rotate-mobile
Cronaca

Covid, la metà dei commercianti ha chiesto i sussidi. Fatturati anche dimezzati, ma nell'alimentare sono aumentati

Le imprese che meglio hanno tenuto in termini di fatturato, sono state quelle di prossimità del settore alimentare quali macellerie, frutta e verdura, generi alimentari che hanno registrato un incremento in alcuni casi superiore anche al 10%

Che impatto sta avendo la pandemia di COVID-19  su fatturato, gestione dell’emergenza e prospettive per la fine dell’anno? Lo ha chiesto Confesercenti ai suoi associati, realizzata in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione forlivese, con 60 imprese associate che hanno risposto. Dall’indagine è emerso che nei primi 8 mesi dell’anno (rispetto allo stesso periodo del 2019), attraversati dal periodo di lockdown (11 marzo - 4 maggio) e dalla successiva Fase 2 di riapertura, le imprese che meglio hanno tenuto in termini di fatturato, sono state quelle di prossimità del settore alimentare quali macellerie, frutta e verdura, generi alimentari (in sede fissa e ambulante), mai interrotte in quanto di prima necessità, che hanno registrato un incremento in alcuni casi superiore anche al 10%.

Diverso il dato per le imprese dell’extra alimentare (abbigliamento, calzature, tessile, ecc.), sospese nel periodo di lockdown, che hanno lamentato perdite anche superiori al 50% del fatturato. Tutte le imprese coinvolte nell’indagine, hanno dichiarato di avere agito sugli spazi e gli ambienti di lavoro, modificandone la disposizione per garantire il distanziamento interpersonale previsto dalle normative e di averlo fatto, in maniera coerente con la ripresa dell’attività. Si pensi ad esempio alle attività della ristorazione ed alla possibilità concessa dalle varie amministrazioni comunali del territorio, di ampliare la superficie di somministrazione su suolo pubblico.

L’indagine ha poi indagato sulle misure attuate da ogni singola impresa, per la gestione del personale e della forza lavoro. Ricorso alla cassa integrazione e richiesta di ferie obbligatorie, sono state quelle utilizzate dalla maggioranza delle attività intervistate (oltre il 50%), mentre la totalità delle stesse ha manifestato l’impossibilità di attivare lavoro a distanza o smart working. Riguardo agli effetti che la pandemia potrebbe generare sull’andamento della impresa fino alla fine dell’anno, la riduzione della domanda locale di prodotti e servizi, e della liquidità a fronte di spese necessariamente da sostenere, sono le principali preoccupazioni, seguite dal timore di non riuscire più a sostenere l’impresa e la sua operatività (oltre il 10%).

Modalità di vendita da asporto o a domicilio (soprattutto per gli esercizi pubblici) e utilizzo dell’e-commerce (esercizi al dettaglio alimentari e non), sono le principali azioni che le imprese hanno attuato o intendono attuare per contrastare questo particolarissimo momento storico, insieme ovviamente all’ampliamento, laddove risulti possibile, degli spazi e delle superfici di vendita e somministrazione. Mentre, per quanto riguarda l’ambito finanziario, metà delle imprese intervistate ha fatto ricorso alle misure di sostegno della liquidità e del credito contenute negli appositi Decreti Legge.

Le stesse, manifestando tutte le difficoltà riscontrate nella gestione burocratica di questa importante opportunità, grazie anche al supporto dei consulenti di Confesercenti, hanno comunque dichiarato di avere ottenuto erogato tutto il contributo richiesto. Di fatto, ciò che si evince dalla lettura dei risultati illustrati, è la resilienza di un comparto imprenditoriale colpito fortemente da questa improvvisa emergenza sanitaria che ha coinvolto ognuno di noi modificandone in parte abitudini e stili di vita, che sta reagendo con lucidità, pazienza, perseveranza, e che sta cercando, anche con il supporto di Confesercenti, di fronteggiare un’emergenza sanitaria che, inevitabilmente, nel suo protrarsi, si è trasformata anche in emergenza economica.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid, la metà dei commercianti ha chiesto i sussidi. Fatturati anche dimezzati, ma nell'alimentare sono aumentati

ForlìToday è in caricamento