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Giovedì, 25 Aprile 2024
La tragedia nella tragedia

Doppio suicidio, la trappola del catfishing: "Un subdolo inganno vero e proprio. Ma non diamo la colpa ai social"

L'INTERVISTA - Attraverso la dottoressa Loretta Raffuzzi, psicologa e psicoterapeuta, e che opera al Consultorio Giovani dell'Ausl della Romagna – Forlì, abbiamo voluto scavare a fondo sul "catfishing", un fenomeno occulto, ma molto più diffuso e pericoloso di quanto si pensi

In inglese porta il nome di "catfishing". Tradotto in italiano: "fare il pescegatto". Può far sorridere come termine, ma si tratta di un'azione scellerata che il 23 febbraio del 2021 ha interessato un giovane forlivese di 24 anni, Daniele, che si è suicidato. Vittima di un inganno amoroso, raccontato dalla trasmessione televisiva Mediaset di Italia Uno, "Le Iene", portato avanti per mesi da un forlimpopolese di 64 anni, il quale, finito al centro dell'attenzione dopo il servizio, non ha retto alle reazioni dell'opinione pubblica decidendo a sua volta di farla finita con la vita. La "iena" Matteo Viviani, autore del servizio, ha parlato di "una tragedia nella tragedia, che non solo non ci lascia indifferenti, ma che ha colpito tutti noi. Perchè a prescindere dalla lettura che ognuno di noi può fare di questa storia si sta parlando della vita di un uomo, che a causa di un meccanismo perverso, tipico del catfishing, si era legata a quella di un altro uomo, seguendo lo stesso tragico destino". Attraverso la dottoressa Loretta Raffuzzi, psicologa e psicoterapeuta, e che opera al Consultorio Giovani dell'Ausl della Romagna – Forlì, abbiamo voluto scavare a fondo su questo fenomeno occulto, ma molto più diffuso e pericoloso di quanto si pensi. 

Dottoressa Raffuzzi, partiamo da una domanda semplice: cos’è il catfishing?
Il catfishing (termine che dovremmo tradurre con "fare il pescegatto") è la scelta che una persona fa di chattare, intrattenere scambi, relazioni amicali o sentimentali assumendo una identità falsa e attribuendosi dati anagrafici e caratteristiche psicofisiche totalmente diverse da quelle che possiede nella realtà. Non va confuso con altri comportamenti ingannevoli ma che non si connotano come reato, ad esempio quelli di migliorare il proprio aspetto, correggere le proprie foto o pubblicare quelle di anni addietro. Si tratta invece di un imbroglio vero e proprio che può essere messo in atto per molteplici motivi quali arrivare ad estorcere denaro, vendicarsi, umiliare, diridere o controllare qualcuno. A volte ci sono anche motivazioni psicologiche complesse dietro questa scelta ma occorre sapere che il "catfish" è una persona che sta adescando una vittima attraverso una identità finta e che può portare avanti questa finzione anche per molto tempo.  

Cos’è che spinge ad agire in questo modo?
Molti agiscono così deliberatamente, con l'intento preciso di truffare, raggirare altre persone, far loro del male o controllarne i comportamenti ma ci possono essere anche motivazioni psicologiche più complicate. Possiamo pensare che ci siano individui che traggono un beneficio psichico dall'inscenare una falsa identità e supporre che possa esistere in loro un conflitto grave tra il Sè reale e il Sè ideale, tra ciò che sono e ciò che vorrebbero essere. Se non mi sento all'altezza delle aspettative altrui, se mi valuto un perdente, se ho collezionato una serie di insuccessi amorosi, se ho paura di esibire una personalità timida o fragile, una fisicità difettosa o un corpo impresentabile... posso accarezzare l'idea di ricevere un risarcimento da un profilo che abbia quei requisiti di bellezza e di successo che so di non possedere.

L’utilizzo di una identità falsa porta un beneficio a livello psicologico?
Si, in questi casi dobbiamo pensare di sì. Dal momento che non ho alcuna possibilità di camminare sul palcoscenico della vita reale senza ricevere continue frustrazioni e umiliazioni mi costruisco un palcoscenico virtuale nel quale mi sento amato o amata, dove c'è un altro che mi desidera, mi cerca, mi considera importante, ha bisogno di me. E così mi sento e mi muovo come un principe azzurro o una delicata principessa donando davvero calore, empatia e comprensione alla mia vittima. E mentre lei si lega, il catfish si nutre. Però stiamo parlando di persone con difficoltà emotive serie, mai prese in carico e mai curate.  Molte persone soffrono di bassa autostima o sperimentano il sentimento della vergogna e del fallimento ma non commettono il catfishing.

