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Cronaca

Casa della Speranza, i contrari: “La diocesi è riuscita a spezzare la comunità”

A dare il suo punto di vista è il comitato dei firmatari della petizione dei contrari al progetto della Diocesi che prevede di portare a Malmissole una casa di accoglienza

Non è un no al progetto della “Casa delle Speranza”, ma un no principalmente alla sua ubicazione nella ex canonica della piccola frazione di Malmissole. A dare il suo punto di vista è il comitato dei firmatari della petizione dei contrari al progetto della Diocesi che prevede di portare a Malmissole una casa di accoglienza per detenuti a fine pena e quindi con possibilità di uscire dal carcere a fini di riabilitazione sociale. Spiegano i firmatari in una nota: “Si vogliono mettere a residenza dei detenuti nei locali della canonica, situata nell’unico posto centrale a tutta la, seppur ridotta, vita sociale dei residenti della frazione, cattolici e non cattolici”.

Ed ancora: “A volte ci si dimentica che viviamo in uno stato dove, per  fortuna, i non cattolici hanno sì gli stessi doveri ma pure gli stessi diritti dei cattolici e non per questo devono sentirsi per forza persone spregevoli. Nelle immediate vicinanze della canonica e della Chiesa si trova il cimitero, dove per accedervi  si sarebbe perciò costretti  a passar davanti ai detenuti, con tutti i timori che ne conseguirebbero. Subito accanto si trova poi il circolo Acli della frazione dove le persone alla sera si incontrano e dove quasi tutti i sabato sera si svolge la consueta tombola di paese e dove si tiene ogni anno l’ormai imminente Festa d’Estate della durata di 5 giorni consecutivi. Ancora più vicino poi c’è la così detta “Sala della Musica” dove si ritrovano giovani per suonare o registrare brani musicali, insomma non ci sembra proprio il classico posto tranquillo e isolato che abbiamo potuto vedere a Saludecio in provincia di Rimini dove sono collocate realtà come questo progetto vorrebbe attuare”.

“Per ora un risultato i fautori di questo progetto l’hanno già ottenuto, purtroppo hanno già creato una spaccatura all’interno della frazione che sarà difficilmente sanabile, gente che già si è tolta il saluto, persone che a loro detta “salutano solo le persone intelligenti” come a far intendere che l’intelligenza alberghi solo nelle menti di chi è favorevole al progetto, addirittura ci è stato narrato di presunti casi di intimidazioni da parte di catechisti nei confronti di cresimandi accusati di aver come genitori dei cattivi cristiani, solo perché sono contrari al progetto. Anche se il progetto si tenta di farlo apparire come atto di carità e misericordia noi sappiamo bene, invece, che in realtà  è volto ad un ben più veniale motivo di risanamento e ristrutturazione dei locali della canonica a spese di associazioni che così se ne ritroverebbero l’usofrutto per diversi anni per i loro scopi più o meno con fini di lucro, anche se le stesse tengono invece a  precisare che sarebbe tutto volontariato lasciando intendere quindi che i detenuti sarebbero sotto il controllo di personale non professionista”.

Ed ancora i sostenitori della petizione per il no al progetto: “Risanamento e ristrutturazione della canonica con l’aiuto di associazioni come le varie Diocesi hanno tentato di imporre prima a Civitella di Romagna poi a Santa Maria in Monte nel Comune di Saludecio dove pure in queste realtà si è mobilitato il paese con sollevazioni popolari più o meno agguerrite. Evidentemente queste associazioni e la Diocesi stessa che insieme vogliono ridurre le recidive degli errori altrui non riescono proprio ad imparare neppur dai loro di errori.  Ci chiediamo inoltre se abbia senso dar vita ad un progetto di questo genere in una realtà come Forlì dove si sta ultimando un carcere che sicuramente sarà tra le strutture più innovative del sistema penitenziario italiano ed avrà tutto l’occorrente per far in modo che i detenuti seguano tutti i loro percorsi rieducativi previsti”.

“Chiediamo quindi alle Istituzioni preposte e alla Diocesi un totale ripensamento del progetto e un più attento ascolto del malumore che sta montando nella nostra frazione, malumore che non può che nascere e svilupparsi quando una maggioranza di persone si sente prevaricata da una minoranza che, spalleggiata dalla Diocesi, vuole imporre il suo volere sul territorio che come ricordato appartiene a tutti noi”, conclude la nota.

Sul caso interviene anche l'ex vicesindaco di Forlì Giancarlo Biserna: “I cittadini di fronte a temi sensibili non possono più essere informati a cose decise, anche se avvallate da buone intenzioni. I cittadini devono essere coinvolti prima di prendere le decisioni e bisogna sempre fare i conti con le loro ragioni. Non si può avviare un progetto del genere senza avere larghissima condivisione tra la gente; insomma non va fatto con queste divisioni che emergono. Inoltre dovevano essere valutate diverse localizzazioni e poi presentarle tutte, dicendo perchè era stata preferita Malmissole, bisognava arrivare lì all' assemblea senza avere deciso nulla; bisognava chiarire ombre, dubbi e necessità su tutte (e dico tutte) le motivazioni reali dell' operazione; bisognava dire concretamente come il progetto si sostenesse economicamente con quali contributi, spese e da chi; bisognava presentare i detenuti, chiarendo chi erano, cosa avevano fatto e cosa dovevano fare. E sugli educatori, evidenziare la loro professionalità e la loro capacità nel garantire sicurezza al territorio circostante”.

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