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Cronaca

L'agente preso a pugni in carcere costretto ad un'operazione chirurgica al viso, monta la protesta dei sindacati

Una situazione allarmante che fa gridare le sigle sindacali Sappe, Osapp, Uil-pa e Cgil-fp all'emergenza per la carenza di organico, ma anche per la difficoltà a gestire i casi Covid e altri problemi

Ha dovuto subire un'operazione chirurgica allo zigomo e ne avrà per 30 giorni per guarire. E' il seguito dell'aggressione avvenuta lo scorso 24 gennaio in carcere. A pagarne le spese è stato un operatore della Polizia Penitenziaria che si è trovato all'improvviso sotto una raffica di pugni sferrati da un detenuto per futili motivi. Una situazione allarmante che fa gridare le sigle sindacali Sappe, Osapp, Uil-pa e Cgil-fp all'emergenza per la carenza di organico, ma anche per la difficoltà a gestire i casi Covid, il personale femminile per l'operatività della sezione delle donne ed anche la presenza di detenuti con problemi psichiatrici, senza che la Rocca sia attrezzata per questi casi.

“L'aggressione alimenta ulteriormente l’impellenza di provvedimenti che restituiscano alla struttura un’accettabile ripristino di un clima lavorativo che, al momento, risente in maniera preponderante l’attualità di questioni che appaiono di certo allarmanti. Appare, quindi, inevitabile manifestare il totale dissenso per l’operato dell’Amministrazione Penitenziaria, fermamente convinti che occorrerebbe un diverso modus operandi in grado di assicurare i principi cardine per il raggiungimento dei fini istituzionali e  garantire a tutti coloro che operano all’interno della struttura carceraria la massima sicurezza”, scrivono le quattro sigle sindacali.

I problemi del carcere sono annosi. A partire della struttura che è fatiscente e che dovrebbe essere trasferita in un nuovo carcere nella frazione Quattro, che se tutto va bene sarà pronto solo nel 2025, vale a dire a 22 anni di distanza da quando si prese la decisione formale di costruirlo. Ma il problema più impellente è il personale, con 14 unità in meno della pianta organica. L’istituto dovrebbe annoverare la presenza di 132 unità di Polizia Penitenziaria, comprensive di 16 ispettori, 20 sovrintendenti e 93 agenti/assistenti. In concreto e ad oggi il contesto forlivese rileva un organico pari a 118 unità con una forza operatrice di 108 poliziotti, di cui 28 sono inserite in cariche fisse. “Gli ultimi eventi hanno messo a rischio la sicurezza dell’Istituto e solo grazie al noto spirito di sacrificio e allo zelo degli operatori della Polizia Penitenziaria sono stati scongiurati il verificarsi di episodi drammatici. A tutto ciò si aggiunga di come la stessa recrudescenza pandemica, unitamente alla comparsa di alcune pericolose varianti del Covid-19, si è abbattuta inesorabile anche sul contesto della Casa circondariale di Forlì”, sempre Sappe, Osapp, Uil-pa e Cgil-fp.

Continua la nota: “Ha destato perplessità l’assegnazione presso il penitenziario in questione di soggetti affetti da patologie psichiatriche, non in linea con le linee generali e trattamentali su cui risulta imperniato il carcere di Forlì. Lo stabilimento in questione non è in grado di “ospitare” soggetti la cui detenzione deve essere assicurata presso altre strutture idonee. In svariate circostanze è stata evidenziata la sproporzione tra l’aliquota di personale maschile con quella femminile. Ed è proprio l’asfittica carenza di organico che non consente una valida organizzazione di lavoro, risultando la struttura tra le più penalizzate in ambito distrettuale permanendo uno stato di forte sofferenza”. Da considerare anche una persistente percentuale di assenze dal servizio per motivi legittimi che, però, mette ancor di più in crisi il sistema. A questo si sommano ora anche le assenze per malattia e per Covid.

L'auspicio dei sindacati è che “Chiediamo che l’Amministrazione Penitenziaria possa predisporre un corposo piano di assegnazione dai corsi di formazione e, nelle more, si chiede al Superiore Ufficio regionale di voler considerare, attesa la forte emergenza, l’indizione di un impellente interpello in ambito distrettuale in grado di assicurare alla struttura auspicati rinforzi in grado di contribuire ad affrontare la grave emergenza e per il tempo strettamente necessario”.

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