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Cronaca

Circolo della Scranna sciolto dopo 122 anni, un progetto per dare nuova vita ai suoi sontuosi saloni

Il “Circolo della Scranna” ha alle spalle ben 122 anni di storia, di cui più della metà, 66 anni, passati nei saloni affrescati del piano nobile di Palazzo Albicini in corso Garibaldi

Il “Circolo della Scranna” ha alle spalle ben 122 anni di storia, di cui più della metà, 66 anni, passati nei saloni affrescati del piano nobile di Palazzo Albicini in corso Garibaldi: ambienti del '600 e densi di storia, con il salone delle feste (e il suo enorme lampadario) che rappresenta probabilmente l'ambiente destinato ai ricevimenti e alle danze più elegante della città. Ma tutto questo, da circa un anno, rischia di sparire. Su una situazione già molto precaria, infatti, si è abbattuta anche la mannaia del Coronavirus, che per i circoli privati di fatto ha portato due lockdown: quello della scorsa primavera e quello di fatto imposto dai Dpcm a partire dalla fine di ottobre e ancora in corso.

L'assemblea che ha decretato lo scioglimento del Circolo, però, si era tenuta la scorso 7 febbraio, appena un paio di settimane prima che l'epidemia esplodesse in tutta la sua virulenza. “Dopo l’assemblea ci sono pervenuti, da più parti, pressanti inviti a soprassedere temporaneamente a questa decisione, per dare tempo e spazio a trattative e incontri finalizzati a trovare e ad elaborare soluzioni tali da impedire la fine del nostro sodalizio. Il motivo di queste richieste è sempre stato unanime: il Circolo della Scranna è diventato nel tempo un polo di aggregazione sociale e culturale importante, nonché un punto di riferimento indispensabile per la nostra città, considerando l’assoluta mancanza di una sede alternativa così accogliente e prestigiosa”, spiega la missiva che rende noto l'addio dopo 122 anni di storia gloriosa nella città. Ad aver preso in mano la questione, con diversi incontri, è stato il sindaco Gian Luca Zattini, che sta accompagnando un progetto tutto privato – all'interno delle associazioni culturali della città – per salvare la Scranna. Un salvataggio che, però, nella migliore delle ipotesi passerà da un atto di discontinuità, con la chiusura dello storico circolo e l'apertura di una nuova associazione che nel nome dovrebbe portare però tutta la storia pregressa.

Lo scopo del Comune è duplice: da una parte conservare un patrimonio culturale della città, particolarmente sentito nella 'Forlì bene' e che attualmente guarda molto alla terza età, oltre che le sue attività sociali, la cui base è il gioco delle carte in salotti arredati con tavoli da gioco che rieccheggiano un mondo di una certa aristocrazia che non esiste più nella sua forma più tradizionale, travolta dal ritmo incessante dei cambiamenti sociali. Dall'altra si cerca soprattutto di salvaguardare un'attività che tiene vivo e aperto un contenitore di grande prestigio – il primo piano del palazzo nobiliare all'inizio di corso Garibaldi all'angolo con piazza del Duomo - che molto probabilmente non potrebbe avere usi alternativi immediati, data la sua vasta estensione in metri quadri e la necessità di tutela artistica. Il salone delle feste vede il dipinto "L'aurora che vola verso l'azzurro per portare al mondo la luce e la vita" dipinta da Carlo Cignani e uno splendido lampadario di Murano con 180 luci. La sua chiusura, in questa fase storica, provocherebbe infatti lo spegnimento delle finestre di un bel tratto di corso Garibaldi per svariati anni, con ciò che comporta per il decadimento dei locali. E anche per questo, viene spiegato nella stessa missiva, “anche la proprietà dei locali, messa al corrente di questi possibili sviluppi, ha accettato di sospendere il pagamento delle mensilità di affitto, confidando in un positivo esito del progetto”.

