Sara Pedri, il giorno del 34esimo compleanno. La lettera della madre: "Il silenzio ti ha portata verso la libertà vera"
Venerdì, in occasione del suo 34esimo compleanno, Sara è stata ricordata nel corso di una messa, che è stata celebrata alle 8 nella chiesa "Santa Maria Ausiliatrice" alla Cava
Il 4 marzo 2021 Sara Pedri, ginecologa originaria di Forlì e impegnata poi all'ospedale di Cles, è scomparsa. Da quel giorno nessuno ha avuto più sue notizie ma i famigliari non si sono mai arresi nelle ricerche, che sono andate avanti senza sosta nel lago di Santa Giustina. Venerdì, in occasione del suo 34esimo compleanno, Sara è stata ricordata nel corso di una messa, che è stata celebrata alle 8 nella chiesa "Santa Maria Ausiliatrice" alla Cava. "Per la tremenda alluvione che ha colpito la nostra città di Forlì e non solo, non è stato possibile organizzare uno dei nostri "magici incontri" al Giardinetto di Sara, dove avremmo potuto raccoglierci e festeggiare il suo compleanno", scrive su Facebook la sorella Emanuela, che ha pubblicato sulla propria pagina social scritti che ricordano la giovane. Mirella, madre di Sara, ha deciso di scriverle una lettera, che riportiamo integralmente.
Il testo della lettera a Sara Pedri
"Sara, figlia tanto desiderata e così presto svanita e sottratta al nostro amore e alla nostra soddisfazione di averti vista crescere nella gioia e nella conquista dei traguardi che tanto ambivi". Oggi è il tuo 34esimo compleanno, ma di questi ultimi anni posso solo immaginare come e dove avresti vissuto, cosa avresti fatto, come saresti cambiata, quali altre mete avresti raggiunto, sempre di corsa. Immagino accanto a te l’amore intenso e profondo di un giovane e anche di un piccolo figlioletto che avrebbe fatto la tua gioia e anche la mia, di nonna già avanti negli anni".
"Sara, anima leggera e luminosa, è la terza ricorrenza del tuo silenzio, quel silenzio che ti ha portata verso la libertà vera, volando tra le nuvole immersa in una luce diversa dove tutto è possibile, dove anch'io vorrei raggiungerti per liberarmi di questo macigno che grava senza interruzione sulla mia esistenza", Questa mia esistenza vissuta tra due luoghi del cuore e del ricordo...La tua stanza, dove entro in punta di piedi per avvertire l’odore di te che è ancora e sempre inconfondibile e che temo possa svanire; così apro poco la finestra e sono gelosa che qualcuno possa aspirare il tuo profumo e portarmelo via".
"L’altro luogo è il giardinetto al Parco Urbano dove vive il tuo albero - prosegue la lettera -, rigoglioso più che mai, miracoloso nel suo verde fogliame che contrasta vistosamente con la desolazione arida e uniforme del limo lasciato dalla piena che ha colpito la nostra città. Qui trascorro quasi due ore ogni giorno e ieri un giovane, che si è fermato ad ammirare i fiori vivaci e multicolori del giardinetto, ha definito questo nostro angolo di paradiso come un’oasi di pace e di speranza, nella desolazione più totale. Anche i coniglietti sono attratti dal prato, che stenta a ricrescere nel fango arido, sterile e grigio, ma che ha la forza misteriosa e inevitabile della vita che continua".
"L’albero in cui vivi è diventato rigoglioso, frondoso, ombroso, vero miracolo di vita e sopravvivenza dopo la tragica calamità. Chi passa non può fare a meno di notare i fiori vividi che esplodono nei colori accesi e attraenti e non può non rivolgere uno sguardo d’amore e di ricordo per i tuoi capelli rossi, per gli occhialoni più grandi del tuo viso, per il tuo sorriso, nella foto, così gioioso e rilassane. Sara, mentre voli lassù oltre le nuvole, non dimenticarti di volgere lo sguardo verso di me e tutti i tuoi cari perennemente bisognosi di conforto e di coraggio per continuare ad andare avanti. La mamma".