'amministrazione penitenziaria intervenga".

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