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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza del Duomo

Ci sono già 10 donne e bambini ucraini nell'antico monastero riconvertito a centro di accoglienza

E' stato ufficialmente inaugurato il nuovo corso del monastero del Corpus Domini di piazza del Duomo, che lo scorso ottobre vide l'addio delle ultime suore Clarisse Urbaniste

E' stato ufficialmente inaugurato il nuovo corso del monastero del Corpus Domini di piazza del Duomo, che lo scorso ottobre vide l'addio delle ultime suore Clarisse Urbaniste, dopo una presenza nello stesso luogo di devozione fin dal 1786. Le stanze che per oltre due secoli hanno ospitato generazioni di religiose sono ora a disposizione come Centro di accoglienza di profughi ucraini, gestito dalla Caritas e nell'ambito del sistema di accoglienza pubblico organizzato dalla Prefettura. Sono 10 le donne e i minori ucraini presenti attualmente nella struttura, in totale sono 50 circa i profughi ucraini di cui si occupa la Caritas in più punti della città da un punto di vista della soluzione abitativa, mentre sono 350 (circa 120 nuclei famigliari) quelli in carico dal punto di vista del pacco alimentare.

VIDEO - Il monastero del Corpus Domini apre le porte

I 10 ucraini (donne con figli) sono alloggiati al primo piano dello storico convento, mentre per i pasti si rivolgono alla vicina mensa Caritas del 'Buon Pastore'. La struttura è in grado di accogliere altre 15 persone. E' stata aperta dopo una costosa opera soprattutto di messa a norma degli impianti elettrico ed anti-incendio, sostenuta dalla stessa Caritas tramite le donazioni pro-ucraini. Giovedì mattina è stato inaugurato il centro alla presenza dei vescovo Livio Corazza, dell'assessore al Welfare Rosaria Tassinari e del Prefetto Antonio Corona.

Centro di accoglienza al Corpus Domini

Il monastero, che si trova tra prefettura e cattedrale, da oltre due secoli è votato alla devozione del Corpus Domini, celebrato proprio oggi, giovedì, con una processione in centro. "In queste mura impregnate di preghiera - spiega suor Annachiara - ora avviene un passaggio di testimone ad un altro Corpo di Cristo, quello dei poveri, dei profughi, delle persone in fuga da una guerra. Viene adorato in altro modo lo stesso Corpo di Cristo". 

"Le suore hanno lavorato molti mesi per mettere al servizio la struttura ai nuovi bisogni. C'è l'amerezza per la chiusura di un'esperienza dopo tanti anni, cosi come c'è amarezza per la sofferenza che la guerra si porta dietro. Ma quest'opera ci infonde coraggio e fiducia, rompendo le tenebre che sono in noi". "Avere un Centro di accoglienza nel cuore della città non è una cosa di poco conto - conclude il prefetto Antonio Corona -. Gli ucraini sono accolti bene da tutti, questa crisi sta rinsaldando lo spirito di solidarietà nella nostra società".

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