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Cronaca

Carceri sovraffollate, nei primi sei mesi dell'anno 114 tentati suicidi: "Mancano risorse adeguate"

Sono oggi 3.390 le persone detenute nelle dieci strutture carcerarie dell'Emilia-Romagna. Rispetto al tema del sovraffollamento emerge che otto delle dieci strutture in regione hanno troppi ospiti

Nei soli primi sei mesi del 2022, sono stati 114 i tentati suicidi nelle carceri emiliano romagnole, a cui si aggiungono 762 casi di autolesionismo. I dati sono emersi venerdì in Assemblea legislativa regionale, durante una giornata di formazione dedicata alla situazione carceraria in Emilia-Romagna, al rapporto con i media e al lavoro dei giornalisti.

Rispetto al tema del sovraffollamento emerge che otto delle dieci strutture in regione hanno troppi ospiti: 75 in più rispetto al limite.  Il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, ha sottolineato che "l'obiettivo primario, nonostante le risorse scarse riservate al sistema delle carceri, resta quello costituzionale di una pena rispettosa del senso di umanità e che tenda alla rieducazione del condannato". Per il garante, occorre lavorare sul tema dei diritti: "È fondamentale - spiega - aumentare le attività all'interno delle carceri, a partire dal lavoro". Inoltre, aggiunge, "non va sottovalutato il tema della salute, anche per contrastare il rischio suicidario".

Sono oggi 3.390 le persone detenute nelle dieci strutture carcerarie dell'Emilia-Romagna. La capienza regolamentare delle strutture in regione arriva a 3.011: il surplus quindi è di 379 unità. Rispetto al tema del sovraffollamento emerge che otto delle dieci strutture in regione hanno troppi ospiti: Bologna (+254), Ferrara (+109), Forlì (+19), Modena (+75), Parma (+39), Ravenna (+24), Reggio (+46) e Rimini (+15).

Per la direttrice del carcere bolognese della Dozza, Rosa Alba Casella, la domanda è se il carcere sia in grado di adempiere ai suoi compiti e se sia, effettivamente, nella condizione di rieducare chi vi entra. Per Casella le statistiche sul tema non sono buone: "Mancano adeguate risorse - sottolinea - per garantire ai detenuti percorsi efficaci. I numeri ci dicono che, per chi esce, le recidive arrivano al 60-70%".

Per la direttrice, poi, nelle strutture carcerarie permangono problemi evidenti: "Il sovraffollamento è al 117%, da inizio anno i suicidi in carcere sono arrivati a 79, le carenze strutturali degli edifici sono palesi e manca il lavoro. La detenzione domiciliare - conclude Casella indicando una possibile soluzione - dovrebbe coinvolgere tutte quelle persone con pene inferiori ai 18 mesi, ma non è così. In molti non possono accedere a questa misura perché semplicemente senza una residenza, in primis gli stranieri. Dobbiamo quindi ripartire dai diritti: il carcere deve diventare una casa di vetro".
 

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