rotate-mobile
Volontariato

La miglior medicina contro il dolore è il sorriso, l'esperienza dei clown di corsia: "Il nostro segreto? Siamo semplici, sinceri e ascoltiamo"

Far ridere chi si trova in una condizione di malattia e vulnerabilità, non è nè semplice nè indolore. E poi ci sono loro, i clown di corsia, che penetrano nel cuore di chi ha bisogno di un po' di affetto e coraggio

Patch Adams insegna: "Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina". Ma far ridere chi si trova in una condizione di malattia e vulnerabilità, non è nè semplice nè indolore. E poi ci sono loro, i clown di corsia, che penetrano nel cuore di chi ha bisogno di un po' di affetto e coraggio, riuscendo a strappare un sorriso che allontana i cattivi pensieri. L’associazione Vip di Forlì, acronimo di Viviamo In Positivo, si prepara a "sfornare" altri volontari pronti ad indossare il naso rosso pomodoro, allargando ad una sessantina il numero di clown forlivesi pronti ad offrire un momento di svago ai malati e alle persone in difficoltà.

"Ogni due anni facciamo un corso base e reclutiamo nuovi volontari, che vogliono cominciare un percorso di formazione con lo scopo di andare nei reparti ospedalieri o nelle strutture per anziani e disabili e svolgere attività di volontariato con l'obiettivo di allontanare le persone dai momenti difficili che stanno attraversando": a parlare è Clown Frittello, al secolo Luca Pedna, 44 anni, presidente dell'associazione Vip di Forlì, nel presentare la tre giorni di formazione in programma questo fine settimana a Forlì (venerdì dalle 18 alle 22, sabato dalle 9 alle 19 con pausa pranzo e domenica dalle 9 alle 16 in Corso della Repubblica). 

Come viene organizzata la formazione?
E' presente un formatore professionista della Federazione Vip Italia Onlus, con un approccio conoscitivo a 360 gradi sia dal punto di vista teorico che pratico. Da cosa vuol dire essere un volontario clown, come ci si comporta ed altri elementi che saranno approfonditi nel corso di una formazione continua che sarà svolta dalla nostra associazione a Forlì ogni due volte al mese. 

Qual è l'età media dei volontari?
Preciso che il servizio è aperto a tutti, dai neo maggiorenni agli anziani. Fortunatamente tra i nostri volontari non c'è un'età che prevale sulle altre. Ci sono giovanissimi, intorno ai 20 anni, così come sessantenni, che rappresentano una nostra grande risorsa, perchè ci sono pensionati che svolgono servizi al mattino. E' possibile inoltre esercitare il corso anche da 17enne, per poi cominciare l'attività di volontariato non appena viene compiuta la maggiore età. 

Parlando della sua esperienza personale, quando ha mosso i primi passi Clown Frittello?
Esercito dal 2009. 

E come è nata questa avventura?
Ho trovato un volantino in un momento 'giusto', perchè avevo necessità di fare qualche cosa per gli altri, e l'idea del clown in corsia mi intrigava. Quindi ho fatto il corso di formazione, poi da corsista sono diventato 'trainer', ovvero colui che tiene la formazione interna dal corso base e per i successivi due mesi che vedono il clown pronto ad esercitare l'attività. Nel giugno del 2021 sono diventato presidente dell'associazione. 

E che bilancio ne trae?
Ho avuto la conferma della bellezza di questa esperienza, che ti forma personalmente a 360 gradi. 

Ma cosa fa il clown di corsia?
Entriamo negli ospedali e nelle strutture per anziani o disabili. Il clown di corsiacanta, balla, fa il mimo, ma è possibile anche trasformarsi in un animale. E' la bellezza dell'insolito rispetto a quello che si è nella vita quotidiana. 

Come organizzate la vostra attività?
Si tratta di incontri programmati a seconda della disponibilità dei soci. Nelle strutture per anziani e disabili ci sono dei giorni accordati, che sono il sabato o la domenica pomeriggio, una o due volte al mese, mentre in Pediatria tutti i sabati pomeriggio, ma quando c'è la possibilità anche il lunedì mattina. Normalmente siamo impegnati circa tre ore per incontro.

