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Cronaca

Covid-19, rischio di un nuovo lockdown? "Spero di no. A marzo pagato il ritardo di un virus che circolava da mesi"

All'orizzonte la problematica riapertura delle scuole, tra incognite e pericolo di contagi tra i banchi. Su questo scenario interviene Raffaella Angelini, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna

Siamo alle prese con un "ritorno" del virus, un aumento di contagi che nella maggior parte dei casi riguarda persone rientrate dai luoghi di vacanza. Ma c'è anche il dato di un'età dei nuovi positivi che si abbassa. I casi attivi nel Forlivese sono 45, nessuno dei quali necessitante di cure ospedaliere e che sta convivendo con la malattia in isolamento. All'orizzonte la problematica riapertura delle scuole, tra incognite e pericolo di contagi tra i banchi. Su questo scenario interviene Raffaella Angelini, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna.

Angelini, è preoccupata per quest'ultima impennata dei casi?
Onestamente devo dire di no. La maggior parte dei casi sono persone che erano già in isolamento, perché contatti stretti di positivi, oppure di persone che rientrano da paesi esteri. Spesso si tratta di persone asintomatiche.

Perchè ci sono più asintomatici e meno malati rispetto ai mesi scorsi?
Perché il virus sta circolando molto di meno, i numeri sono ben diversi rispetto a quelli di marzo e aprile. C'è una strategia più attiva e intensiva per quanto riguarda i tamponi. Si lavora molto di più sugli asintomatici o sui lievemente sintomatici, cioè su casi che ad aprile non vedevamo. Oggi abbiamo un virus a bassa circolazione, ma questo non significa che è diminuita la carica virale, il Covid è sempre lo stesso.

C'è il rischio di confusione col ritorno dei classici sintomi influenzali?
C'è questo rischio, per questo è opportuna una campagna vaccinale antinfluenzale molto forte. Quest'anno sarà anticipata e comincerà ad ottobre.

A cosa è dovuto il crollo della mortalità?
Al fatto che il virus è molto meno diffuso, circola poco, sono pochi i ricoveri in ospedale (cinque nel cesenate, ndr), e le categorie più fragili come gli anziani oggi sono molto più protette.

Siamo in prossimità della riapertura delle scuole. Come gestire questa delicata situazione?
In primis si eseguiranno i test sierologici sul personale scolastico perché è fondamentale escludere che ci siano insegnanti positivi. Ovviamente bisognerà mettere in campo tutta una serie di misure, le scuole dovranno far rispettare la distanza di un metro tra i ragazzi. E' importante che i ragazzi restino a casa se presentano sintomi compatibili con il Covid.

L'età dei contagiati si è abbassata, secondo lei è stato un errore riaprire le discoteche?
Non butterei la croce addosso solo alle discoteche. L'aumento dei casi è stato causato dalla riapertura di tutti i luoghi di socialità. Una situazione affrontata dai ragazzi con sprezzo del pericolo. Bisogna dire che molti casi sono di rientro dall'estero, paghiamo un po' lo scotto della movida in paesi come Spagna, Grecia e Croazia.

In autunno c’è il rischio di tornare all’emergenza di marzo? C'è un rischio di un nuovo lockdown?
Io penso e spero proprio di no, in quella fase non avevamo la conoscenza del virus che abbiamo oggi. Oggi abbiamo la possibilità di capire prima se la situazione si sta aggravando. Siamo in grado di ricercare in modo attivo ed efficace i casi, e gli ospedali sono in grado di organizzarsi meglio. A marzo abbiamo pagato il ritardo di un virus che circolava da mesi.

Con il vaccino a che punto siamo?
Il vaccino è uno strumento prezioso se efficace, sicuro e producibile su larga scala. Siamo ancora in una fase di lavori in corso, molti vaccini sono in fase di studio ma non c'è ancora una data certa.

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