Collezione Verzocchi, Italia Nostra fa scrivere dagli avvocati per bloccare il progetto. Anche Sgarbi è contrario
L'associazione di tutela dei beni culturali Italia Nostra ha inviato una lettera al Comune, in cui lo si invita a soprassedere al progetto di trasloco della Collezione Verzocchi a palazzo Albertini
L'associazione di tutela dei beni culturali Italia Nostra ha inviato una lettera al Comune, in cui lo si invita a soprassedere al progetto di trasloco della Collezione Verzocchi a palazzo Albertini. L'invito arriva dallo studio legale Danovi & Giorgianni di Milano, a cui Italia Nostra si è rivolta per elencare i motivi per cui, a detta dell'associazione, con il progetto a Palazzo Albertini non sarebbero rispettate le volontà della donazione del 1961 di Giuseppe Verzocchi.
“Viene spiegato inoltre che anche un'associazione come Italia Nostra, così come ogni cittadino forlivese fruitore della Verzocchi, potrebbe agire per le vie legali per costringere il Comune a rispettare gli obblighi del lascito – precisano i referenti Marina Foschi, Riccardo Helg e Luciana Prati -, anche se non vorremmo arrivare a intentare una causa”. La lettera legale - che non rappresenta però una diffida -, dà un tempo di dieci giorni per dare una risposta in merito. Per conoscenza è stata inviata anche alle strutture del Ministero dei Beni culturali e alla Regione. Di tale iniziativa sono stati informati anche gli eredi di Verzocchi, che per ora non si sono espressi.
Sgarbi: “Corretta la posizione di Italia Nostra”
A rafforzare tale richiesta arriva anche una presa di posizione del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: “La posizione che Italia Nostra ha assunto attraverso lo ‘Studio Danovi e Giorgianni’ relativamente alla collezione Verzocchi di Forlì, come parte integrante delle collezioni civiche della pinacoteca e di Palazzo Romagnoli - afferma il Sottosegretario - coincide con le posizioni del Ministero della Cultura, come io ho più volte indicato”.
“Invito dunque il sindaco con l’amministrazione comunale di Forlì e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio ad attenersi a queste prescrizioni, richiamate dagli avvocati Danovi e Giorgianni, d’altra parte indicate tra gli obblighi della convenzione tra il donatore e l’amministrazione comunale, come risulta dalla delibera del consiglio comunale nell’atto di accettazione della donazione stessa”, conclude Sgarbi.
Il caso della Verzocchi
Dopo la petizione che ha visto la raccolta di oltre mille firme contro lo spostamento della Verzocchi, quindi, sale il livello della contrapposizione al progetto. La Collezione Verzocchi, con opere di De Chirico, Carrà, Vedova, Guttuso, Casorati e molti altri, è uno dei pezzi più pregiati delle collezioni civiche. La serie di quadri delle stesse dimensioni e contraddistinti dall'immancabile mattoncino refrattario (simbolo dell'industria con cui ha avuto fortuna Verzocchi) attualmente si trova a Palazzo Romagnoli, in un allestimento inaugurato nel 2013, dieci anni fa, con una raccolta di tutte le collezioni del Novecento della Pinacoteca Civica.
Le opere celebrano il lavoro e in tutte le sue forme e rappresentano un richiamo culturale e turistico: per questo motivo l'amministrazione del sindaco Gian Luca Zattini intende portarla in piazza Saffi, nel palazzo Albertini dove sono in via di conclusione i lavori di restauro. Una sede museale a se stante, abbinata ad un premio che mira a portare ulteriori opere contemporanee sullo stesso filone. Al piano terra di Palazzo Romagnoli, invece, il Comune intende spostare provvisoriamente la Biblioteca, che non sarà fruibile a causa dei lavori di restauro del Palazzo del Merenda di corso della Repubblica.
“Una scelta che ci preoccupa molto – spiega Marina Foschi, consigliera nazionale di Italia Nostra -. A Palazzo Romagnoli è stato allestito un'esposizione che rispetta tutti i criteri museali della Regione”. E smantellarla significa “vanificare un investimento pubblico fatto appena dieci anni fa, con un costo di trasloco e ri-allestimento che non è dato neanche sapere”, commenta Prati. Viene inoltre lamentata lo scarso coinvolgimento del mondo culturale in questa scelta, “mentre manca del tutto un piano museale del patrimonio artistico della città”, continua Prati. Che aggiunge: “Se si voleva fare qualcosa di più logico, si poteva mettere la Biblioteca a palazzo Albertini, portandola in piazza come d'altra parte succede anche a Bologna”.
“Non rispettate le volontà del donatore”
Ma il problema maggiore, a detta di Prati, è che “la volontà di Verzocchi non viene rispettata”. Per quale motivo? “Verzocchi, infatti, aveva richiesto che la donazione avvenisse a favore della Pinacoteca Civica. E' vero che ha chiesto che l'allestimento fosse in un'unica sala a sé stante, ma appartenente alla Pinacoteca Civica di cui doveva rappresentare un arricchimento”, spiega Riccardo Helg, segretario di Italia Nostra Forlì. Inoltre aveva imposto la gratuità di accesso, quando all'epoca, nel 1961, era abbastanza normale che non si chiedesse un biglietto per entrare al museo.
Per Italia Nostra il museo a Palazzo Albertini quindi “spezzerebbe” il legame con la Pinacoteca, mentre per il Comune questa sede museale non sarebbe altro che una sede distaccata di essa, come d'altra parte lo è già Palazzo Romagnoli, dove l'allestimento – tutto al piano terra – è già spezzato in più sale raccordate da un comune percorso di visita. Inoltre viene richiesto un biglietto per l'ingresso.
“Non basta una targhetta sulla porta per fare di palazzo Albertini una sede distaccata della Pinacoteca, mentre Palazzo Romagnoli lo è effettivamente, grazie a un progetto scientifico che raccoglie la sezione del Novecento – aggiunge Helg -. A Palazzo Albertini, invece la collezione Verzocchi sarà frammentata in più locali e su due piani diversi”. In questo modo, a detta di Italia Nostra, verrebbe non rispettata la prescrizione di “un'unica sala”. L'altro 'vulnus', però, è che “la collezione, secondo le indicazioni di Verzocchi, non può essere incrementata, non possono essere aggiunte altre opere”, sempre Helg. A contrastare questo dettame del lascito, sempre per Italia Nostra, sarebbe invece la scelta del Comune di inaugurare un 'Premio Verzocchi', per portare nuove opere d'arte contemporanea in città.
Il timore, infine, è che nel risiko delle sedi, con tutti i cantieri in corso, “la collezioni Verzocchi resti imballata per un anno almeno, dal momento che se stanno finendo i lavori di recupero del plesso di palazzo Albertini, poi servirà del tempo per la parte museografica”, dice Prati. E anche la mancata esposizione al pubblico rappresenterebbe una violazione della prescrizione messa da Verzocchi nel testamento, secondo cui la collezione non poteva essere messa in un deposito, ma doveva essere esposta al pubblico.