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Cronaca

I lefreviani forlivesi si comprano una chiesa e l'adornano con un "affresco digitale", copia di Palmezzano

Si tratta di un vero e proprio affresco realizzato digitalmente su apposite pellicole e poi collocato a mano e battuto palmo a palmo secondo una tecnologia che consente di trasferire il colore all’intonaco del muro

Sarà la riproduzione di una celebre opera di Marco Palmezzano, un affresco realizzato con tecniche digitali avanzate, ad adornare l'abside della chiesa di Castellaccio, a Villa Rotta, acquistata da un proprietario privato alcuni mesi fa dall'associazione "Amici della Tradizione Cattolica", che si riconosce nelle posizioni della Fraternità San Pio X, oggetto di scomunica dal 1976 al 2009, da quando cioé il suo animatore, l'arcivescovo Marcel Lefebvre disattese gli ordini papali e prese a ordinare sacerdoti. La congregazione, costituita in opposizione al Concilio vaticano II e alle riforme che ne sono seguite, raggruppa oggi i continuatori della Chiesa preconciliare: gli aderenti desiderano conservare la messa tridentina (in latino) e si oppongono all'ecumenismo e al dialogo interreligioso. Pur riconoscendosi in Papa Francesco, tuttavia esprimono l'ala più conservatrice della Chiesa cattolica e con la curia romana è aperto un dialogo non facile. Non sono quindi incardinati nelle diocesi locali.

La Chiesa di S. Maria Madre di Dio in Castellaccio, che si trova in campagna, proprio sul confine tra Forlì e Ravenna (nella zona di Borgo Sisa e Villa Rotta), amministrativamente nel territorio del comune di Ravenna, ma nella diocesi di Forlì-Bertinoro,  è una chiesa regolarmente consacrata, l'unica in Romagna che segue il rito tridentino e ha iniziato ad ospitare funzioni religiose da quest'estate. La Fraternità San Pio X a Forlì ha anche un sacerdote, don Marco Laghi. L'edificio è stato edificato nel 1952 sul posto di una precedente chesa andata distrutta dalle mine tedesche che, nella fase della ritirata, venivano utilizzate per abbattere ogni edificio alto come appunto i campanili.

La riproduzione dell'affresco di Palmezzano

Venerdì, alle ore 19.30, nella Chiesa di S. Maria Madre di Dio in Castellaccio sarà benedetta la riproduzione ad affresco del dipinto più celebre di Marco Palmezzano,  seguirà la messa in latino. Prima, alle 19,  ci sarà la recitazione del S. Rosario e Confessioni.  L’opera originale su tavola è conservata nella Pinacoteca dei Musei San Domenico, mentre una copia dipinta si trova all’interno della grande ancona in legno dorato, sopra il coro della Chiesa del Carmine di Forlì per la quale il più illustre pittore forlivese la realizzò nel corso del XV secolo e che purtroppo resterà chiusura sine die a causa di grave degrado strutturale del tetto. A benedire l’opera sarà il nuovo Priore del Priorato Madonna di Loreto di Rimini, sede romagnola della Fraternità San Pio X, don Gabriele D’Avino.

A chiarire il contorno della Celebrazione di Venerdì è Daniele Casi, presidente della Associazione Amici della Tradizione Cattolica che afferma: “La Chiesa del Castellaccio è tornata, sottratta al degrado ed all’abbandono da alcuni mesi, ad essere officiata dai sacerdoti della Fraternità San Pio X, fondata dall’Arcivescovo mons. Marcel Lefebvre e secondo un progetto di rifunzionalizzazione liturgica ed artistica, oltre al recupero di arredi e decorazioni depredate o disperse, verrà progressivamente ridecorata internamente ricorrendo anche alle moderne tecnologie. Una tappa importante di questo lavoro è l’intervento appena concluso di decorazione della parete di fondo dell’area presbiterale. Sopra l’altare maggiore in marmi policromi, donato alla chiesa dal celebre tenore Angelo Masini e dalla consorte, è stata, infatti, fedelment eriprodotta, con una particolare tecnica di realizzazione ad affresco, la grande pala dell’Annunciazione di Marco Palmezzano, inserita in un coerente apparato architettonico e decorativo di chiara impronta rinascimentale”.

“Abbiamo fortemente desiderato partire da Marco Palmezzano - aggiunge  Francesco Minutillo, amministratore del complesso - innanzitutto perché la sua magnifica opera mariana meritava di tornare ad assistere, dopo troppo tempo ed in una chiesa dedicata a Maria, alla magnifica S. Messa della tradizione cattolica Vetus Ordo. Le opere d’arte in questi tempi di dispersione dell’unica vera Fede, ovvero quella cattolica, devono tornare a svolgere il ruolo per cui venivano ideate dal genio dell’umanità nei secoli scorsi: ispirare le anime alla preghiera. In secondo luogo poi il Palmezzano è allievo del Melozzo da Forlì di cui la nostra città conserva solo le spoglie mortali ma nessuna delle sue opere. Il progetto è quello di riprodurre all’interno della Chiesa tutte le opere del Melozzo sparse in Italia e nel mondo, compresi gli affreschi perdutidella Cappella Feo, distrutta dal bombardamento inglese nell’ultima guerra,  in modo cheproprio a Forlì possa tornare a vivere la straordinaria bellezza artistica e religiosa di quel momento storico della nostra città”. 

“Sotto il profilo tecnico il risultato del lavoro si è rivelato straordinario: a tutti gli  effetti la copia è più originale dell’originale”, commenta Minutillo. Che poi spiega i dettagli tecnicidell’intervento:  “L'opera è stata realizzata da Loredana De Marchi, artista milanese che con la Demart Interior Design vanta una grande esperienza internazionale in questo tipo di lavori. Le misure sono fedeli al millimetro ed i colori sono scientificamente e chimicamente identici. Si tratta di un vero e proprio affresco realizzato digitalmente su apposite pellicole e poi collocato a mano e battuto palmo a palmo secondo una tecnologia che consente di trasferire il colore all’intonaco del muro. Il tutto partendo da materiale fotografico ad altissima definizione appositamente realizzato al San Domenico, con l’opera originale,  proprio per quest’intervento”.

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