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Cronaca Bertinoro

CeUB, delegazione tunisina sul colle per costruire nuovi progetti comuni

"È stata un'esperienza molto positiva - racconta Iman - tanto che ho pensato fosse interessante proporla anche ad altri miei connazionali. Così ho organizzato, assieme ai miei superiori, un incontro con la direzione del CeUB per poter creare nuovi percorsi formativi a Bertinoro".

Condividere idee e creare progetti in rete: una linea di pensiero e operativa su cui da sempre si muove il CeUB, che nei suoi 20 anni di attività ha esteso i propri confini attraverso percorsi formativi realizzati, attraverso il Ministero, con i Paesi dell'Est Europa, dell'America Latina, dell'Africa del Nord. Occasioni concrete d'incontro e di crescita che hanno favorito la nascita di rapporti di amicizia e collaborazione tra il Centro universitario e i suoi ospiti. Così è successo con il corso dedicato alla governance delle Piccole e Medie Imprese, che nel 2013 riunì sul colle una ventina di funzionari tunisini tra i quali anche Iman Bouacida, direttrice del Centro Universitario d'arte drammatica e di attività culturali di Tunisi.

"È stata un'esperienza molto positiva - racconta Iman - tanto che ho pensato fosse interessante proporla anche ad altri miei connazionali. Così ho organizzato, assieme ai miei superiori, un incontro con la direzione del CeUB per poter creare nuovi percorsi formativi a Bertinoro".

Dalla proposta di Iman è scattata ora la fase operativa: dal 27 al 29 aprile ha fatto tappa al Centro Residenziale Universitario di Bertinoro una delegazione tunisina da lei accompagnata, composta da Abdallah Smaali, consigliere del Ministro dell'Insegnamento Superiore di Ricerca Scientifica tunisino, Hassen Fray, direttore generale delle Opere universitarie per il Nord e Hèdi Snoussi, direttore del Centro Universitario Culturale di Tunisi.

"La politica del Ministero - ha esordito Abdallah Smaali - è oggi fortemente rivolta al potenziamento dei servizi per gli studenti. Dopo la rivoluzione abbiamo vissuto un periodo non facile, che ha colpito soprattutto i giovani, abbassando il livello qualitativo dell'offerta formativa. Una situazione a cui vogliamo porre rimedio, puntando anche sulla collaborazione internazionale".

Passa dalla scuola e dalla cultura il futuro dello Stato tunisino, che oggi investe il 40% del proprio budget in questo settore, garantendo per legge un posto all'università ad ogni studente uscito dalle scuole superiori a costi irrisori (attorno ai 50,00 euro l'anno per l'iscrizione ad una Facoltà e affitti simbolici per chi studia, attestati sui 5,00 euro al mese). Una visione di crescita sociale che guarda agli altri Paesi affacciati sul Mediterraneo e in particolare all'Italia - "alla sua cucina e alla sua arte, ma anche alla musica e alle canzoni che abbiamo imparato dalle reti Rai", affermano i membri della delegazione - per crescere in modo equo e democratico.
Una strada che il CeUB, con la sua esperienza nel campo dell'alta formazione, è orgoglioso di intraprendere insieme agli amici tunisini. 

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