Si complica la vicenda del "tubo" sotto il condominio inagibile, l'ordinanza: "Va dismesso". Ma ora sono preoccupati i vicini
Si complica dal punto di vista burocratico la vicenda del condominio “Anna Maria” di via Locchi 8 reso inagibile dalla recente alluvione
Si complica dal punto di vista burocratico la vicenda del condominio “Anna Maria” di via Locchi 8 reso inagibile dalla recente alluvione. A causa dell'inagibilità dell'edificio (12 appartamenti su tre piani), ci sono 26 persone che non possono fare rientro a casa. Incriminato è uno scolo, la cui proprietà viene attribuita al Consorzio di Bonifica. Si tratta dello canale di scolo Fontana, realizzato ai primi del '900 e poi tombinato negli anni '70 in un tubo del diametro di un metro e utilizzato come scarico fognario.
A quanto pare è stato proprio il cedimento in più punti del vecchio canale tombinato ad aver creato diverse voragini lungo l'asse di via Nervesa. Fuori dalla sede stradale, invece, lo scolo passa a 4 metri di profondità sotto il condominio “Anna Maria” che si trova all'intersezione tra via Nervesa e via Locchi, proprio davanti alla più profonda delle voragini.
In questi giorni, il Comune ha effettuato una serie di sopralluoghi affidati allo studio tecnico Enser di Faenza, specializzato in rilievi geotecnici, dopo i cedimenti avvenuti nella pavimentazione stradale e nei marciapiedi, davanti allo stabile, cui sono seguite le video ispezioni dei Vigili del Fuoco e di Hera al tubo consorziale, compromesso dalle infiltrazioni dell’acqua.
Che tipo di intervento dovrà essere fatto? E chi lo dovrà pagare? Secondo l'ordinanza del sindaco l'intervento dovrà essere a carico del condominio privato (a meno che non arrivino stanziamenti statali per la ricostruzione delle abitazioni danneggiate) e deve prevedere l'evacuazione stabile dell'edificio e un piano di monitoraggio almeno settimanale nei primi tempi da parte di un tecnico specializzato. Solo alla consegna di questo piano il Comune (entro 15 giorni dall'ordinanza della scorsa settimana) potrà revocare l'evacuazione.
Entro tre mesi, inoltre, il condominio è tenuto a realizzazione una rete di scarico delle acque fognarie bianche del condominio e un nuovo allaccio alla rete pubblica; va inoltre riempito il manufatto esistente di fognatura del diametro di un metro sotto al fabbricato e vanno realizzate iniezioni a bassa pressione intorno all’asse della condotta fognaria per riempire eventuali cavità presenti.
“Da un punto di vista strutturale l’edificio non presenta lesioni - aveva detto Gianluca Foca, dirigente del Servizio Edifici pubblici del Comune - la criticità è collegata alla presenza del tubo, che ha un diametro di un metro e che non viene più utilizzato dal sistema fognario ma è stato bypassato con un tracciato laterale”.
Ma di opinione diversa è un vicino del condominio inagibile, il titolare del centro estetico “Oasi beauty home”, che si trova all'angolo tra viale Bologna e via Locchi, proprio alle spalle dell'edificio “Anna Maria”.
Anche per l'Oasi i danni sono ingenti, “in parte insanabili”, specifica. “Leggo le dichiarazioni sul condominio Annamaria di via Locchi 8 e, pur capendone le giuste preoccupazioni dei residenti, ritengo doveroso precisare che il sottostante "tubo" in questione, in realtà è un tronco del canale di scolo Fontana, di proprietà del consorzio di bonifica, e tuttora in esercizio e a servizio degli scarichi acque reflue delle utenze di viale Bologna 62 e 64, e di via Locchi 4 e 6”.
Per il vicino, in altre parole, non si può parlare semplicemente di un “tubo dismesso”. E aggiunge: “Una futura dismissione dovrà prevedere accorgimenti tecnici atti a preservare tale stato. Il canale in oggetto è esistente sin dai primi del secolo scorso ed è stato tombinato agli inizi degli anni 70. Ricordo anche che già nel 2009 gli allora condomini tentarono la chiusura del canale, cosa che poi non ha trovato fattibilità. Mi auguro che il tentativo di risolvere un problema emergenziale non ne vada a creare altri a chi non centra nulla”.