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Cronaca

Carcinoma dell’ovaio avanzato, Forlì tra i centri coinvolti negli studi

Ci sarà anche Forlì fra i centri italiani coinvolti nei nuovi studi sul carcinoma dell'ovaio avanzato, prima causa di morte nel nostro paese per tumori del tratto genitale femminile

Ci sarà anche Forlì fra i centri italiani coinvolti nei nuovi studi sul carcinoma dell’ovaio avanzato, prima causa di morte nel nostro paese per tumori del tratto genitale femminile. E’ quanto emerso nell’incontro “Trattamento del Cancro Ovarico Avanzato: Discussione Multidisciplinare di Protocolli Prospettici Randomizzati”, svoltosi di recente al Centro universitario di Bertinoro, dove si sono dati appuntamento radiologi, oncologi, ginecologi e chirurghi non solo di Area Vasta Romagna


ma anche delle istituzioni oncologiche nazionali più rappresentative nonché di società scientifiche e gruppi cooperativi attivi in quest’ambito quali SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica), SICHIG (Società Italiana di Chirurgia Ginecologica) e MITO Group (Multicentre Italian Trials in Ovarian Cancer).

In Italia, si contano ogni anno 7.500 nuovi casi di carcinoma dell’ovaio, e nel 75% dei casi la diagnosi avviene quando la patologia si trova ad uno stadio avanzato. Purtroppo, ancora, non esiste, neppure a livello internazionale, una risposta univoca e convincente sul miglior trattamento da offrire.

Nel corso della riunione, coordinata dal dott. Davide Cavaliere, dell’U.O. di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ausl di Forlì, e promossa dal prof. Giorgio Maria Verdecchia, direttore dell’U.O. di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ausl di Forlì, con la collaborazione del dott. Celestino Claudio Bertellini, direttore dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia sempre dell’Ausl di Forlì, sono stati quindi presentati tre studi prospettici randomizzati multicentrici, massima espressione di evidenza scientifica in ambito medico-chirurgico. Tali protocolli, in fase di perfezionamento e imminente approvazione, richiedono, per la peculiarità e la storia naturale della neoplasia, un atteggiamento terapeutico multidisciplinare ben coordinato. A tal fine, a conclusione della proficua sessione di lavori, si sono pianificate le tappe e gli incontri futuri per la sofisticazione e approvazione definitiva dei tre protocolli, così da poter iniziare, entro l’anno, con l’arruolamento terapeutico nei vari bracci di studio e nei numerosi centri aderenti, fra cui, appunto, l’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì.

L’incontro è inoltre servito a stimolare il dibattito scientifico e il confronto di idee tra le diverse professionalità, mirando soprattutto a discutere e condividere i principali approcci di studio.
 
L’evento ha preso spunto dalla sessione scientifica sul tema svoltasi in giugno nell’ambito del congresso nazionale annuale della SICO, tenutosi a Catanzaro. Tale sessione, affidata dalla SICO al dott. Verdecchia, aveva, infatti, sottolineato la necessità di uno sforzo comune e organizzato per pianificare protocolli di trattamento multidisciplinari e multicentrici per il cancro ovarico.
 

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