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Cronaca

Il coprifuoco resta alle 22: ma a maggio potrebbe slittare o essere eliminato

Che cosa è cambiato in sostanza? Molto poco: il governo aveva già fatto sapere che la misura sarebbe stata nuovamente valutata, a partire da metà maggio, basandosi sui dati epidemiologici

Il coprifuoco per ora resta alle 22. Nel mese di maggio invece, a seconda dell'andamento dei contagi, potrebbe slittare alle 23 o anche essere eliminato del tutto. La Camera dei deputati ha respinto l'ordine del giorno, presentato da Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, che impegnava l'esecutivo "a valutare l'opportunità, nei provvedimenti di prossima emanazione, di assicurare che nelle zone gialle i ristoranti possano rimanere aperti fino alle 24".

La maggioranza sembra invece aver trovato l'accordo su un altro testo che impegna il governo "a valutare nel mese di maggio, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese con il decreto-legge n. 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento". Che cosa è cambiato in sostanza? Molto poco. È vero infatti che il decreto legge numero 52 del 22 aprile aveva sancito di fatto una proroga del divieto di spostamento dalle 22 alle 5, ma il governo aveva già fatto sapere che la misura sarebbe stata nuovamente valutata, a partire da metà maggio, basandosi sui dati epidemiologici.

L'Ugl

"A nostro parere è necessario modificare alcune prescrizioni del 'Decreto riaperture' - afferma Filippo Lo Giudice, segretario del sindacato Ugl della Romagna che ha inviato le tre richieste di modifica ai parlamentari locali chiedendo che propongano l'integrazione e la modifica del 'Decreto riaperture' in questi tre punti specifici -. In tre punti in particolare. Chiediamo che sia consentito di consumare cibo al chiuso in bar e ristoranti ben prima della data (il 1° giugno) stabilita dal governo; sia modificato il coprifuoco serale ad oggi fissato alle 22 e che si chiede di allungare alle 23; e che si precisi meglio l'uso delle toilette interne ai locali della ristorazione, perché clamorosamente, per una svista del legislatore, nella norma non si menziona mai l’utilizzo dei servizi igienici a fronte del divieto di utilizzare gli spazi al chiuso, generando confusione e disparità tra gli esercenti che affrontano il tema autonomamente".

"Crediamo, inoltre, che con questo provvedimento del governo Draghi non sia garantita equità tra chi gestisce un’attività di somministrazione di alimenti e bevande - prosegue -. Non tutti i bar, ristoranti o le pizzerie, infatti, possono garantire la sosta con tavoli per la consumazione soltanto all'aperto. E soprattutto nei piccoli borghi o nelle città di provincia questo limite, sommato all'assenza di turisti e al calo del commercio, arreca un grave danno a questo settore. Oltre che un altro, l'ennesimo, colpo ad un settore importante per l'economia delle nostre comunità romagnole".

"L'appello che lanciamo ai parlamentari locali vuole anche essere un contributo a migliorare le strategie di ripresa delle attività, sostenere gli imprenditori e tornare a piccoli, ma decisi passi, alla normalità - conclude -. Lockdown e semi lockdown hanno gettato sul lastrico molte imprese, piccole imprese e imprese a conduzione familiare. Ovvero, la gran parte del tessuto economico locale e nazionale: è necessario cambiare registro e , come sindacato responsabile, riteniamo giusto fornire un contributo di idee, soprattutto se queste stesse idee ci sono state sollecitate dalle stesse categorie e a tutela dei lavoratori che non possono entrare in servizio a causa di queste limitazioni. Siamo fiduciosi che i parlamentari locali che abbiamo contattato per suggerire queste integrazioni riescano a sollecitare il governo a modificare le norme in tempi brevi. Non c'è tempo da perdere".

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