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Cronaca

Chiusura del posto di polizia postale, il Sap insorge e si appella ai politici

Il segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia, Andrea Longhi, scrive una lettera alle forze politiche sulla decisione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza di chiudere 267 presidi in Italia

Il segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia, Andrea Longhi, scrive una lettera alle forze politiche sulla decisione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza di chiudere  267 presidi in Italia, di cui 15 in questa Regione. In particolare, nella Provincia di Forlì-Cesena è prevista la chiusura della Sezione della Polizia Postale.  “Il sindacato di Polizia SAP non intende accettare che scelte così gravi e che si ripercuotono direttamente sulla vita del nostro paese, soprattutto per ciò che riguarda la sicurezza dei cittadini, possano applicarsi silenziosamente con semplice comunicazione di ratifica”.

“Per questo motivo, prima che sia troppo tardi, vogliamo informare sia voi che i cittadini di quanto sta accadendo, chiedendo, se condiviso, di opporsi a tale scellerata decisione. A titolo esemplificativo si vuole sottolineare quanto sia meritoria nel terzo millennio l’opera svolta dalle varie specializzazioni della Polizia Postale che tratta migliaia di fascicoli di indagine riguardanti minori in difficoltà a causa dell’utilizzo delle nuove tecnologie o delle truffe telematiche, o degli odiosi crimini commessi in rete dai pedofili; Polizia Ferroviaria impegnata a rendere sicure le stazioni ferroviarie che notoriamente sono ricettacolo di balordi; Polizia Stradale sempre contraddistintasi in aiuto di automobilisti in difficoltà o in ausilio per disastri stradali straordinari o calamità naturali; analogo discorso per le squadre nautiche, artificieri ecc. Ebbene, se tale sciagurata decisione verrà messa in pratica, chi difenderà i cittadini?", scrive Longhi.

“Il punto del problema – secondo il Sap - è che tale provvedimento oltre ad essere dannoso per la sicurezza dei cittadini non consentirà un vero risparmio che potrà essere attuato solo con riforme strutturali coraggiose. Si deve tenere in considerazione che il nostro paese rispetto al resto d’Europa ha ben sette forze dell’ordine (cinque dello stato e due degli enti locali).  Sette forze di polizia significa una “sovrapposizione di competenze per materia e territorio” che produce evidente sperpero di risorse, inoltre si deve tenere conto che ogni apparato destina circa il 60% del bilancio alla gestione della logistica che per contro potrebbe meglio essere razionalizzata. Sembra impossibile, ma neanche il clima di austerità che sta vivendo il nostro paese riesce a rimuovere soluzioni miopi e convincere la classe politica della necessità di un modello di sintesi, ispirato ad una logica di servizio e di funzionalità, più adatto alla complessità del sistema. Tale situazione quindi, non potrà che portare ulteriori effetti negativi sulla materia della sicurezza e al di là di non volerci trovare nella condizione di essere poi additati quale istituzione incapace di fronteggiare le esigenze della comunità locale. Inoltre, pare che tale manovra sia solamente la prima parte di un piano più ampio che prevederà la chiusura di ulteriori uffici periferici come ad esempio i Commissariati Sezionali. Siamo di fronte un vero e proprio taglio della sicurezza che nulla ha a che vedere con una reale razionalizzazione finalizzata al raggiungimento della massima efficienza”.
                                                                           

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