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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fare il parlamentare in quarantena, Di Maio "inventa" una tv su Facebook con migliaia di cittadini collegati

Ha utilizzato i suoi contatti con medici e primari, ha realizzato dirette su Facebook, permettendo così di mettere in contatto le tante domande dei cittadini con le risposte qualificate dei professionisti della sanità

Da quando è partita la quarantena, ha utilizzato i suoi canali social per diffondere informazioni utili, dando interpretazioni sui decreti e consigli utili sul "come fare", relativi a norme spesso scritte in burocratese e poco leggibili per chi non è abituato ai testi legislativi. Non solo, utilizzando i suoi contatti con medici e primari, ha realizzato dirette su Facebook, permettendo così di mettere in contatto le tante domande dei cittadini con le risposte qualificate dei professionisti della sanità, in questa fase in cui c'è necessità soprattutto di informazioni di prima mano. E' la scelta che è stata fatta dal deputato forlivese di Italia Viva Marco Di Maio. Il Coronavirus e la quarantena, infatti, hanno imposto a tutti di re-inventare la propria quotidianità e Di Maio ha scelto di farlo così.

Di Maio, dall'inizio della crisi sanitaria come è cambiato il ruolo del parlamentare? 

"Come sempre dipende come ognuno lo interpreta e che tipo di rapporto ha stabilito con le persone. Da quando è iniziata la crisi dedico la stragrande maggioranza del mio tempo a rispondere a persone, imprese, associazioni che hanno problemi specifici, necessità di chiarimento. Quasi come una sorta di "sportello informazioni" che mi fa piacere venga preso a riferimento da centinaia e centinaia di persone".

Che tipo di attività viene svolta in Parlamento ora, anche quello è in fondo un grande 'assembramento'?
"La gran parte delle attività si svolgono a distanza, soprattutto con riferimento alle sedute delle commissioni e alle riunioni informali, che sono frequenti e spaziano su molti argomenti. Pressochè nullo, invece, il rapporto col Governo e con le strutture che gestiscono l'emergenza".

Dunque il parlamento non è chiuso, ma funziona meno di prima?
"Il parlamento non è mai stato chiuso e i parlamentari (almeno, quelli che hanno voglia di farlo) hanno sempre lavorato. Il punto è semmai che a dispetto di quello che molti sono legittimamente portati a pensare, la maggior parte delle decisioni sono prese senza il coinvolgimento del parlamento. Non è una critica, ma un dato di fatto dovuto anche all'organizzazione del nostro sistema istituzionale e all'utilizzo "innovativo" dei decreti del presidente del consiglio fatto da presidente Conte. Su quel tipo di strumento il parlamento non ha alcun tipo di potere, nè di controllo nè di modifica: comprensibile nelle fasi di estrema emergenza, ma non può diventare una prassi. Nulla a che vedere, comunque, con le derive autoritari che si stanno compiendo in paesi come Ungheria, Polonia e Slovenia".

Lei ha attuato una forma di comunicazione piuttosto originale di natura sanitaria, pur non essendo lei un medico, tramite i canali social, ce la può spiegare?

"Prima di tutto ho scelto di usare i miei canali per dare prevalentemente informazioni di servizio e di pubblica utilità, per dare una mano alle persone ad orientarsi di fronte alla selva di norme, decreti, ordinanze e atti di varia natura che hanno costellato questa fase di emergenza. Limitando notevolmente le annotazioni polemiche o i commenti di parte. Poi ho chiesto e trovato l'aiuto di esperti e persone competenti in varie materie".

Ha trasformato la sua pagina Facebook in una piccola televisione, a volte con migliaia di persone collegate...

"Ho provato a dare alle persone che mi seguono la possibilità di ascoltare figure autorevoli nel proprio ambito per farsi un'idea più ampia di quel che succede. Sono partito da quello sanitario, col prof. Vicini e col prof. Poletti, due autorità nel proprio ambito e riconosciute come tali a livello internazionale. Poi ho aggiunto e aggiungerò altri dialoghi su svariati argomenti. L'idea è trasferire in pubblico e mettere a disposizione di tutti conversazioni che svolgo in privato: è un'azione utile anche a me per raccogliere un maggior numero di spunti".

Quante persone si sono collegate a queste "rubriche di approfondimento"? Che ritorni ha avuto? Quali domande hanno posto chi si è collegato?

"Le domande sono le più disparate: spaziano da problemi specifici a considerazione di respiro più generale. In genere ogni diretta raggiunge mediamente tra le 4 le 5mila persone. Talvolta, anche dieci volte tanto, soprattutto se parliamo di sanità".

Ha "esportato" questa esperienza...
"Sì. Mi è stato chiesto da Ettore Rosato e Matteo Renzi di lavorare a una striscia quotidiana di approfondimento, interviste e collegamenti da tutta Italia (e dal mondo) che trasmettiamo in diretta ogni mattina dalle 10.30 alle 11/11.30 sulla pagina nazionale di Italia Viva.  Tuttavia nulla a che vedere con gli spazi sulla mia pagina, che non hanno una connotazione spiccatamente di partito, ma di respiro più ampio".

Spesso i social vengono definiti, e in questa fase di emergenza a maggior ragione, come una cassa di risonanza di fake news. E' solo così?

"I social sono spesso lo specchio della società e del mondo reale, amplificandone i difetti e le virtù. I difetti li conosciamo bene e ne abbiamo pagato le conseguenze; ma troppo spesso ci si dimentica di lavorare sui pregi e di sfruttarli. Per la mia piccola parte, cerco di enfatizzare il buono che i social possono dare".

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