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Cronaca Centro Storico / Corso Giuseppe Mazzini, 12

Dopo quasi 70 anni di vita chiude il Bar della Posta, è stato uno dei salotti buoni del centro storico

Dopo quasi 70 anni di storia, durante i quali è stato uno dei salotti buoni per il caffè della borghesia cittadina, le porte si sono chiuse poco meno di due mesi fa e non riapriranno a breve

A quanto pare calerà definitivamente il sipario sul Bar della Posta, storico locale del centro storico aperto negli anni '50 in corso Mazzini. Dopo quasi 70 anni di storia, durante i quali è stato uno dei salotti buoni per il caffè della borghesia cittadina, le porte si sono chiuse poco meno di due mesi fa e non riapriranno a breve, con un altro pezzo che se ne va della Forlì di una volta. Chiuso come è stato chiuso negli ultimi anni lo storico bar pasticceria 'Balelli', sempre in corso Mazzini e poco distante dal Bar della Posta.

Il cartello 'Chiuso per lutto' messo sull'ingresso lo scorso 25 febbraio aveva fatto credere che fosse una chiusura temporanea, causata da un momento doloroso per il titolare Tommaso Tria, ma durante quel lutto è maturata una decisione già a lungo meditata di abbassare le saracinesche per sempre.  Tria aveva raccolto il testimone dello storico bar in pieno periodo Covid, nel novembre 2020. Prima della sua, la gestione storica di Ivano Benazzi, entrato in quel bar a 13 anni nel 1959 e durata per ben 61 anni. Uno dei volti più noti della città, ex presidente di Confcommercio Forlì, poi morto a 75 anni l'anno successivo, nell'agosto 2021. Fece scalpore quando Benazzi, pur di mandare avanti l'attività – la passione della sua vita – dichiarò di cedere gratis il bar pur di metterlo in mano ai dei giovani che lo mandassero avanti e lo rinnovassero.

Non lo prese proprio gratis, ma comunque a un prezzo basso Tommaso Tria, forlivese che era tornato da Milano, dove aveva fatto il barista per due anni, e avviando una gestione nel segno della continuità con il marito e altri famigliari. La sua presenza dietro al bancone non è andata però oltre un anno e mezzo di vita. “Ho chiuso definitivamente non però per questo lutto, ma per disperazione”. Fin dal suo arrivo, infatti, il rapporto coi residenti è stato teso. “Non andava bene niente, neanche un po' di musica di sottofondo all'interno. Non si può lavorare quando qualcuno ti chiama polizia, carabinieri di continuo. Alla fine avevo messo la chiusura alle 18”. Tria aveva provato a vivacizzare con i giovani e anche a portare in quello che aveva chiamato "Nuovo bar della Posta" nel 'giro' dei Mercoledì del Cuore, il principale evento estivo del centro storico, ma anche in quel caso rumore, schiamazzi e musica hanno creato tensione coi residenti.

“Avevo rilevato la licenza del bar della Posta, una delle licenze per bar più vecchie di Forlì, ma non credo che la cederò”, conclude Tria, facendo calare così un velo sull'esperienza attuale del bar della Posta, sorto pochi anni dopo la fine della guerra e diventando un ulteriore tassello di una città che non c'è più. A stretto giro, ci tiene a intervenire una persona a nome dei residenti del condominio, che spiega che non c'era preclusione al rilancio dell'attività, ma che da parte del nuovo titolare del bar è mancato il rispetto e la disponibilità alla convivenza con le residenze attorno.

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