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Cronaca

Nel centenario dell'insulina, nuove sfide per il diabete: "Dalla telemedicina non torneremo indietro"

A mettere nero su bianco i numeri è il direttore della Rete Clinica di Diabetologia dell'Ausl della Romagna, Paolo Di Bartolo

In tutta la Romagna sono circa 68mila i diabetici, 2.100 alle prese col diabete di "tipo 1" e che richiede quindi più trattamenti di insulina nel corso della giornata, mentre i giovani diabetici sono 219. A mettere nero su bianco i numeri è il direttore della Rete Clinica di Diabetologia dell'Ausl della Romagna, Paolo Di Bartolo, in occasione della presentazione dell'edizione 2021 della "Diabetes Marathon".

Nel 2021 si celebra un traguardo importante per la categoria dei diabetici, il centenario dell'insulina, il farmaco salvavita che ha cambiato la storia del diabete, che sarà approfondito in occasione di un convegno programmato per il 25 settembre. Un traguardo che rappresenta "una grande festa - esclama Di Bartolo -. Si tratta infatti di una straordinaria evoluzione, un avanzamento tecnologico incredibile che ha permesso di salvare milioni di persone in tutto il mondo. E' una delle storie più belle e romantica della medicina".

A cento anni dalla scoperta dell'insulina, la diabetologia italiana è chiamata a rispondere alle nuove sfide imposte dall'innovazione clinico-terapeutica e dalla pandemia Covid, che ha stravolto i vecchi modelli di gestione e assistenza delle cronicità. Tornando indietro nel tempo, al marzo del 2020 quando è esplosa la pandemia, "c'è stato un momento di iniziale difficoltà, perchè era consigliato accedere negli ospedali solo per motivi strettamente necessari - ammette Di Bartolo -; poi le cose si sono aggiustate e abbiamo scoperto un modo alternativo per stare vicino alle persone con diabete, scatenandoci con la digitalizzazione, che già caratterizzava le Diabetologie, cominciando ed erogare un numero enorme di visite in remoto. Ma chi aveva bisogni specifici poteva accedere alle Diabetologie".

L'anno della pandemia ha quindi consentito di "iniziare un'esperienza nuova, che forse doveva già iniziare precedentemente, perchè eravamo pronti. L'assistenza in remoto sarà infatti una delle nuove modalità attraverso la quale potremo continuare a stare vicino alle persone che vivono col diabete. La telemedicina sarà quindi una parte molto importante". La situazione si sta evolvendo in chiave positiva: "Stiamo uscendo dalla fase più critica e le attività delle Diabetologie, sia dell'adulto che della pediatria, sono riprese definitivamente. Ne siamo usciti bene, perchè non abbiamo allentato la presa, garantendo la vicinanza e la continuità nell'assistenza e di questo ne siamo orgogliosi". Quindi un appello a vaccinarsi: "Chi riceve un sms ed è persona con diabete deve venire vaccinarsi e se ci sono dubbi chiamateci".

"E' stato un anno complicato per tutti, perchè siamo stati costretti a reinventare la nostra assistenza, avendo avuto anche un coinvolgimento della nostra equipe nell'emergenza covid", conferma  Maurizio Nizzoli, direttore Unità Operativa Endocrinologia e malattie metaboliche Ausl della Romagna. Il virus, aggiunge, "si è ripercosso in maniera importante sulle questioni diabetiche, perchè nel corso del lockdown sono cambiate le abitudini di vita quotidiana. Abbiamo ripreso la normale attività, che è aumentata perchè molte persone hanno sviluppato il diabete metasteroideo. I malati di covid sono sottoposti a terapie steroidee anche ad alte dosi e chi aveva un pre-diabete ha avuto il diabete, con trattamenti con insulina. I pazienti dimessi poi hanno svolto altre terapie".

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