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Alluvione e solidarietà

Il grande cuore dei clown di corsia: "Dopo il ponte di Schiavonia ci si catapulta in un mondo parallelo"

"Una devastante forza della natura ha travolto la nostra città - racconta Clown VagaMondo, al secondo Andrea Ghini -. Così ci siamo detti che era giusto dare una mano"

Sabato 20 maggio si sarebbe dovuta celebrare al Parco Urbano la Giornata del Naso Rosso, arricchita da spettacoli, truccabimbi, giochi, magie, bolle di sapone, balli, kamishibai e tanto altro. Un evento particolarmente atteso dai clown di corsia dell'associazione Vip di Forlì, acronimo di Viviamo In Positivo, per sensibilizzare alla filosofia del volontariato, con una raccolta fondi per sostenere la formazione e i progetti dell'Associazione. Ma martedì 16 è arrivata l'alluvione a sconvolgere la città. Tuttavia i clown di corsia non si sono persi d'animo. Hanno indossato il naso rosso e, armati da pala, si sono uniti all'esercito di volontari, spalando quanto più fango possibile per dare un messaggio di speranza alle vittime di questo disastro. 

La delegazione era composta dai clown Sbandatina, Coccoala, Tartina, Chil, Salsino, Tastiera, Karatino, Topacchio, Pepa, Edna, Frittello, Spoppy, Soril e Click-Clack. "Una devastante forza della natura ha travolto la nostra città - racconta Clown VagaMondo, al secondo Andrea Ghini -. Così ci siamo detti che era giusto dare una mano. Anche perché chi come noi ha avuto la fortuna di abitare in una zona dove non è successo il disastro, si sentiva in colpa e male nel non fare qualcosa, se pur nel suo piccolo, per alleviare un po' il dolore infinito di queste persone. Così abbiamo creato un gruppo su WhatsApp chiedendo chi fosse disponibile tra noi clown a spalare e portare via materiale danneggiato dalle case, organizzando un punto di ritrovo e un orario. Da lì ci siamo divisi un po' in gruppetti armati di pale, tira-acqua e stivali. Ma c'era anche chi aveva solo semplice scarpe. Era infatti tanta la voglia di aiutare. C'è chi è andato da amici clown colpiti in prima persona nelle zone di via Gorizia, chi invece nella zona più colpita di Forlì come quella di via Bologna".

I clown di corsia insieme nell'esercito degli "angeli del fango", foto di Andrea Ghini

Valicato il ponte di Schiavonia, ammette Ghini, "lo stupore è stato enorme. Ci si trova catapultati in un mondo parallelo, in un mondo che neanche le foto riescono a spiegare, in un mondo che, per chi vive la città e conosce quei posti, sembra tutto diverso. Perché è solo fango, cataste e colore marrone, Esercito, Vigili del Fuoco, catene umane di ragazzi con secchi e pale, fango fino alle ginocchia. Una volta che si è giunti sul posto è veramente facile dare una mano perché ogni casa, ogni famiglia, ogni persona ha bisogno". Ghini prosegue nella sua testimonianza: "Chiedevamo a chi aveva subito danni se aveva bisogno, quindi andavamo dove ci dicevano, soprattutto nelle zone più isolate. E li il lavoro era tanto".

Tra Cava e Romiti si è formato un esercito spontaneo di volontari: "C'era chi portava aiuto con cibo, acqua, allestendo tanti punti di ristoro e assicuro che facevano molto, perché dopo una giornata passata a spalare, tirare fuori il fango con i secchi serviva anche recuperare energie. E se le mani erano sporche c'era chi aiutava nel mettere qualcosa sotto i denti. La solidarietà è tanta in questi giorni, ma noi romagnoli siamo così di natura. Tanti sorrisi nonostante tutto e tanta voglia di aiutare sempre e in ogni situazione, come è successo a noi clown. Nonostante la situazione tragica si trovava il modo di ridere e scherzare anche mentre ci si riempiva di fango".

"Ovviamente - tiene a sottolineare Ghini - noi clown abbiamo fatto tutto questo con il nostro naso rosso al collo. Ho concluso la giornata con i piedi scalzi dopo aver fatto circa 15 chilometri con gli stivali ed essere stato in strada dalle 10 alle 18. Ero stanco, pieno di fango, ma felice di aver aiutato un po' qualcuno". Ghini conclude con un appello rivolto a tutt'Italia: "Spero solo che non veniamo dimenticati tra una settimana o quando i media smetteranno di parlare di noi. Adesso è facile cavalcare l'onda dei media, ma Forlì e la Romagna intera avrà bisogno ancora per un bel po'". 

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