Ma come si regala un sorriso a persone che stanno attraversando momenti difficili?
La gente ha piacere della nostra presenza e questo aiuta a sentirsi meno fuori luogo più di quanto si possa credere. In primis bisogna avere il rispetto del volto che si ha davanti e approcciare in punta di piedi, cercando di capire gli umori e le esigenze. Dopodichè si coglie il momento, a seconda della disponibilità della persona. Noi abbiamo come obiettivo quello di distrarre dalla malattia. Faccio un esempio concreto: quando entriamo in una sala d'attesa, dove ci sono bimbi che attendono di sostenere un esame, ad uno facciamo battere le mani, ad un altro i piedi e ad un altro ancora emettere un suono con la bocca, creando pian piano un concertino. In questo modo cerchiamo di capire come distrarre la persona. Ma possiamo avere un approccio ironico con una gag, fingendo di inciampare. Un altro esempio recente è stato in Pediatria: con una ragazzina cantante che si trovava sulla sedia a rotelle abbiamo improvvisato un piccolo spettacolo, contagiando di sorrisi chi si trovava nel corridoio. Arrivando alla domanda, in sintesi, bisogna essere semplici e sinceri.

C'è una situazione che l'ha colpita particolarmente?
Ricordo una bambina che aveva una certa ansia in attesa di una risonanza magnetica. E mi ha fatto felice essere riuscito con gli altri clown a trasformare quella paura in un gioco. Ho visto nel suo volto un cambio d'espressione. Colpisce anche il momento in cui c'è l'anziano che cerca sollievo attraverso una stretta di mano, facendo partire anche una lacrima. E sono questi i momenti che confermano come sia bello fare questa attività di volontariato. 

Il periodo del covid vi ha tolto questo tipo di contatto umano...
Ci è mancato tantissimo, perchè si vive di contatto umano. Abbiamo cercato di regalare un sorriso online, ma non è stata ovviamente la stessa cosa. Ed appena c'è stata la possibilità di far ritorno in ospedale o nelle strutture ci hanno chiamato subito, perchè c'era l'esigenza di un momento di convivenza. Siamo riusciti col tempo a riprenderci il gusto del sorriso, anche se la mascherina lo oscura un po', regalandolo tuttavia attraverso gli occhi. Il contatto visivo è stato infatti un grosso traguardo. 

E avete regalato sorrisi ai bimbi avviati alla vaccinazione contro il virus...
Abbiamo accompagnato anche i bimbi che avevano paura della puntura. E' stata un'attività piacevole e per circa un mese, durante la prima fase, abbiamo cercato di esser presenti sia al mattino che al pomeriggio. Facevamo dei piccoli spettacoli prima e dopo la vaccinazione nella sala attesa, coinvolgendo anche i genitori. Regalavamo anche palloncini a forma di topino, con i bimbi che facevano a gara a chi li faceva volare più in alto. Una modalità di distrazione e aggregazione, che per noi è stato un piccolo successo. Al di là della campagna vaccinale, dove c'è una situazione che può generare preoccupazione, noi ci siamo. 

Vuole lanciare lanciare un appello per allargare la famiglia dei clown di corsia?
C'è spazio per tutti. Non viene richiesta alcuna caratteristica particolare. Suonare o cantare, ad esempio, è un di più. E' necessario però mettersi in gioco ed ascoltare. Il bello del nostro volontariato è la semplicità. E aiuta ad arricchire il bagaglio delle esperienze personali, s'impara a conoscere anche se stessi e a stare con gli altri. Un'altra bella particolare di questa attività di volontariato è che si torna a casa con un piccolo pezzo di storia delle persone che si aprono e che raccontano la loro sofferenza, cercando in qualche modo di evadere da essa. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La miglior medicina contro il dolore è il sorriso, l'esperienza dei clown di corsia: "Il nostro segreto? Siamo semplici, sinceri e ascoltiamo"

ForlìToday è in caricamento