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Cronaca

Cinque sindaci di colori diversi affondano l'Unione dei Comuni: "Esperienza fallita"

I 5 sindaci "ribelli" chiedono "di scomporre l'Unione in unioni più piccole, più sostenibili e più funzionali nell'interesse di tutti, prestando attenzione alle omogeneità territoriale e culturali dei Comuni aderenti

Cinque sindaci del territorio forlivese, di colore politici diversi - uno di sinistra, tre di destra e un civico - chiedono di azzerare l'Unione dei Comuni, esperienza ritenuta ormai non più funzionante. E' quanto dicono in una nota i sindaci di Galeata Elisa Deo, Civitella Claudio Milandri, Rocca San Casciano Rosaria Tassinari, Dovadola Francesco Tassinari e Modigliana Valerio Roccalbegni. 

Il documento parte dalla critica al presidente Giorgio Frassineti: "Con la sua presidenza le cose sono cambiate, si è arrivati a votare qualunque decisione e la giunta si è spaccata in modo definitivo", spiegano i firmatari (la giunta dell'Unione è formata da sindaci ed esponenti politici di colore politico diverso). Tutto questo mentre prima "nelle giunte si è sempre cercato di arrivare a decisioni condivise da tutti i sindaci, anche con rispetto di coloro che non erano in linea con la decisione".

Sulla Unione dei Comuni a 15 (Forlì e tutte le sue vallate) si chiede di liquidare l'esperienza: "L'Unione non funziona, crediamo di essere tutti concordi sul fatto che a questo punto della partita sia corretto ammettere di aver fatto una scelta che a queste condizioni appare sbagliata e come tale da riformulare". Senza azzerare il lavoro fatto, quindi, i 5 sindaci "ribelli" chiedono "di scomporre l'Unione in unioni più piccole, più sostenibili e più funzionali nell'interesse di tutti, prestando attenzione alle omogeneità territoriale e culturali dei Comuni aderenti. Poiché tutti i nodi sono venuti al pettine, dobbiamo prendere atto del fallimento e cambiare rotta"

Per l'interim i 5 sindaci chiedono che "visto che è stato preso un impegno di cinque anni, fino ai primi mesi del 2019, bisogna cercare di arrivare al prossimo marzo modificando tutto quello che impedisce una convivenza dignitosa tra i vari amministratori e poi da marzo in avanti si dovrà ripartire con uno stimolo diverso".

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