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Cronaca

Tsunami covid, centinaia di vetrine spente. Zattini: "Servono misure shock per riportare i forlivesi in centro"

"Abbiamo già visto molte attività chiudere, ma temiamo che l'onda lunga possa continuare. Il coronavirus ha modificato moltissime abitudini delle persone", afferma Zattini

Prima Pittarosso, poi il "Bar della Posta" e la piadineria "La Posada". Sono sempre più le vetrine che si stanno spegnendo nel cuore del centro storico di Forlì. Un fenomeno che non sta risparmiando nemmeno il comprensorio. In totale, stima l'osservatorio di Ascom-Confcommercio, sono un centinaio. E molte attività hanno cessato di esistere come conseguenza dell'esplosione della pandemia da covid-19, che ha rivoluzionato anche il modo di fare acquisti. E anche i saldi di inizio agosto, secondo quanto aggiornato da Federmoda ed Iscom prima di Ferragosto, non hanno mobilitato grandi flussi di clientela, anche se chi si è recato nei negozi ha comunque acquistato anche se con molta attenzione al prezzo.

Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio, lo tsunami coronavirus che oltre ai danni sanitari sta fortemente penalizzando molte attività commerciali, è passato sul centro storico o dobbiamo attenderci altre ondate?
Purtroppo non è passato. Abbiamo già visto molte attività chiudere, non solo in centro, ma temiamo che l'onda lunga possa continuare anche durante il periodo autunnale. Il coronavirus inoltre  ha modificato moltissime abitudini delle persone.

Cioè?
Lo smart working ad esempio ha portato molte persone a rimanere a casa e quindi a non consumare più un pasto in centro uscendo dall'ufficio per la pausa pranzo. Ed i pubblici esercizi di conseguenza hanno perso una parte dell'indotto. E poi tanti consumatori, tra gli over 40, si sono abituati agli acquisti on-line durante il lockdown e hanno mantenuto questa tendenza anche nei mesi successivi. Abbiamo la preoccupazione concreta di veder chiudere tante altre attività. 

Ma esiste una specificità forlivese oppure è una situazione generalizzata? Cosa vedete dal vostro osservatorio?
Purtroppo questo impoverimento del tessuto commerciale non riguarda solo Forlì. Non so se abbiamo presente quello che sta succedendo in città come Firenze, Roma, Venezia; ecco, noi nel nostro piccolo stiamo vivendo una situazione analoga. 

Se potessimo quantificare l'effetto numerico del virus sulle attività commerciali nel comprensorio forlivese, che numeri potremmo dare?
Almeno un centinaio di attività hanno già chiuso. Anche perchè così come ci sono molte attività che hanno una vetrina sulla strada, ci sono anche piccole imprese che non si vedono e che operavano fino a prima del Covid. Tanti agenti di commercio, ad esempio, hanno dovuto cessare la propria attività perchè molti negozi non hanno più le stesse necessità o addirittura hanno chiuso. 

Quindi quali interventi si possono mettere in campo? L'assessore Cintorino proprio a ForlìToday ha parlato di un piano risorse a fondo perduto. Qual è il vostro punto di vista?
I contributi che possono essere erogati alle aziende o gli sgravi contributivi che possono fare gli enti locali, sono importanti ed è il massimo che si può fare. Il vero punto di svolta è far ripartire i consumi: bisogna ridurre il carico fiscale e quello burocratico, alleggerendo gli oneri per le imprese. 

Quali azioni si potrebbero attuare per incentivare la gente a tornare in centro e fare acquisti?
Con la giunta Zattini stiamo ragionando su interventi che possano contribuire a dare uno shock per riportare i forlivesi a frequentare il centro. Chiediamo la possibilità di arrivare più facilmente in centro magari compensando una maggior facilità di accesso al centro con l'auto, compensandola con una grande isola pedonale che può essere quella di piazza Saffi. Serve dare un segnale per cambiare un immobilismo che dura da 30 anni e su questo aspetto stiamo lavorando col sindaco e con Confesercenti. E' un'operazione a costo zero, perchè non costa niente aprire 150 metri di strada (la parte di corso della Repubblica fino al lato della Camera di Commercio, ndr) e pedonalizzare il resto dell'area di piazza Saffi, dove non transitano nemmeno mezzi pubblici e taxi.

Sull'accesso delle auto in piazza Saffi si è acceso un forte dibattito, con molte voce contrarie. Cosa ne pensa?
E' un approccio ideologico, perchè aprire 150 metri di centro storico non ha alcun impatto ambientale. Prima di essere imprenditori, siamo anche noi persone, genitori; anche noi abbiamo figli e nipoti e abbiamo a cuore la sostenibilità ambientale. Tuttavia il problema ambientale non riguarda il centro storico, ma altre parti della città su cui nessuno ha mai sollevato il problema. 

Ad esempio? A quali si riferisce?
Vorrei ricordare agli ambientalisti che l'area più inquinata della città è quella di Coriano e via Punta di Ferro dove oltre al traffico è ben funzionante più di un inceneritore. E' ora di smetterla di attribuire al traffico veicolare la maggior parte di incidenza sull'inquinamento ambientale. 

Tra l'altro la vostra idea non è quella di aprire permanentemente la piazza alle auto, giusto?
Stiamo parlando di creare una vera e propria isola pedonale su piazza Saffi, inaccessibile a qualsiasi mezzo di locomozione. Noi siamo disponibili a ragionare su qualsiasi soluzione in fase sperimentale, purchè si esca da questo immobilismo che non è più tollerabile.

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