rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Comunità cattoliche da tutto il mondo: in Duomo si è celebrata la "Messa dei Popoli"

Promossa dall’ufficio diocesano Migrantes, domenica si è celebrata in Duomo la Messa dei Popoli, presieduta dal vescovo

Promossa dall’ufficio diocesano Migrantes, domenica si è celebrata in Duomo la S. Messa dei Popoli, presieduta dal vescovo Livio Corazza, in comunione con i cappellani delle comunità etniche straniere e dei sacerdoti e diaconi della Diocesi. Alla liturgia eucaristica hanno partecipato migranti delle comunità cattoliche straniere presenti a Forlì: africana di lingua anglofona, africana di lingua francofona, polacca, rumena, ucraina, filippina, indiana e pakistana che hanno animato la S.Messa con canti e cori della loro tradizione, a testimonianza di unità e fede dei tanti credenti di nazionalità diverse presenti nella diocesi. 

Nella presentazione della giornata, Walter Neri, direttore della Migrantes diocesana, ha sottolineato l’importanza del ritrovarsi insieme nella Chiesa Cattedrale di fedeli delle comunità straniere e della comunità cittadina, a significare accoglienza e vicinanza nella preghiera a culture e tradizioni diverse dalle nostre. Ringraziando l’Assessora Tassinari, presente in rappresentanza del Comune di Forlì, per il lavoro di accoglienza e aiuto nei bisogni immediati, ha invitato l’Istituzione, le Associazioni e i singoli cittadini a perseguire con convinzione e determinazione non solo l’accoglienza ma anche una sempre maggior integrazione delle persone straniere presenti nel nostro territorio. 

Nella sua omelia il Vescovo ha offerto tre spunti di riflessione, suggeriti dalle tre domeniche-feste di Epifania del tempo attuale, che sostanziano l’Epifania della festa odierna delle genti: la recente Epifania con la visita dei Magi a Gesù che manifesta il suo amore per tutta l’umanità; il Battesimo di Gesù celebrato questa domenica, in cui Cristo si manifesta all’umanità nelle acque del fiume Giordano; la celebrazione domenica prossima delle nozze di Cana, in cui cambiando l’acqua in vino Gesù dà inizio alla sua missione pubblica. 

Nella festa dei popoli il Vescovo ci chiama "a intravedere le tre Epifanie. La gioia che ispira questa domenica di festa in cui si ritrovano a pregare insieme genti diverse, qui rappresentate con la loro molteplicità di lingue, musiche, abiti, colori e tradizioni. Questi popoli in festa ci ricordano la festa della domenica, giorno del Signore, sentita come giorno di gioia interiore da vivere e condividere nella totalità delle 24 ore e di cui abbiamo tanto bisogno in questi tempi difficili, oggi in cui le feste sono spesso spente, vissute con noia e tristezza, appiattite dal consumismo; Vedere questa festa come la realizzazione di una promessa, la profezia annunciata con l’adorazione dei Magi al bambino Gesù: Cristo è venuto per tutti i popoli, come sta scritto “Ti adoreranno Signore tutti i popoli della terra”. Anche noi siamo discendenti dei Magi con il compito di portare il Vangelo in tutto il mondo, spinti dallo stesso spirito disceso su Gesù sulle rive del Giordano e sugli Apostoli riuniti nel cenacolo. E oggi - dice il vescovo - possiamo dire che la missione di Gesù si è compiuta, dopo 2 millenni il compito affidatoci da Gesù si può dire realizzato, in tutte le lingue si prega il Signore Gesù Ma la missione della Chiesa non è per questo esaurita e papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale del Migrante 2021 ci ricorda come siamo tuttora chiamati all’impegno ad essere sempre più “cattolici e universali” e come “i flussi migratori contemporanei costituiscono una nuova frontiera missionaria, un’occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo senza muoversi dal proprio ambiente, di testimoniare concretamente la fede cristiana nella carità e nel profondo rispetto per altre espressioni religiose”. Ecco che la terza Epifania è l’unico linguaggio a cui siamo chiamati e ci interroga cosa vuol dire essere cattolici oggi, come ricomporre la famiglia umana per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso. Ecco il senso vero di essere Cattolici: essere un unico popolo che parla un’unica lingua e la lingua del Cristiano deve essere l’Amore". 

"In questo senso la festa dei Popoli ribadisce che il linguaggio della Chiesa è universale e che il messaggio d’amore di Gesù è per tutti. Nessuno è straniero davanti a Gesù, siamo un solo popolo anche se non dobbiamo farci rubare le nostre diversità. La vera festa è di chi ama ritrovarsi nel nome del Signore insieme a chi condivide fede, gioia e speranze, per superare differenze e diffidenza".
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comunità cattoliche da tutto il mondo: in Duomo si è celebrata la "Messa dei Popoli"

ForlìToday è in caricamento