Disturbo del sonno, boom di acquisti di farmaci: Forlì in linea con la media nazionale
L'epidemia da covid ha inciso sulle attività dei banchi dei farmaci: "I consumi sono cambiati molto in questo periodo - ammette Patanè - sono difficili da interpretare e vanno studiati a fondo"
Il professor Claudio Vicini, direttore del dipartimento Testa-Collo dell'Ausl Romagna e otorino di fama internazionale, ha spiegato a ForlìToday come il covid-19 abbia avuto indirettamente un impatto diretto sulla qualità del sonno. E durante il lockdown, conferma Mario Patanè, amministratore unico di ForlìFarma, "si è riscontrato un aumento delle vendite dei farmaci per il disturbo del sonno, che non richiedono una prescrizione medica, del 30%, in linea con le tendenze nazionali". L'epidemia da covid ha inciso sulle attività dei banchi dei farmaci: "I consumi sono cambiati molto in questo periodo - ammette Patanè - sono difficili da interpretare e vanno studiati a fondo". In provincia è stato appurato un calo del 2,8% dei medicinali sul 2019, mentre le farmacie comunali hanno registrato una flessione del 2,8%, con la voce vendite a -0.2%. In aumento del 3% la vendita di ansiolitici e antidepressivi, acquistabili dietro prescrizione medica.
Il dato regionale
In Emilia-Romagna, secondo il monitoraggio realizzato da Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, e riportato dall'agenzia Dire, nei primi due mesi di quest'anno, il consumo di ansiolitici è raddoppiato tra gennaio e febbraio, con un livello superiore a quello registrato sia nello stesso periodo del 2019 sia nel 2020 da maggio in poi (durante il lockdown dell'anno scorso, invece, i dati di utilizzo erano superiori a quelli attuali). Il vero boom però riguarda i farmaci cosiddetti stimolanti cardiaci iniettivi, che vengono utilizzati nelle terapie intensive e sub-intensive e che hanno fatto registrare un aumento del 127% a livello nazionale. In particolare, nei primi due mesi del 2021 l'incremento maggiore rispetto al 2020 riguarda Molise, Basilicata, Piemonte ed Emilia-Romagna, dove il dato del consumo raggiunto a febbraio di quest'anno è superiore di circa il 40% rispetto a quello dello stesso mese del 2020 e piu' del doppio del dato dell'anno scorso da maggio in poi.
In forte crescita in Emilia-Romagna nei primi due mesi del 2021 anche gli anestetici, il cui consumo è di poco inferiore a quello registrato a novembre. Di gran lunga più limitato nel primo bimestre di quest'anno rispetto all'autunno scorso l'utilizzo delle eparine, cioè i farmaci di prima linea per la terapia anti-Covid, che pure nel 2020 in Italia aveva fatto registrare un aumento di oltre il 19% rispetto al 2019, nonostante l'Aifa non ne abbia mai approvato l'uso per la cura del virus. Appare invece in crescita a febbraio, con livelli maggiori dell'autunno scorso, l'utilizzo in Emilia-Romagna della azitromicina, farmaco che secondo Aifa "in base alle evidenze disponibili non dovrebbe essere utilizzato per il trattamento di pazienti Covid, se non in caso di co-infezioni batteriche". Infine, per quanto riguarda i farmaci oncologici e immunosoppressori, mentre nel 2020 gli acquisti ospedalieri risultavano stabili rispetto all'anno precedente in tutte le regioni, nei primi due mesi del 2021 in Emilia-Romagna si sono più che dimezzati rispetto sia all'autunno sia allo stesso periodo del 2020, probabilmente anche per effetto della pressione sugli ospedali dei pazienti covid.