Un ruolo chiave su questo aspetto lo giocano i social network...
No no, non diamo la responsabilità del catfishing ai social. Sappiamo che Internet ed i social network hanno cambiato in meglio la nostra vita e ci hanno permesso di essere in contatto con gli altri, di scambiare idee, conoscenze, informazioni ed emozioni. Ci hanno fatto lavorare meglio, divertire di più, essere in ogni luogo del mondo. Possiamo dire che è colpa dell'invenzione dell'automobile se esistono gli incidenti stradali? No, ma come per l'auto occorre una fase di istruzione per farne un buon uso, stessa cosa dicasi per l'utilizzo del Web. E come le persone vanno educate alla guida sicura, altrettanto dicasi per l'educazione alla navigazione - in Rete - sicura. Le persone, specie gli adolescenti, vanno rese consapevoli dei rischi che le nuove tecnologie comportano.  

Veniamo all'altro lato della medaglia: chi sono le vittime?
Sono persone fragili che inseguono con un certo impeto un loro sogno/bisogno, rispetto al quale sono inclini a non vedere quei dati di realtà che lo infrangono. Parliamo di "proiezione" perchè è come se si volesse vedere solo ciò che si desidera. È un po' quello che accade nella fase dell'innamoramento: non conosco ancora bene la persona che mi è accanto ma ritengo che abbia proprio quelle caratteristiche che mi piacciono. È tutto molto bello, è fonte di immenso piacere trascorrere tempo con questa persona, un tempo che vola sempre via e che mi mette nell'attesa di un nuovo contatto, poichè la sintonia è perfetta.  Nell'innamoramento però ad un certo punto la realtà si impone e si comincia a fare i conti anche con i difetti dell'altro e ciò che provo può dissolversi oppure può diventare un sentimento più maturo e concreto che potremo chiamare amore. Nel catfishing purtroppo lo svelamento è più difficile poichè entrambi i partner hanno un tacito accordo (certo inconsapevole per la vittima del raggiro) nel far durare la loro relazione il più a lungo possibile.

Come va affrontato il catfishing?
Quando l'inganno viene svelato il mondo ti crolla addosso... la vittima prova un dolore immenso, una delusione infinita, una ferita insanabile. Insieme alla sofferenza, che è la stessa di un lutto, si fa largo anche un profondo sentimento di vergogna, un senso di nullità per essere caduti in un inganno così stupido, una situazione in cui tutti avrebbero colto la truffa, tutti tranne la vittima. Al dolore e all'autobiasimo si può aggiungere anche una rabbia feroce che produce un mix di emozioni davvero difficili da gestire. Per questo è molto importante non lasciare sole queste persone, non giudicarle, non deriderle e invece offrire loro con la massima tempestività una presenza supportiva ed un sostegno psicologico individuale o gruppale.

Trattare questo argomento già nelle scuole secondarie può essere un modo per prevenire il problema e una prima soluzione?
Certamente. Sempre più spesso sentiamo parlare di progetti di Media Education e di Digital Literacy che propongono attività didattiche specifiche e durature nel tempo. Sono scelte importanti queste, che promuovono lo sviluppo di tutte quelle abilità di uso critico e consapevole di Internet e dei Social, di riconoscimento dei pericoli connessi, di acquisizione di un codice etico di navigazione e comunicazione in grado di promuovere relazioni online nel pieno rispetto di se stessi e degli altri.

Quali sono gli strumenti per proteggere le persone ed in particolare gli adolescenti dal rischio del catfishing?
Gli esperti in materia sanno offrire molti consigli pratici sul come riconoscere le situazioni di pericolo che vanno dall'attenzionare le foto del profilo, che sono palesemente false, al fatto che l'interlocutore evita i messaggi vocali o rifiuta videochiamate, oppure chiede denaro e racconta di essere sempre in una situazione di emergenza, o chiede fin dai primi contatti di aprire una relazione amorosa senza mai essersi incontrati. C'è anche chi ritiene necessaria una scelta legislativa specifica, che integri l'articolo 494 del codice penale, normando questa fattispecie di reato come già avviene in altri paesi. Ma la strada maestra da percorrere resta sempre quella del dialogo in famiglia, in classe, nel gruppo educativo o sportivo, nel gruppo scout, nella consapevolezza che non potremo mai proteggere del tutto i nostri figli, i nostri alunni, i nostri ragazzi dai tanti pericoli che li circondano. Ma non possiamo neanche tenerli stretti a noi per placare le nostre ansie poichè, alla prima occasione, non saprebbero gestirsi la libertà ottenuta all'improvviso. Possiamo invece guardarli, accompagnarli, dar loro sempre più fiducia ed autonomia man mano che ci fanno vedere che possono camminare senza di noi. Possiamo dar loro valore e credito nelle cose che desiderano. Possiamo insegnare loro che i fallimenti sono esperienze positive che, se ci fanno soffrire, per contro ci insegnano molte più cose di un successo. Possiamo dar loro tempo per essere ascoltati, nella speranza che ciò serva a far sì che ci raccontino come stanno, cosa stanno vivendo, di chi sono innamorati, cosa li diverte, cosa li spaventa e forse anche con chi stanno chattando.

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