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Martedì, 16 Aprile 2024
Coronavirus, l'approfondimento

Covid, contagiati con la variante Omicron dopo essere guariti da quella Delta: "Il vaccino protegge dalle forme più gravi"

L'INTERVISTA - Approfondimento con il direttore di Malattie Infettive, Francesco Cristini: "Tutti i pazienti con Covid-19 che vengono ricoverati in questo ultimo periodo vengono pertanto considerati come affetti dalla variante Omicron"

Non è inusuale inbattersi in persone che hanno contratto il covid nel giro di poche settimane di distanze l'una dall'altra. E' lecito quindi chiedersi il perchè di una così precoce re-infenzione. La risposta è semplice: chi era guarito dalla variante Delta ha contratto la variante Omicron. Questo, spiega Francesco Cristini, direttore dell'Unità Operativa di Malattie Infettive dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì, "perché l’immunità precedente e quella indotta dal vaccino protegge in modo consistente dalla malattia grave, ma protegge meno dalla infezione".

Dottor Cristini, dal report settimanale dell'Ausl Romagna è emerso che il 100% dei contagi è riconducibile alla Variante Omicron...
Era prevedibile, vista l’alta contagiosità della variante, che Omicron sostituisse la variante precedente. Abbiamo l’esperienza dei paesi che sono stati colpiti prima, come il Sud Africa ed il Regno Unito. Tutti i pazienti con Covid-19 che vengono ricoverati in questo ultimo periodo vengono pertanto considerati come affetti dalla variante Omicron, perché non vi sono indagini diagnostiche di routine eseguibili a tappeto a tutti i pazienti per identificarne la variante. Ma ormai non c’è più bisogno. Le cure che si somministrano adesso in pazienti ospedalizzati non differiscono in modo significativo da quelle per le altre varianti, con l’unica eccezione del farmaco monoclonale che aveva indicazione nel paziente ospedalizzato, che ora non si usa più perché inefficace verso Omicron. L’unico monoclonale in uso ora, efficacia verso la nuova variante, è indicato solo nella forma lieve-moderata del paziente domiciliare con fattori di rischio per aggravamento.

Chi è guarito quindi dalla variante Delta non è stato immune da Omicron...
No. Molte persone già infettate dalle varianti precedenti si sono infettate con Omicron, perché l’immunità precedente e quella indotta dal vaccino protegge in modo consistente dalla malattia grave, ma protegge meno dalla infezione. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono eloquenti sulla grande efficacia della campagna vaccinale verso le forme gravi di malattia. La dose booster del vaccino previene infatti la malattia grave con una efficacia del 97.5%.

Chi ha contratto la variante Omicron ha il rischio di essere colpito nuovamente dal virus?
Siamo nel pieno della quarta ondata, sostenuta da Omicron, ancora dobbiamo vedere reinfezioni da Omicron in chi si è già infettato. Ma se il virus rimanesse endemico, dopo diversi mesi da una infezione non è escludibile che ci si possa reinfettare. Perché l’immunità cala naturalmente nel tempo. Ma il vaccino, e l’immunità indotta dalla infezione naturale, avrà sempre il ruolo di proteggere dalla malattia grave.

Variante Gamma, Beta, Delta, Omicron. In futuro ci potrebbe essere una nuova variante?
Ovviamente si, visto quello che è successo fino ad ora. Ma siccome la storia di questa pandemia è stata una sorpresa dietro l’altra, potremmo anche assistere al suo esaurimento. E’ impossibile prevedere il futuro, sbilanciarsi troppo significa avere una alta probabilità di sbagliare. L’importante è essere pronti ad affrontare eventuali nuovi eventi ed agire di conseguenza, così come è sempre stato fatto.

In provincia si viaggia ad un ritmo giornaliero di oltre 2mila positivi, ma la crescita dei contagi è costante. Abbiamo già raggiunto l'apice?
E’ molto probabile, visti sia i numeri nazionali che quelli locali, che siamo arrivati al plateau di questa ondata.

Con tutti questi contagi in poche settimane si arriverà ad un'immunità di gregge?
Quella della immunità di gregge è sempre stato uno degli argomenti più dibattuti fra gli epidemiologi, ma per un virus che muta così frequentemente, e quindi sfugge parzialmente alla immunità creata da precedenti varianti, non pare molto probabile. Se non prenderanno piede nuove varianti altamente contagiose e la pandemia si esaurisse, allora qualcosa di simile alla immunità di gregge potrebbe avvenire.

Qual è la situazione nell'Unità Operativa di Malattie Infettive?
Già premesso che molto probabilmente abbiamo raggiunto il plateau dei casi, ciò significa che siamo al massimo della operatività, in tutti i reparti Covid-19, e non solo in Malattie Infettive. Ciò che ci aspettiamo è un progressivo e costante calo dei casi che finalmente possa detendere la pressione sugli ospedali.

L'identikit del paziente?
L’età media delle persone non vaccinate è orientativamente 10 anni più bassa rispetto a quella dei pazienti vaccinati che richiedono di essere ricoverati per Covid-19. Questi ultimi hanno una età media superiore ai 70 anni, e spesso sono ricoverati per problemi clinici diversi dal Covid-19, ma hanno anche il tampone positivo. La gravità clinica di molti pazienti anziani positivi al Sars-Cov-2 in ospedale è più frequentemente dovuta alle loro malattie croniche che si acutizzano. E rischiano poi anche di morire con il virus, e non a causa del virus.

C'è chi tra i "no vax" prova ad imporre cure o che si comporta male col personale sanitario?
I pazienti “no vax” sono talvolta molto sfiduciati verso le cure proposte dai sanitari, e sicuramente comportamenti un po’ aggressivi vengono talvolta riscontrati. Molti si rendono però conto della serietà delle loro condizioni ed accettano tutte le cure proposte. In realtà alla base di comportamenti oppositivi o poco opportuni molto spesso c’è la paura e la preoccupazione verso le proprie condizioni cliniche.

Cosa possiamo attenderci per le prossime settimane?
Vedendo quanto successo in altri paesi inondati da Omicron prima di noi, e basandoci sulle previsioni statistiche dei professionisti del settore, ci aspettiamo un calo costante ed un ritorno ad una vita un po’ più serena. O almeno è quello che tutti speriamo, ma con molta attenzione, perché questo virus ci ha riservato un po’ troppo sorprese sgradevoli.

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