Di quale progetto parliamo? Lo spiega il presidente dimissionario Roberto Mambelli: “Proprio in questi giorni stanno arrivando ai soci le lettera di aggiornamento". Viene così spiegata l'importante azione di regia assunta dal sindaco. Premette Mambelli: “Partiamo dall'inizio spiegando che il circolo è arrivato ad un numero di soci - una quarantina quelli pieni a cui si aggiungono altri con quota ridotta, le signore che giocano a burraco – che non ne permette la sopravvivenza”. Il nuovo progetto, invece, passerebbe “dalla modifica dello statuto della Scranna, dato che quello attuale non lo consente, per permettere l'ingresso come soci di tante associazioni culturali e altri sodalizi che già ora si appoggiano e svolgono la loro attività nei locali di corso Garibaldi”.

Sempre Mambelli: “A mio giudizio è l'unica strada per dare continuità al circolo, se ovviamente queste associazioni concordano sull'obiettivo”. Oltre a questo bisognerà aggiungere, spiega sempre il presidente dimissionario, “anche un rinnovato slancio sul tesseramento di nuovi soci” e l'arrivo dei giovani. Su quest'ultimo punto, spiega, “la Scranna avrebbe dovuto ospitare un importante convegno di rilievo europeo organizzato dalle associazioni universitarie, un contatto importante con i giovani universitari”. Purtroppo, però, il Covid è intervenuto anche qui a interrompere il percorso e il convegno alla fine si è tenuto nella formula online. 

“Ora è importante vedersi con le associazioni sensibilizzate anche dal sindaco, con Zattini abbiamo condiviso che un tale argomento va affrontato in una riunione in presenza. Ma non potendo fare incontri in presenza, attualmente è tutto congelato per l'emergenza sanitaria”, aggiorna sempre Mambelli. D'altra parte lo stesso circolo, come tutti gli altri, non può svolgere attualmente la sua attività sociale perché vietato dai decreti governativi anti-contagio. “Questo progetto deve essere concordato e valutato con confronti e incontri, che si realizzeranno appena possibile. Siamo cautamente convinti che vi siano tutte le premesse per tentare di dare continuità al nostro circolo”, conclude Mambelli.

La storia

Il Circolo della Scranna nasce nel 1898, per iniziativa di alcuni soci, giocatori di carte scanzonati che erano stanchi di ritrovarsi in una osteria fumosa e chiassosa. Il nome deriva dalla sedia, che ognuno si portava con sé in quella che fu scelta come stanza provvisoria per divertirsi. In tutti questi anni la sua vita si è intrecciata con la storia della nostra città. In oltre un secolo di esistenza, ha visto susseguirsi varie generazioni di soci. Nato come Circolo a scopo prevalentemente ricreativo, col passare del tempo, ha saputo accompagnare a momenti di puro divertimento, come le feste molto ambite, anche eventi con una vera e propria valenza culturale. Fondato come Associazione senza fini di lucro, recentemente è stato riconosciuto come associazione di promozione sociale. In occasione dei 120 anni di storia si è aperto il libro dei ricordi, con tanti aneddoti tra cui Vittorio Sgarbi che non perde occasione di visitare i locali quando è in città. Nei momenti di massimo splendore il circolo era arrivato a contare 500 soci.

Dal 1954 il Circolo ha la sua sede nei locali del piano nobile di Palazzo Albicini, in un ambiente elegante e fastoso, con sale barocche e un grande salone delle feste. Andò ad occupare i locali lasciati liberi dalla Democrazia Cristiana che nel frattempo si era trasferita in via dei Mille. L’edificio ha un’origine assai antica, dopo essere stata la dimora ufficiale degli Ordelaffi fino alla fine del '400, fu acquistata dalla famiglia Albicini. Questa fece costruire un monumentale palazzo che diventò la residenza del nobile casato dalla fine del '600 alla seconda guerra mondiale. Ancora oggi negli splendidi locali del Circolo si possono ammirare diversi quadri appartenenti alla collezione privata della nobile famiglia.

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