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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Dobbiamo vaccinarci perchè amiamo la libertà: e farlo è un dovere sociale"

Nell'ultimo giorno dell'anno, in diretta Facebook col deputato romagnolo Marco Di Maio, i prof. Vicini, Poletti e Ercolani fanno il punto su Covid e vaccino e rispondono alle domande dei cittadini

"Il vaccino non è una cura contro il covid, ma è stato realizzato per far sì che la malattia infettiva e diffusiva scompaia. Per cui bisogna cercare i punti dove questa malattia è più diffusibile, come ad esempio le comunità chiuse, e chi è più esposto e quindi a sua volta contribuire al contagio. E' questo il principio che muove la vaccinazione, soprattutto in una fase di pandemia". Lo ha rimarcato il Venerino Poletti, direttore del dipartimento toracico, pneumologo di fama mondiale, nell'approfondimento di pubblica utilità su Facebook a cura del parlamentare Marco Di Maio, con ospiti Giorgio Ercolani (direttore del dipartimento di Chirurgia) e Claudio Vicini (direttore del dipartimento testa-collo, otorino conosciuto e apprezzato a livello internazionale).

Domenica scorsa Ercolani, Poletti e Vicini hanno partecipato al v-day, con la prima somministrazione della dose di vaccino anti-covid. Nessuno ha manifestato problemi. "Sono tutti sollevati nel sapere che non è successo nulla - ammette Vicini -. Spero che questo abbia un impulso alla convinzione nel farlo". "C'erano timori che potesse dare degli effetti importanti e per questo motivo avevo ricevuto diversi messaggi, ma devo ammettere che non c'è stato alcun effetto negativo e abbiamo continuato a lavorare come prima".

L'avvio della campagna vaccinale è un'ottima notizia, ma la pressione nel sistema sanitario continua ad essere forte, come ha confermato il professor Poletti: "A livello regionale siamo al 29% delle occupazioni delle terapie intensive, ma basta poco per superare la soglia del 30% e mettere in difficoltà l'ospedale. Ora cominciamo a vedere gli effetti del Natale, con una crescita dei nuovi contagiati. La diffusione del virus è soprattutto nei clusters familiari. Ma dobbiamo ricordarci che il virus non guarda in faccia ai vincoli familiari o amicali".

Tante le curiosità sui tempi e la somministrazione del vaccino, che vede nella prima parte coinvolti gli operatori sanitari del settore pubblico e privato, gli ospiti e gli operatori delle case di riposo e quindi in seguito gli ultraottantenni e il resto della popolazione. "Il vaccino non può essere somministrato alle donne in gravidanza e ai bambini fino ai 16 anni e l'unica controindicazione è la presenza nella storia clinica di una anafilassi, cioè una reazione acuta ad altri vaccini e farmaci", chiarisce Poletti. Per i pazienti che hanno subito recentemente un trapianto, illustra invece Ercolani, "è consigliato farlo dopo i primi sei mesi di terapia immunosoppressiva a dosi alte, perché in questa fascia di periodo la probabilità che sia efficace è bassa, discorso che vale anche per l'antinfluenzale".

Molti interrogativi sul vaccino anti-covid della Pfizer, tra cui come sia stato possibile realizzarlo in meno di un anno. "E' una tecnologia completamente nuova - evidenzia Poletti -, che utilizza un codice genetico scritto secondo le basi dell'Rna e non del Dna, avvolto in nano particelle, che entrano nel citoplasma. Vengono quindi catturati dei ribosomi, copiano il codice e gli stessi ribosomi producono una proteina, che viene ributtata nella cellula e l'organismo la riconosce come anomala, dando così vita ad una reazione immunitaria. E' stato fatto in poco tempo perché questa tecnologia fa sì che sia il nostro organismo a produrre il virus. Noi sappiamo che il vaccino funziona per poco tempo. Ma l'importante è che funzioni".

Il vaccino avrà una funzione determinante nella lotta contro al covid-19. "Il 2020 sarà ricordato per la pandemia da covid-19 e per le abitudini stravolte, quindi se vogliamo evitare che succeda di nuovo occorre vaccinarsi, perché solo raggiungendo una copertura intorno al 90% della popolazione possiamo ridurre al minimo la possibilità che il virus continui a circolare", è l'appello di Ercolani.

"Non c'è una motivazione razionale per non farlo, se non per la paura istintiva di avere danni, magari sostenuta anche da fake - afferma Vicini -. Dobbiamo avere la forza e l'amore di vaccinarci, perché come la mascherina è un dovere sociale. Il vaccino funziona e non fa male". "La nostra vita è stata stravolta, dobbiamo vaccinarci perchè amiamo la libertà, quella anche di vivere una vita normale - evidenzia Poletti -. Inoltre il covid ha stravolto la funzione degli ospedali, facendo del male anche verso chi non si è malato di covid, ma aveva altre malattie. Abbiamo bisogno di avere un sistema sanitario in grado di curare agevolmente tutti i malati".

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