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Giovedì, 28 Settembre 2023
Cronaca

Alluvione, i sindacati in commissione d'inchiesta: "Rabbia sociale crescente, basta ai ring politici"

La nuova seduta dell'organo del consiglio comunale per approfondire i tragici eventi che hanno travolto la città lo scorso 16-17 maggio, è stata tutta dedicata all'audizione dei segretari locali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

E' stato il turno dei sindacati a parlare alla commissione comunale di inchiesta sull'alluvione. La nuova seduta di oggi pomeriggio, giovedì, dell'organo del consiglio comunale per approfondire i tragici eventi che hanno travolto la città lo scorso 16-17 maggio, è stata tutta dedicata all'audizione dei segretari locali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

“Aggiornare il piano di gestione dell'emergenza”

Uno dei temi posti con priorità dai sindacati è stata la necessità di aggiornare i piani di gestione dell'emergenza. “Serve un nuovo piano operativo di emergenza, quello vecchio ha mostrato delle lacune”, ha detto Vanis Treossi, referente locale della Cisl Romagna. Che poi ha ripreso: “Viene da sorridere che la nuova sede della Protezione Civile sia stata la prima ad essere allagata”.

E sullo stesso tema argomenta Maria Giorgini, segretaria Cgil di Forlì, che ritorna con la memoria alla mattina del 16 maggio: “Nel piano di emergenza è prevista, anche se non è avvenuta, la chiusura di negozi, ma è inconcepibile che non sia prevista l'evacuazione dei posti di lavoro, che alle 12,30, quando avevamo compreso che l'allerta era alta, avevamo chiesto che venisse attuata. Il nostro interesse oggi è capire cosa non ha funzionato e aggiornare il piano di emergenza. Alcune cose ci accorgemmo già in quei giorni che non stavano funzionando”. Per Enrico Imolesi, segretario della Uil Forlì, infine “era importante intervenire con le evacuazione dei posti di lavoro, ma solo di quelli che erano effettivamente a rischio di alluvione”.

“Rabbia sociale crescente”

I sindacalisti hanno poi relazionato in commissione sul fatto che “abbiamo registrato rabbia dei cittadini per i ritardi, la burocrazia e i lunghi tempi di risposta, e a cento giorni dall'alluvione questa  rabbia cresce, chiediamo un cambio di passo”, è l'opinione di Giorgini. Come ridurre questa rabbia sociale? “Con una rivisitazione dei servizi ed essere più vicini alla popolazione nei quartieri”, per Giorgini. Ma anche con “assemblee pubbliche con la giunta in tutti i quartieri, in cui forse si scaricheranno contraddizioni e rabbia, ma questo resta un passaggio necessario”, sempre Giorgini. E poi dando la “garanzia di manutenzione nel lungo periodo di strade e fogne” e misure con risorse finanziarie del Comune “rivolte ai meno abbienti per esempio nel trasporto pubblico per chi ha perso la macchina, fasce di esenzione per i redditi più bassi nelle zone alluvionate, e sostegni, per esempio per l'acquisto di libri scolastici e i pc per le famiglie che non ce la fanno a ripartire”. 

Per Imolesi, invece, la rabbia sociale deriva essenzialmente dal fatto che “i soldi al momento non sono sufficienti e senza le risorse nessuna azione locale può avere effetto”. Continua Imolesi: “Ora siamo ancora ai ring politici, c'è un battibecco politico continuo sulla stampa, ma è terminato lo spazio di rivendicazioni da campagna elettorale, invece si lavori con forza e coesione per reperire risorse che oggi non sono sufficienti”. Sul tema dei fondi pubblici “arrivi forte il richiamo al governo, soprattutto da parte di chi sostiene politicamente questo governo”. 

Impiegare il fondo comunale delle donazioni
 

Vanis Treossi (Cisl) ricorda che “qualsiasi tipo di utilizzo delle donazioni farà degli scontenti, ma è importante agire in fretta. L'attesa e la mancanza di certezze crea grande agitazione alle persone già colpite. Suggeriamo di collaborare con soggetti terzi per individuare i criteri”. “Va fatta una scelta tempestiva per il fondo comunale delle alluvioni, non solo per gli alluvionati, ma anche per i donatori che non sanno come verrà impiegata la loro donazione”, aggiunge Giorgini. E, anche per questo “la macchina della solidarietà si è fermata”, rileva. Sul tema delle donazioni anche Chistian d'Aiello, rappresentante del sindacato Ugl che chiede che le risorse vengano distribuite “su una base equa” e che si metta mano per aumentarle anche dal “budget dei festeggiamenti per esempio quelli  natalizi”.

Emergenza abitativa

Dalla rappresentante della Cgil arriva anche la richiesta di procedere con il censimento dei danni dei privati, anche avvalendosi delle associazioni di volontariato, dopo debita formazione. Ma è proprio sulla casa che i nuovi problemi si sommano a quelli vecchi: “C'era già il problema dei fragili e di coloro che con difficoltà riescono ad accedere al mercato immobiliare, ora siamo proprio all'emergenza abitativa, con il rischio di speculazioni”, ha detto Giorgini. “Non sappiamo ad ora quante persone sono appoggiati ai parenti. Bene l'esenzione dall'Imu per chi mette a disposizione l'alloggio, ma è solo un primo passo”.

Posizione netta anche sulle maxi-bollette, derivanti dagli extraconsumi di acqua ed energia elettrica cagionati dal ripristino delle abitazioni alluvionate. La richiesta in questo caso è una “ulteriore proroga al 31 dicembre delle bollette, per gestire l'annullamento degli extraconsumi da parte dei gestori dei servizi e per permettere una più ampia rateizzazione”.  Infine, un passaggio al nuovo Piano urbanistico generale, “che contenga una nuova idea di città più sicura e più vivibile”. Inoltre, a detta di Giorgini “l'alluvione ha spazzato via ogni ipotesi di ulteriori espansioni commerciali e nuove edificazioni. Dobbiamo chiederci se ci serve o non ci serve ulteriore consumo del suolo”. 

“Più manutenzione dei corsi d'acqua”

Chistian d'Aiello, rappresentante del sindacato Ugl, ha invece incentrato il suo intervento nella richiesta “di investire di più, per moltiplicare le opere di contenimento delle piene dei fiumi, come le casse di espansione”, che – a detta di D'Aiello - sarebbero “presenti in Emilia e non in Romagna”. “Perché non ci sono opere idrauliche per contenere le piene? E la manutenzione? Negli alvei bisogna fare pulizia, c'è poi un'insufficienza di tecnici e personale qualificato”. Il rappresentante dell'Ugl ha ricordato che sui corsi d'acqua “le competenze gestionali sono del Consorzio di bonifica e della Regione, la mancata manutenzione è stata una concausa dell'alluvione. Ci sono prove fotografiche che la vegetazione non rimossa ha creato imbuto e difficoltà di deflusso dell'acqua”.

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